La privatizzazione dell'acqua regione per regione TOSCANA Questa Regione "rossa" ha fatto da apripista alla privatizzazione dei servizi idrici nel nostro paese, con la legge regionale 81/95 quasi ovunque è stata applicata la legge Galli nella parte che prevede l'ingresso del socio privato in minoranza (40-45%) nelle società di gestione dei S.I.I dei 6 ATO regionali. Nel 1999 la multinazionale Suez aveva già preso possesso del S.I.I. dell'ATO 4 (Alto Valdarno-Arezzo), primo esempio di cessione di servizio idrico in Italia. Dal 2000 ad oggi, al medesimo scopo, la maggior parte delle ex-municipalizzate sono state trasformate in società per azioni. L'ASA, l'azienda che gestisce il servizio idrico integrato a Livorno, è stata trasformata in una azienda mista. Tra dicembre 2004 e gennaio 2005 sono state espletate le gare per l'individuazione del partner privato per l'ATO 2 Siena-Grosseto, e l'ATO 6 gestito dalla pisana Acque SpA: le ha vinte in entrambe i casi la cordata Suez-Acea-Mps. A Siena dopo la trasformazione dell'ATO in spa quest'ultima ha detto ai cittadini che devono consumare una maggiore quantità di acqua, "passando dai 200 litri al giorno a 320, altrimenti la tariffa non può mantenersi bassa e competitiva". Per quanto l'ATO 3 (medio Valdarno), che comprende una popolazione di 1milione duecentomila abitanti compresa in 50 comuni nelle province di Firenze, Arezzo, Prato e Pistoia, è stato preferito l'affidamento diretto iniziale ad un soggetto a capitale pubblico, Publiacqua Spa, facente parte del gruppo industriale Publiservizi spa e costituito accorpando municipalizzate e piccoli privati preesistenti (dicembre 2001). La gara pubblica per scegliere il partner privato al 40% di Publiacqua è stata vinta da Acea Spa di Roma che si accinge a prendere possesso anche dell'acquedotto del Valdarno, del grande invaso con diga di Modiglio, del canale Battagli e dell'"ente irriguo umbro-toscano". Intanto le nuove tariffe antipopolari dell'ATO4 sono state applicate a partire dal 2002 ed hanno portato in generale ad una lievitazione delle tariffe e ad aumenti particolarmente rilevanti in determinate realtà comunali (vedi tabella). I movimenti che si stanno sviluppando in Toscana devono allora prendere coscienza di un fatto incontrovertibile, ossia che il diessino Martini assiduo frequentatore dei forum portoalegrensi, del FSE dello scorso mese di novembre e del primo "controvertice mondiale sull'acqua" tenutosi dal 21 e 22 marzo proprio a Firenze, è un lacchè dell'imperialismo mondiale, come dimostra anche il fatto che ha ignorato che sia a Grenoble (Francia) che ad Atlanta (Georgia - Usa) le rispettive municipalità sono ricorse alla rescissione del contratto con la Suez tornando alla gestione diretta perché la "Società concessionaria si è rivelata totalmente inadempiente", succhiando in 6 anni dal servizio idrico di Grenoble ben 18 milioni di euro di surplus. L'impostore Martini dopo la Convention di San Rossore annunciava che "avrebbe scongiurato l'ingresso dei privati nelle società di gestione, se prima non si fossero istituiti degli organismi di controllo a tutela dei cittadini". Egli per placare gli animi disse che "le multinazionali potranno anche entrare, ma dovranno gestire i piani e gli interventi definiti dalle ATO; i cittadini potranno controllare la qualità della gestione e l'equità delle tariffe attraverso i loro rappresentanti eletti". Salvo che i rappresentanti democraticamente eletti oltre a far parte della ATO4, sono anche membri del Consiglio di Amministrazione di Pubbliacqua spa che ha ricevuto l'assegnazione diretta del servizio per 20-25 anni. CAMPANIA Dopo Arezzo il servizio idrico alle falde del Vesuvio, comprendente comuni con la più alta densità abitativa del mondo, è stato il primo ad essere privatizzato. Il consorzio G.O.R.I nel 2002 affidò la gestione dell'ATO3 alla società sarnese-vesuviana Srl nella quale sono entrati come soci di minoranza la Icar, l'Acea, Enel Hydro, DM, Sgi, Consorzio Ferocia, la Siba di Ottavio Pisante, Ctida, Lotti per un business di appalti stratosferico, almeno 1500 miliardi di vecchie lire. Tramite affidamento diretto il governatore della Campania, Antonio Bassolino, ha dato a Eniacqua spa (di Romiti e Caltagirone) la gestione dell'Acquedotto della Campania Occidentale (SICO) con delibera del 31 dicembre 2003, e dell'acquedotto che viene dal Matese (Acquedotto Campano) con delibera del 30 dicembre 2004. Tali delibere avviano anche la costituzione del "club dell'acqua" ai fini di dare in concessione per decenni ai privati l'imbottigliamento delle acque minerali e sorgive della regione Campania. Il 23 dicembre 2004 è la volta del servizio idrico integrato dell'ATO2 (Napoli-Volturno), comprendente 136 comuni della provincia di Napoli e Caserta, che con gara d'appalto sarà affidato ad una società privata, controllata per il primo anno al 60% dal comune, successivamente al 51% e via via meno fino alla completa dismissione. La decisione è stata ratificata da una votazione del consiglio comunale di Napoli presieduto dalla neopodestà Dc Iervolino. è datata 26 febbraio 2003 la firma del commissario straordinario di Governo per l'Emergenza Rifiuti e Tutela delle Acque della Regione Campania, Antonio Bassolino sul bando di gara che avvia il più grande "project financing" sino ad oggi lanciato in Italia, con il quale si affida per 15 anni la gestione della fognatura, del collettamento e della depurazione di tutta l'area napoletana ad una cordata di pescecani. Le quote di partecipazione sono le seguenti: Arin S.p.A. (28%), Acquedotto Pugliese S.p.A. (21%), Impregilo S.p.A. (19%), Acea S.p.A. (14%), DM S.p.A. (11%), ICAR Costruzioni Generali S.p.A. (3,1%), Feronia S.r.l. (2,4%). Il servizio riguarderà 72 Comuni campani, compreso Napoli, per un totale di 2,2 milioni di abitanti residenti con previsti investimenti per la bellezza di 170 milioni di Euro (82 a carico del pubblico). Un altro bel regalo per Cesare Romiti, già prescelto da Bassolino quale proprietario del ciclo dei rifiuti e dei termoinceneritori della Campania, e per il forzista, già presidente della Confindustria Antonio D'Amato, che così mettono le mani anche sui collettori e gli impianti di depurazione di Acerra, Cuma, Foce Regi Lagni, Marcianise e Napoli Nord, nonché sugli impianti di trattamento dei fanghi e potranno riscuotere fiumi di miliardi dalle bollette imposte alla popolazione. PUGLIA L'Acquedotto pugliese è il primo acquedotto d'Europa, è composto da una rete idrica di circa 20.000 km con 400 impianti di sollevamento, oltre 300 serbatoi, 161 impianti di depurazione, 20,8 metri cubi al m/s di portata, compresi gli acquedotti Lucani, alimenta un sistema di quasi 150 imprese che occupano più di 10.000 persone. Il governo dell'allora premier Massimo D'Alema, dopo avergli concesso un mutuo ventennale di circa 392 miliardi a carico dello Stato a maggio del 1999 vara un decreto legislativo che sancisce la trasformazione dell'Ente autonomo acquedotto pugliese in Società per azioni, aprendo anche per questa importantissima infrastruttura la via della privatizzazione e dismissione. E i primi danni già si stanno vedendo: 1.350 rubinetti chiusi nel 2002 per morosità con 78,9 milioni di euro "recuperati", 5.000 nel 2003 con 2.700 recuperi legali, 12.000 sospensioni della fornitura disposte nel 2004. Divise per provincia, le sospensioni riguardano i compartimenti di Bari (1.384 contratti), Trani (530), Brindisi (720), Calitri (22), Foggia (961), Lecce (670), Taranto (573), Matera (205) e Potenza (109). "Le completeremo entro due mesi - precisa il Direttore Generale Gioacchino Gabbuti - per poi passare alla fase successiva, che riguarderà la sospensione della fornitura per ulteriori 8.000 clienti dei 26mila che hanno ricevuto l'intimazione di pagamento lo scorso febbraio". Mentre non si contano le interruzione del servizio per guasti a Bari, nel Gargano ed Otranto l'Aqp va alla conquista dei mercati esteri "siamo al fianco delle principali società capofila dei programmi di ricostruzione in Irak (fra le quali Black & Veatch, Bechtel, Fluor, Halliburton, Washington Group, Parson etc)" - si pavoneggia in una sfilza di comunicati stampa l'Amministratore Unico e già proprietario dell'omonimo pastificio Dott. Francesco Divella - "Abbiamo costituito il Consorzio "Ghadames-Zwara" dove siamo detentori del 51% del capitale consortile e sottoscritto un accordo con l'autorità Libica GMRA per la costruzione e la gestione per 15 anni di una ciclopica opera idraulica che trasporterà l'acqua estratta dai pozzi situati nel deserto della Libia (Ghadames) sino alla costa mediterranea. La conduttura, che verrà posata per circa 700 chilometri nel deserto libico, sarà del diametro di 1.6 metri e trasporterà circa 10 milioni di metri cubi l'anno di "acqua fossile" sino a Zwara, in prossimità della capitale Tripoli. Il valore dell'accordo ammonta a circa 940 milioni di euro e sarà in parte finanziato da un pool di banche italo-libiche. Inoltre "abbiamo messo più di un piede in Campania e il nostro titolo è quotato alla Borsa del Lussemburgo". Inoltre nello scorso anno l'Aqp spa ha emesso sul mercato britannico un prestito obbligazionario (bond) per un ammontare 165 milioni di sterline con rimborso a scadenza 2018, anno in cui avrà termine la concessione ad AQP del servizio idrico integrato dell'ATO unico Puglia. LAZIO In due ambiti nel mese di agosto 2002, con la sottoscrizione della convenzione, è stato formalizzato l'affidamento diretto al soggetto gestore provvisorio che dovrà aprire per il 40-50% ai privati. Per l'ATO2 (Lazio centrale-Roma) la scelta è caduta sulla holding ACEA spa che sta gestendo dal gennaio del 2003, come "area gestionale pilota", i servizi idrici di Roma, Fiumicino, Guidonia, Monterotondo, i 52 comuni alimentati dal Consorzio del Simbrivio e il Consorzio Doganella che serve i comuni di Tivoli e di Castelmadama. Entro la fine del 2005 è programmata l'acquisizione dell'area Nord-Ovest dell'ATO 2. Per l'ATO 4 (Lazio meridionale-Latina) la convenzione è stata stipulata sempre nell'agosto del 2002 con la società mista Acqualatina spa. Il capitale di tale società è costituito per il 51% dai comuni dell'ATO e per il 49% dall'aggiudicatario privato: la R.T.I,. costituita dalla Vivendi - Generalle des Eaux S.C.A., da Enel Hydro spa, dall'Acquedotto pugliese spa ed altri). Nell'ATO 5 (Lazio meridionale-Frosinone) è del maggio 2002 l'approvazione da parte della Conferenza d'ambito dell'aggiudicazione della gara per la selezione del soggetto concessionario privato: si tratta della Acea spa. Nell'ATO 1 (Lazio nord-Viterbo) e nell'ATO 3 (Lazio centrale-Rieti) rispettivamente a luglio ed a novembre del 2002, le due Conferenze d'ambito hanno deliberato che la forma di gestione del servizio, da affidare con gara, dovrà essere quella della "concessione a terzi". Una recente delibera d'indirizzo votata nella Conferenza d'ambito di Viterbo, prevede, circa la fase transitoria (fino al termine dell'individuazione mediante gara del soggetto gestore), l'affidamento temporaneo del servizio integrato per il comune capoluogo, ad una società di capitali interamente pubblica, all'uopo costituita. ABRUZZO In Abruzzo 5 ATO su 6 (escluso Teramo) hanno votato la trasformazione delle rispettive aziende pubbliche in SpA: le amministrazioni locali potranno mantenere la maggioranza solo per 3 - 5 anni, trascorsi i quali si dovrà necessariamente consentire l'ingresso ai privati in maggioranza. l'Ente d'Ambito composto dagli Enti Locali rimarrà nominalmente proprietario delle reti, ma, come è avvenuto in tante parti del mondo, gli interessi dei privati avranno il sopravvento. Le associazioni ambientaliste abruzzesi sostengono che: "nel momento in cui si entra nella logica privatistica diminuiscono le garanzie a tutela dei cittadini, siano essi contribuenti, clienti o lavoratori, c'è il rischio concreto di aumenti straordinari delle tariffe, diminuzione della qualità del servizio, rimodulazione dei contratti in senso peggiorativo per i lavoratori del settore e forte riduzione del personale. Dal punto di vista ambientale l'affidamento della gestione ai privati può determinare la perdita di quel minimo di attenzione verso il risparmio idrico e la tutela del territorio che un controllo pubblico può assicurare". Il WWF, insieme ad Abruzzo Social Forum e CGIL-FNLE Abruzzo, ha lanciato "una campagna di informazione e mobilitazione per chiedere alle competenti amministrazioni locali di bloccare ogni altro passo verso l'ingresso dei privati nelle SpA, anche in attesa della sentenza della Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi da diverse regioni sulla costituzionalità dell'art. 35 della Finanziaria 2002" ribadendo la necessità che "gli Enti locali si facciano promotori di un'ampia consultazione dei cittadini prima di prendere qualsiasi decisione sulla gestione dell'acqua: ingresso di privati nelle SpA, modalità di gestione della risorsa, tariffazione, risparmio idrico, in un quadro più generale che porti ad una nuova legge regionale di settore per una gestione delle risorse idriche trasparente, efficiente e ambientalmente sostenibile". 29 giugno 2005 |