Intervenendo all'europarlamento Prodi rilancia la Costituzione europea bocciata dai popoli francese e olandese Il dittatore democristiano chiede una politica estera e di difesa comune Il prossimo vertice europeo del 21 giugno che chiuderà il semestre di presidenza della Germania ha tra gli altri il compito di far ripartire il percorso per il varo della Costituzione europea, bloccata dalla bocciatura dei popoli francese e olandese. Le opinioni di Gran Bretagna, Polonia, Repubblica ceca e Olanda sono per il varo di un Trattato in forma ridotta, una posizione ripresa anche dal nuovo presidente francese Nicolas Sarkozy. La posizione dell'Italia, già sottolineata dal presidente Napolitano, è di riprendere il percorso di approvazione del testo varato, così com'è per non riaprire il "vaso di Pandora" delle mille rivendicazioni portate a fatica a compromesso nella precedente discussione. Una posizione che il presidente del Consiglio, il dittatore Romano Prodi, ha ribadito nel suo recente intervento all'europarlamento. "Non dobbiamo inventarci nulla - ha ammonito Prodi il 22 maggio all'europarlamento - non dobbiamo partire da zero, nell'ottobre 2004 tutti gli stati membri hanno firmato un Trattato e ben 18 paesi lo hanno ratificato". "Il progetto di Costituzione era già un compromesso ma è stato sottoscritto da tutti, compresa Londra - ha sottolineato Prodi - adesso ci viene chiesto un nuovo compromesso. Ma il compromesso non può tradire l'Europa". L'obiettivo principale, ha sostenuto, è un accordo di tutti i 27 Paesi membri, "ma se il compromesso non dovesse convincerci, noi non lo sottoscriveremo". In questo caso l'Italia è pronta a andare avanti con chi vorrà seguirla, con cooperazioni rafforzate in alcuni settori come è già avvenuto con l'euro e con la normativa di Schengen. Il dittatore democristiano non accetta una visione "ridotta" dell'unità europea, nella quale ovviamente l'imperialismo italiano deve occupare un ruolo guida, e ha rilanciato sulla Costituzione sottolineando quelli che per l'Italia sono diventati punti "irrinunciabili": il ministro degli Esteri europeo, la presidenza stabile del Consiglio invece delle rotazioni semestrali, il sistema di voto a maggioranza nel maggior numero di materie possibili. Al primo posto il rafforzamento di una politica estera e di difesa comuni tramite un vero e proprio ministro degli Esteri per tutelare gli interessi imperialisti della Ue nel mondo. Si tratta di "un elenco non esaustivo", ha precisato Prodi che si è detto pronto a rinunciare seppur "a malincuore" all'inno e alla bandiera, se necessario per salvaguardare le questioni sostanziali. 30 maggio 2007 |