Approvato il ddl 2657 dal Senato Il governo spinge a tappe forzate verso "il processo lungo" Tutti i processi contro Berlusconi e i corrotti boss borghesi finirebbero in prescrizione A tappe forzate il governo Berlusconi ha fatto approvare il 29 luglio scorso al Senato il disegno di legge n. 2657 in tema di "modifiche agli articoli 190, 238-bis, 438, 442 e 495 del codice di procedura penale e all'articolo 58-quater della legge 26 luglio 1975, n. 354" detto anche 'processo lungo', il cui testo quindi è passato alla Camera per l'approvazione: come a suo tempo il disegno di legge n. 1880-B approvato dalla Camera il 13 aprile scorso ed ora passato in Senato in tema di 'prescrizione breve', il testo che vuole introdurre il 'processo lungo' è un vero imbroglio e una vera e propria beffa ai danni dei cittadini che desiderano giustizia. Il testo del DDL n. 2657 è diviso in nove articoli di cui quelli più rilevanti sono gli artt. 2 e 4. L'art. 2 modifica l'art. 190 del codice di procedura penale con la sostituzione dei primi due commi con i seguenti: "1. Le prove sono ammesse a richiesta di parte. L'imputato, a mezzo del difensore, ha la facoltà davanti al giudice di interrogare o fare interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e l'interrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell'accusa e l'acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore. Le altre parti hanno le medesime facoltà in quanto applicabili. 2. Il giudice provvede senza ritardo con ordinanza. A pena di nullità ammette le prove ad eccezione di quelle vietate dalla legge e di quelle manifestamente non pertinenti. La legge stabilisce i casi in cui le prove sono ammesse d'ufficio". Attualmente il codice di procedura penale stabilisce al comma 1 dell'art. 190 che il giudice può escludere le prove "che manifestamente sono superflue o irrilevanti": la modifica è evidente, e consente ai difensori degli imputati di allungare il processo a tal punto da portarlo a prescrizione. Infatti secondo la normativa attuale il giudice può escludere di ammettere venti o trenta testimoni che abbiano visto o sentito lo stesso identico fatto, invitando il difensore dell'imputato a sceglierne al massimo due o tre (infatti venti o trenta testimoni sono assolutamente superflui, e tali da intralciare con la loro audizione la macchina della giustizia, in quanto normalmente in una udienza singola viene sentito un numero limitato di testi), ma con la sostituzione dell'attuale primo comma con quello del disegno di legge in esame il giudice non avrà più tale potere, e dovrà ammetterne venti o trenta senza poter esercitare alcun controllo, escludendo solo le prove vietate dalla legge o quelle chiaramente non pertinenti, come ad esempio testimoni che non erano presenti al momento della commissione del reato e che siano chiamati a deporre su fatti estranei al processo. Ma non finisce qui: infatti il difensore dell'imputato - se il testo così formulato diventerà legge - potrà chiedere nel processo "l'acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore", cioè potrà chiedere tante perizie quante ne vuole o depositare tanti documenti quanti ne vuole depositare senza che il giudice possa rifiutarsi, ingolfando potenzialmente il processo in modo tale da farlo andare direttamente in prescrizione. Se poi combiniamo le disposizioni dei due disegni di legge citati ne conseguirà che l'imputato potrà allungare oltre ogni ragionevolezza i tempi del processo - come prevede il progetto qui in esame - avvantaggiandosi contemporaneamente dell'abbreviazione della prescrizione ed esponendo contemporaneamente i magistrati che non rispettano i tempi rigorosi previsti nel disegno di legge n. 1880-B a responsabilità disciplinare dinanzi al CSM e garantendosi certamente il risarcimento dei danni che potrà chiedere allo stato a norma della legge n. 89 del 2001. È ovvio che tali mostruosi progetti servono immediatamente a Berlusconi per prescrivere più in fretta il processo Mills e contemporaneamente mandare alle calende greche il processo Ruby e gli altri procedimenti a suo carico, ma di riflesso anche i membri della combriccola politica parlamentare sia di 'centro-destra' sia di 'centro-sinistra' che hanno indagini a loro carico o processi in corso sguazzeranno pienamente in questo mare di norme antigiuridiche, che risultano uno sfregio anche per l'assetto costituzionale borghese. Non meno perversa poi è la norma introdotta dall'art. 4 del disegno che, modificando l'art. 238 bis del codice di procedura penale che stabilisce ora che le sentenze irrevocabili possono essere acquisite in qualità di documenti in un altro processo come prova dei fatti in esse accertati, rende possibile al difensore dell'imputato di chiedere di nuovo (ed ottenere) al giudice l'audizione di quei testimoni ed il rifacimento di tutte quelle prove esperite nel processo per cui è stata emessa la sentenza irrevocabile, allungando ulteriormente i processi, ingolfando le sedi giudiziarie, esponendo decine di migliaia di processi, soprattutto quelli più complessi, a una sicura prescrizione. Queste norme, nate ovviamente per le esigenze di Berlusconi e della sua combriccola di deputati e affaristi, rischiano, se diverranno legge, di travolgere con la prescrizione soprattutto i processi più complessi. Si pensi al travagliato processo Eternit che riguarda migliaia di operai morti nella zona di Casale Monferrato, le cui famiglie proletarie attendono con dignità giustizia e che rischiano invece di avere la prescrizione dei loro diritti, risarcimenti compresi. Il capitalismo è un sistema criminale che difende padroni che hanno ammazzato in fabbrica, palazzinari che hanno costruito con la sabbia e ucciso nel terremoto, smaltitori di rifiuti che stanno inquinando e intossicando intere regioni. Come si può esimersi dal denunciare un tale scempio delinquenziale di norme? Noi marxisti-leninisti, sappiamo bene che "nella società divisa in classi, ogni individuo vive come membro di una determinata classe e ogni pensiero, senza eccezione, porta un'impronta di classe" (Mao Zedong, Sulla pratica, in Opere scelte, vol. 1). E quale criminale impronta e quale marchio infame e contrassegno di classe porti il disegno di legge n. 2657 lo sappiamo fin troppo bene: l'impronta, il marchio ed il contrassegno di un regime neofascista putrido e da abbattere. 21 settembre 2011 |