Operazione "Enduring freedom" L'italia di Prodi assume il comando della task force navale che opera nel Golfo Persico Il contrammiraglio Salvatore Ruzittu dipende comunque dal capo del comando centrale delle forze navali Usa Altro che "riduzione del danno", altro che "primo passo" verso un disimpegno dell'Italia dall'Afghanistan, come spacciato dagli imbroglioni trotzkisti Giordano, Migliore e Russo Spena e dagli pseudo pacifisti alla Menapace: nel decreto governativo che rifinanzia le missioni militari all'estero non solo non c'è nessuna riduzione reale dell'impegno bellico italiano in Afghanistan, ma nelle sue pieghe si nasconde addirittura un raddoppio dello stanziamento per la missione direttamente guidata dagli Usa "Enduring freedom", aumento legato fra l'altro all'assunzione del comando da parte dell'Italia della task force navale che opera nel Golfo Persico, soggetta a sua volta alla catena di comando statunitense. Ormai il vergognoso gioco di bussolotti orchestrato da Prodi, Parisi e D'Alema e coperto da Bertinotti e Giordano è venuto alla luce, e ha riaperto le polemiche in seno alla maggioranza in vista della discussione del provvedimento in parlamento fissata per il 17 luglio alla Camera e il 25 al Senato. A "scoprire" il trucco (o forse semplicemente a rifiutarsi di coprirlo come ha fatto la segreteria del suo partito) è stato il deputato di Rifondazione Salvatore Cannavò, il quale ha denunciato che l'Italia ha raddoppiato le navi da guerra impegnate nel mare arabico nell'ambito della missione di guerra "Enduring freedom", quella decisa nel 2001 dagli Usa con l'invasione dell'Afghanistan, a cui successivamente si è affiancata la missione "Isaf" sotto comando Nato e copertura dell'Onu. Fino al 28 giugno, infatti, operava la fregata Euro, mentre adesso sono dislocate la nave da guerra Etna e la fregata Foscari, partite da Taranto l'8 giugno scorso. Inoltre c'è stato anche un raddoppio della spesa destinata alla missione "Enduring freedom", che passa da 13 milioni di euro a oltre 25 milioni. Non solo, quindi, è falso che l'impegno militare dell'Italia in Afghanistan sia diminuito, ma addirittura che sia rimasto anche solo invariato rispetto al governo Berlusconi. Tant'è vero che all'UDC, che con Casini ha riconfermato l'intenzione di votare a favore del documento del governo, si è unita anche una parte di AN, che con Mantovano e Alemanno ha ipotizzato il voto a favore inquantoché, hanno sottolineato i due fascisti, la parte che riguarda l'Afghanistan "registra continuità e un incremento di spesa di circa il doppio". A questo punto la "sinistra radicale", PRC, PdCI e Verdi, non ha più potuto far finta di nulla e ha dovuto chiedere "spiegazioni" al ministro Parisi il quale, pescato con le mani nel sacco, ha balbettato che il raddoppio dello stanziamento si era reso "obbligatorio" anche perché la nave Euro era stata inviata dal precedente governo a febbraio senza copertura finanziaria, ma con copertura "a consuntivo"; inoltre l'invio delle due navi ulteriori rispondeva ad accordi internazionali già presi da tempo riguardanti il passaggio all'Italia del comando della squadra navale operante nel Golfo nell'ambito di "Enduring freedom". Insomma, secondo la singolare "giustificazione" del ministro, il governo Berlusconi ha inviato una nave da guerra nel Golfo Persico senza informare il parlamento e a "babbo morto", e il governo Prodi, invece di denunciare l'incredibile abuso e annullarlo, cosa fa? Non solo lo copre e lo finanzia di soppiatto, "regolarizzando" il fatto compiuto, ma ci aggiunge altre due navi per soprammercato! Addirittura grottesco, poi, il tentativo del sottosegretario diessino Lorenzo Forcieri, durante un'accesa discussione nelle commissioni Difesa di Camera e Senato, di minimizzare il potenziale bellico delle due navi inviate nel Golfo, sostenendo che in fondo "mica sono navi da guerra", anzi, ha aggiunto con strafottenza, sono quasi "navi giocattolo". Non si è nemmeno capito bene, data la reticenza del ministro e del suo vice, se le due navi sostituiranno la Euro o si affiancheranno ad essa, per un totale di tre. È andata a finire che i rappresentanti della "sinistra radicale" hanno chiesto al (loro stesso) governo che nel disegno di legge di conversione del decreto sia inserita una frase che faccia riferimento al "superamento di Enduring freedom" allo scadere dei prossimi sei mesi di prolungamento della missione, da essi peraltro accettati. Parisi si è limitato a rispondere che ne avrebbe parlato con Prodi e D'Alema. Quest'ultimo, però, ha subito fatto presente che per gli Usa questo sarebbe il segnale di un altro voltafaccia italiano, dopo il ritiro dall'Iraq. E l'imbroglione trotzkista Giordano, da bravo pompiere, è subito corso in aiuto al governo con questa stupefacente proposta: "Votiamo ora il decreto di rifinanziamento delle missioni militari che prevede il rientro dall'Iraq, e poi facciamo partire la mobilitazione pacifista: il PRC è e resta contrario alla missione in Afghanistan". Come dire: se volete il ritiro dall'Iraq dovete accettare tutto il "pacco", che contiene anche la prosecuzione della guerra in Afghanistan. Poi se ne riparlerà... Intanto, con una cerimonia svoltasi il 28 giugno al quartier generale della V flotta Usa a Manama nel Bahrein, il contrammiraglio Salvatore Ruzittu ha assunto a nome dell'Italia e per i prossimi sei mesi il comando della Combined task force 152, la squadra navale che nell'ambito della missione "Enduring freedom" incrocia nel Golfo Persico centro-meridionale, e di cui fanno parte le navi da guerra inviate dal governo Prodi, con a bordo anche fanti di marina del reggimento San Marco ed incursori, per un totale di 343 uomini. Tra i compiti della task force a comando italiano c'è anche quello di scortare "unità logistiche e mercantili" che attraversano lo stretto di Hormuz, oltre a quello di "protezione delle piattaforme petrolifere". Questo significa che non solo potrà scortare navi da guerra destinate o in partenza dall'Iraq, ma ha anche il compito di proteggere il petrolio rubato dagli imperialisti al popolo iracheno: insomma, da una parte il governo Prodi si disimpegna dal pantano iracheno a livello terrestre, dall'altra offre a compensazione agli alleati anglo-americani un maggior impegno a livello navale, valido contemporaneamente per i teatri iracheno e afgano. Da notare che comunque la squadra navale italiana inquadrata in "Enduring freedom" non prende ordini dal nostro governo bensì direttamente da quello Usa. Infatti le tre task force alleate operanti in quell'area, tra cui quella comandata da Ruzittu, dipendono dal vice ammiraglio Patrick Walsh, capo del Comando centrale delle forze navali Usa a cui fanno capo sia la V flotta che le Forze navali combinate. A sua volta Walsh dipende dal Comando centrale Usa di Tampa (Florida), che risponde direttamente al segretario alla Difesa Rumsfeld e quindi a Bush. 12 luglio 2006 |