In visita a Kabul e Herat Prodi elogia l'esercito invasore dell'Afghanistan Il 23 dicembre il presidente del consiglio Romano Prodi ha compiuto un rapido giro in Afghanistan dove ha incontrato il presidente fantoccio Hamid Karzai e il comandante della missione della Nato, il generale Dan McNeill. Scopo principale della missione era però quello di salutare il contingente di occupazione italiano di stanza nella capitale Kabul e nella regione di Herat cui Prodi ha voluto riservare un elogio particolare in occasione del Natale. "Grazie di cuore. Il Paese e il governo vi sono riconoscenti per quello che state facendo in Afghanistan", è stato il saluto di Prodi, appena sbarcato a Kabul, ai militari italiani con i quali ha assistito alla messa; non poteva mancare la benedizione del Vaticano ai gagliardetti delle truppe crociate. "Ho avuto un momento di commozione nel vedere i soldati italiani impegnati nell'opera di ricostruzione", ha detto Prodi dopo l'incontro con Karzai, mantenendo il copione imperialista secondo il quale l'invasione e l'occupazione militare del paese sono una operazione di pace per la ricostruzione della democrazia. Una missione che a quanto pare sembra comunque fallita dato che Prodi ha affermato che il presidente afghano "ci ha chiesto di lavorare insieme per riorganizzare l'apparato amministrativo, la giustizia, le scuole, gli ospedali: c'è tutto un paese da ricostruire"; le stesse chiacchiere pronunciate subito dopo lo sbarco del contingente di occupazione. Che a Prodi serve riciclare per rivendicare che "l'Italia si distingue per la dimensione quantitativa, ma soprattutto per la qualità della sua presenza" e per poter dire al contingente di occupazione a Herat che "tutta l'Italia è orgogliosa di voi", impegnati in una "difficile missione" volta "a garantire la sicurezza, l'addestramento delle forze locali e con una forte vocazione umanitaria". L'Italia che chiede il ritiro immediato dei soldati dall'Afghanistan per Prodi non esiste nemmeno. Riesce inoltre difficile pensare alla vocazione umanitaria dei reparti speciali addestrati per missioni di guerra e probabilmente impegnati in azioni contro la resistenza che infatti ha più volte attaccato il contingente di occupazione italiano. I governi di Canada e Olanda, le cui truppe partecipano attivamente alla guerra contro la resistenza talebana nel sud del paese, stanno valutando l'ipotesi del ritiro dei contingenti entro il 2008. L'Italia ha circa 1.200 militari a Kabul e 1.000 a Herat e Prodi non ha nessuna intenzione di farli rientrare. Anzi è andato di persona a elogiarli. 3 gennaio 2008 |