Un giornale perseguitato dalla borghesia
I processi a "Il Bolscevico"
- Il 17 settembre 1970 Giovanni Scuderi, allora Segretario generale dell'OCBI m-l (l'Organizzazione che poi, il 9 Aprile 1977, darà vita al PMLI) e Direttore politico de "Il Bolscevico'', viene processato dal tribunale di Firenze per aver pubblicato sul giornale la posizione elettorale dell'OCBI m-l dal titolo "Il potere politico nasce dalla canna del fucile''. Il processo si concluderà in Cassazione il 29/3/74 con la conferma della condanna a 10 mesi di reclusione con la sospensione della condizionale comminata nel processo di appello del 12/12/72 per il reato di "propaganda sovversiva e antinazionale continuata''.
- Il 17 dicembre 1970 Scuderi viene condannato dall'allora pretore di Firenze Francesco Fleury a 40 mila lire di multa per "violazione delle disposizioni sulla stampa'' continuata. Fleury intimò altresì la sospensione della sua pubblicazione perché la legge sulla stampa proibisce l'uscita di periodici che non abbiano come direttore un giornalista iscritto all'albo professionale, costringendo a modificare per oltre un anno (gennaio 1970-marzo 1971) la testata del giornale fino a farla uscire col nome "Il Proletario''.
- Per lo stesso reato Scuderi viene condannato a 15 mila lire di multa dal Tribunale di Firenze il 14/4/75.
- Nell'aprile 1972 Scuderi viene incriminato per "vilipendio al capo dello Stato'' in riferimento all'editoriale de "Il Bolscevico'' dal titolo "Un presidente, per chi e per che cosa'' (Leone) anche se in questo caso il ministro di Grazia e Giustizia, cui spetta il nulla osta, non dà l'autorizzazione a procedere.
- Il 14 giugno 1974 Scuderi viene processato per aver pubblicato su "Il Bolscevico'' il documento elettorale dell'OCBIm-l "Abbandonate le illusioni parlamentari, il potere politico nasce dalla canna del fucile'' e condannato ad altri 2 mesi di reclusione con la condizionale che vanno a sommarsi ad altre condanne subite in qualità di Segretario generale dell'Organizzazione. La condanna diviene definitiva il 9/5/75 con la sentenza emessa dalla corte d'Appello di Firenze che riunifica ben 3 procedimenti penali aperti tra il febbraio '73 e l'aprile '74 che oltre al documento citato riguarda i seguenti documenti: "La strage di Milano ha fallito il suo scopo'', "Abbasso il governo clerico-fascista Andreotti''.
- Il 22 giugno 1974 un'altra comunicazione giudiziaria viene inviata a Scuderi per un articolo dal titolo "La magistratura appoggia apertamente le misure fasciste del governo'' con l'accusa di "vilipendio alla magistratura''.
- Il 27 ottobre 1986 la 2ª corte d'assise di Firenze condanna Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, e Patrizia Pierattini, Direttrice responsabile de "Il Bolscevico'', rispettivamente a 8 mesi e a 5 mesi e 10 giorni per "istigazione di militari a disobbedire alle leggi''. L'incriminazione è inerente al discorso pronunciato da Scuderi al Comitato centrale del PMLI il 3 maggio 1986 e pubblicato su "Il Bolscevico'' n. 20 del 16 maggio in cui si denunciava la politica imperialista dell'allora neoduce Craxi contro la Libia. In appello (4/11/87) la sentenza viene riconfermata. Il 14 giugno 1988 però la 1ª sezione penale della Corte suprema di Cassazione assolve entrambi gli imputati con formula piena perché‚ "il fatto non sussiste''.
- Il 10 ottobre 1987 il giudice istruttore di Bologna e poi il 5 gennaio 1988 la corte di appello di Bologna emettono entrambe sentenza di archiviazione del procedimento penale in fase istruttoria che vede indagati l'ex direttrice responsabile de "Il Bolscevico'' Patrizia Pierattini, e il giudice Domenico Gallo per il reato di "vilipendio alla magistratura'' e "istigazione a disobbedire alle leggi'' in riferimento ad una dichiarazione scritta da Gallo sul processo Scuderi-Il Bolscevico del 1986 e pubblicata sul giornale stesso. In questo caso si registra un accanimento parossistico da parte del sostituto procuratore generale di Bologna Gino Paolo Latini che vuole portare a tutti i costi Gallo e "Il Bolscevico'' alla sbarra ricorrendo contro entrambe le sentenze. Il ricorso però viene definitivamente rigettato dalla Cassazione il 6/4/88.
- Il 18 ottobre 1990 viene aperto un procedimento penale a carico di Scuderi, Segretario generale del PMLI, e di Mino Pasca e Monica Martenghi, rispettivamente allora Direttore politico e Direttrice responsabile de "Il Bolscevico'' e dello stampatore, con l'accusa di "offesa al prestigio del presidente della Repubblica'' in relazione all'articolo de "Il Bolscevico'' "Fare piena luce sui rapporti Cossiga-P2''. Il 20 aprile '91 il Gip accoglie la richiesta di proroga di sei mesi dei termini di scadenza delle indagini preliminari avanzata dal Pm. Inoltre nel novembre del 1991 si apprende che indagini, che presumibilmente coinvolgono gli stessi compagni e lo stesso reato, riguardano l'editoriale pubblicato su "Il Bolscevico'' del 29 marzo 1991 dal titolo "Attenti a Cossiga''.
Il 13 novembre 1991 la 2ª sezione penale di Firenze assolve Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, Mino Pasca e Monica Martenghi, rispettivamente Direttore politico e Direttrice responsabile de "Il Bolscevico'', e altri due militanti di base dal reato di "istigazione alla diserzione e alla disobbedienza militare'' durante la guerra nel Golfo in merito alla parola d'ordine "Disertare, non sparare, rivoltarsi'' riportata sui numeri del 28/12/90 e 25/1/91 perché‚ "il fatto non sussiste''. Tale sentenza viene riconfermata in pieno il 10/11/92 in secondo grado e addirittura viene sostituita la formula di assoluzione per Pasca e Scuderi "per non aver commesso il fatto''.
18 settembre 2013
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