Il programma elettorale della casa del fascio di Berlusconi, Bossi, Fini e Casini Una lista di impegni imperialisti, neofascisti, federalisti, razzisti, liberisti e familisti In continuità con le controriforme approvate in questi cinque anni in campo costituzionale, giuridico, economico, fiscale, sociale, ambientale, scolastico e del lavoro La Casa delle libertà del neoduce Berlusconi e di Bossi, Fini e Casini, che noi abbiamo ribattezzato a ragione, Casa del fascio, ha messo a punto e reso pubblico il suo programma elettorale in vista delle elezioni politiche del 9-10 aprile. Un documento lungo 21 pagine e composto da dieci punti, oltre la premessa politica, dunque più stringato di quello enciclopedico presentato dall'Unione di Prodi, ma non per questo, come invece amano dire gli autori, migliore. In questi dieci punti sono trattati nell'ordine i seguenti temi: Famiglia; Sud; Sviluppo economico e competitività; Nuova legge delle professioni; Sviluppo ulteriore della nuova legge sui distretti industriali; Fisco; Finanza pubblica; Casa; Sanità; Ricerca ed energia; Società solidale; Giustizia e sicurezza territoriale. Prima di andare a vedere concretamente cosa contengono i suddetti punti programmatici è importante capire: quali sono le forze politiche che li propongono e li sostengono e in quale disegno politico generale si inseriscono, qual è il segno ideologico che li caratterizza e quali sono le finalità, in che rapporto sono con la politica estera, istituzionale e costituzionale, economica, sociale e del lavoro portata avanti dal governo di "centro-destra" negli ultimi cinque anni di legislatura. I partiti della Casa del fascio Per quanto riguarda il primo quesito. La Casa del fascio è composta da Forza Italia, ossia dal partito del neoduce Silvio Berlusconi reazionario e neofascista, presidenzialista, federalista e liberista, piduista e filomafioso. Dalla Lega Nord, ossia il partito di Umberto Bossi, dichiaratamente federalista, se non separatista, razzista e xenofobo, vedi anche le ultime provocatorie provocazioni anti islamiche dell'ex ministro per le "riforme istituzionali", Roberto Calderoli. Da Alleanza nazionale, ossia il partito fascista vecchio stampo di Gianfranco Fini, l'ex MSI, l'erede della "repubblica di Salò". Dall'UDC, ossia il partito di Pierferdinando Casini, cioè gran parte della vecchia destra democristiana, la formazione politica più inquinata da Cosa nostra siciliana, come dimostrano i processi in corso contro il presidente regionale Cuffaro e una schiera di politici e amministratori ad esso appartenenti. A ciò vanno aggiunti gli ultimi acquisti, sbandierati senza vergogna, gli ultrafascisti con in testa Alessandra Mussolini leader di Alternativa sociale e a seguire, Roberto Fiore segretario di Forza Nuova ed ex di Terza Posizione, Adriano Tilgher segretario del Fronte sociale nazionale, Pino Rauti segretario di Idea sociale, Luca Romagnoli segretario del Movimento Sociale- Fiamma Tricolore, Maurizio Boccacci, esponente di Fiamma Tricolore ed ex Movimento Politico Occidentale. Tutta gente che abitualmente e senza remore inneggiano a Benito Mussolini e Adolf Hitler, espongono i simboli del fascio e della svastica e persino negano (o minimizzano) il genocidio di ebrei attuato nei lager, ma anche di oppositori al nazismo, comunisti anzitutto. Tra questi, ve ne sono di protagonisti della "strategia della tensione" e delle stragi nere degli anni '70, da quella di Milano a quella di Bologna. Vanno poi considerate altre alleanze elettorali che dovrebbero portare voti al polo berlusconiano: quella con il Movimento per le autonomie siciliane, quella con il Nuovo PSI di De Michelis, quella con la DC di Rotondi, quella con il PRI di Giorgio La Malfa. Stanno col "centro-destra" anche liste come il PLI, la Fed. It. Pensionati Uniti, Verdi verdi, Progetto Natura, No euro, Sos Italia, Unione nord est, Italia di nuovo, Riformatori Liberali. Per quanto riguarda il secondo quesito, ci aiutano a rispondere gli stessi estensori del programma quando scrivono, in fondo alla premessa politica, che: "Quelle che seguono sono alcune proposte che si sommano al nostro programma del 2001 e all'azione in corso da parte del nostro governo". E quando aggiungono, al termine del testo, che: "Questo programma completa e qualifica quanto è stato realizzato nella passata legislatura, consolidandone i risultati". Perciò la chiave di lettura è la continuità e il completamento di quanto fatto in questi ultimi cinque anni. Con le "36 grandi riforme del governo Berlusconi" indicate nel punto 3 della prima parte del documento, detto in parole povere con le controriforme approvate in campo costituzionale, giuridico, economico, fiscale, sociale, ambientale, scolastico e del lavoro. Controriforme di stampo imperialista, presidenzialista, federalista, razzista, liberista e familista, passate anche grazie alla debole e talvolta consociativa opposizione parlamentare del "centro-sinistra" e che il PMLI ha sempre denunciato con forza come una nuova marcia su Roma per rimettere la camicia nera all'Italia e per instaurare il regime della seconda repubblica neofascista, secondo i dettami del "Piano di rinascita democratica" della P2 di Gelli. Le controriforme berlusconiane Di cosa stiamo parlando? Della controriforma della Costituzione, non a caso indicata al primo posto dai leader della Casa del fascio, che stravolge radicalmente il testo antifascista e democratico-borghese del 1948, inserendo il presidenzialimo, attraverso i poteri assoluti al premier, e la devoluzione che spacca l'Italia in 20 staterelli. Della legge 30 che ha precarizzato tutto il lavoro. Della "riforma fiscale" per abbattere le tasse ai ricchi e ricchissimi, senza niente dare ai redditi medio-bassi. Della "riforma" sulle pensioni che completa la privatizzazione della previdenza sociale. Quanto all'aumento delle pensioni sociali, si è trattato di una promessa in larghissima parte non mantenuta. Stiamo parlando delle "riforme" Moratti per la scuola, l'Università e gli enti di ricerca, riportando l'istruzione al modello fascista e classista Gentile e favorendo in modo sfacciato la scuola privata e confessionale, tagliando drasticamente i fondi alla ricerca scientifica. Della Bossi-Fini sull'immigrazione di marca xenofoba, razzista, schiavista, sostanzialmente repressiva. Della "riforma" sulle tossicodipendenze, che elimina la differenza tra droghe leggere e droghe pesanti, cancella l'approccio della "riduzione del danno", rischia di riempire le galere di giovani "spinellatori", favorisce le comunità private di recupero a danno di quelle pubbliche. Dell'abolizione del servizio militare obbligatorio (peraltro approvata dal "centro-sinistra" quando governava nella precedente legislatura) per far posto all'esercito professionale, più adatto alle imprese imperialiste fuori dai confini nazionali. E ancora, le controriforme concernenti la giustizia: quella fascista sull'ordinamento giudiziario, con chiari segni di incostituzionalità, finalizzata a sottomettere la magistratura all'esecutivo, quelle ad personam per tutelare gli sporchi interessi dell'inquisito Berlusconi e dei suoi amici Cesare Previti e Marcello Dell'Utri, quali la legge che abolisce la tassa di successione, la legge che cancella, di fatto, il falso in bilancio, la normativa che rende impossibile servirsi delle rogatorie internazionali, la legge per il rientro dei capitali esportati illegalmente all'estero, la legge Cirami sul "legittimo sospetto" per ricusare il giudice, il lodo Schifani per dichiarare non processabili le più alte cariche dello Stato (in primis Berlusconi), la ex Cirielli che stanga i piccoli delinquenti che reiterano il reato e salva i grandi e ricchi delinquenti con il taglio dei tempi per la prescrizione dell'imputazione, infine la recente legge Pecorella per impedire il giudizio d'appello dopo l'assoluzione di primo grado. Un insieme di provvedimenti che, tra l'altro, hanno favorito la mafia, le truffe bancarie, la grande speculazione finanziaria e immobiliare, l'evasione fiscale. In campo economico e sociale, il governo Berlusconi, attraverso le sue Finanziarie stangatrici, lascia un Paese profondamente in crisi, in recessione, con un'inflazione che riduce il potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, un tasso di disoccupazione alto e in crescita. Nel 2005 si sono persi ben 102 mila posti di lavoro. C'è stato inoltre un impoverimento dilagante tra le larghe masse popolari e uno spostamento esponenziale della ricchezza dal lavoro alla rendita parassitaria e in generale ai profitti capitalistici. Lo sa bene Berlusconi, che alla faccia della (ridicola e inefficace) legge sul "conflitto d'interessi" ha raddoppiato i profitti delle sue aziende a partire da Mediaset e Fininvest, grazie anche ad un'altra controriforma varata dal suo governo, quella denominata Gasparri sul sistema radiotelevisivo. I tagli a trasferimenti finanziari alle regioni e agli enti locali hanno prodotto una caduta qualitativa e quantitativa dei servizi pubblici e dell'assistenza sociale sul territorio. Il Sud è ancora più povero. La famosa "Legge Obiettivo" per le grandi opere pubbliche è rimasta praticamente sulla carta. Le uniche realizzazioni andate avanti sono le consulenze miliardarie per la progettazione di dette opere, andate in prevalenza alle aziende (RockSoil e Stone) di proprietà, guarda caso, della famiglia del ministro per le infrastrutture, Pietro Lunardi. In campo ambientale il governo Berlusconi ha incentivato l'abusivismo edilizio e varato norme che favoriscono la cementificazione persino delle spiagge. Inoltre, istituendo la "Patrimonio Spa" ha dato il via alla svendita degli immobili di proprietà statale, anche di valore storico, artistico e culturale. In politica estera, il governo del nuovo Mussolini, legato al carro dell'Hitler della Casa Bianca, Bush, ha sposato la teoria imperialista della "guerra preventiva" e dell'esportazione della "democrazia" in punta di baionetta, e ha trascinato sciaguratamente l'Italia nelle guerre di aggressione all'Afghanistan e all'Iraq, dove operano ancora contingenti militari, ciò in violazione flagrante dell'art.11 della Costituzione. La triade mussoliniana "Dio, patria, famiglia" ha rappresentato il verbo guida della Casa del fascio, unitamente alla dottrina sociale della Chiesa cattolica, clericale e oscurantista. Ciò emerge con chiarezza nella politica messa in atto e in quella che intendono perseguire nei prossimi anni sui problemi delle donne, delle coppie, della sessualità, dell'aborto. In questo contesto non si può non denunciare la legge 40, medioevale, repressiva e antiscientifica sulla fecondazione artificiale (non) assistita e il boicottaggio del referendum per la sua cancellazione; gli attacchi, su istigazione del cardinal Ruini e dello stesso papa Ratzinger, alla 194 per l'interruzione della gravidanza, l'ostruzionismo all'uso della pillola del giorno dopo, il rifiuto di qualsiasi riconoscimento delle coppie di fatto e dei diritti civili elementari per i gay e le lesbiche. I punti programmatici In capo a tutto il "centro-destra" mette infatti "La famiglia intesa come comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna", posto come "centro privilegiato del rapporto fiscale basato sul criterio del quoziente familiare". Ed emerge subito la concezione privatistica e familistica, nonché sussidiaria, dello "Stato sociale". Non servizi sociali pubblici gratuiti a carico dello Stato, ma servizi a domanda individuale a pagamento. Non diritti sociali garantiti universalmente ma, in una logica caritatevole ipocrita, al massimo miseri sussidi per i più poveri. A sostegno della famiglia, le proposte avanzate insistono sul "bonus bebé", sul sussidio alla scuola privata e sul "bonus locazione" per le giovani coppie meno abbienti. Senza dire, a questo proposito, che per colpa dei tagli finanziari del governo molti enti locali sono stati costretti a cancellare il contributo ai poveri per pagare l'affitto. Per il Sud non c'è nulla di nuovo e di positivo. Si conferma il piano di realizzazione delle infrastrutture, di cui nella legislatura passata non s'è visto nulla se non la Tav per il trasporto ferroviario dei ricchi e la costruzione dell'inutile, costoso e dannoso Ponte sullo Stretto di Messina. Fa ridere l'impegno sul contrasto della criminalità organizzata, visto che le leggi approvate e la volontà politica espressa hanno rafforzato il potere mafioso nelle regioni meridionali. Nel punto dedicato allo sviluppo economico. Il neoduce e i suoi compari rilanciano la promessa delle precedenti elezioni di "un ulteriore milione di posti di lavoro". Chi può credere a questa panzana, dopo l'esperienza fatta? Dopo che il "mercato del lavoro" è diventato un mare di precariato supersfruttato, senza diritti e senza garanzia per il futuro. Anche a guardare le misure previste per i distretti industriali ci si trova di fronte a proposte minute oltreché vaghe. Sul fisco, il "centro-destra" si propone di proseguire la controriforma attuata nel corso della legislatura, accentuando la sua caratterizzazione sul quoziente familiare. Questo significa indebolire ulteriormente il meccanismo di prelievo progressivo sui redditi, alleggerire le tasse sugli stipendi alti, mantenere inalterata la pressione fiscale sui salari operai e sulle pensioni medio-basse; ma forse sarebbe meglio dire aumentarla, visto che non è prevista la restituzione del fiscal-drag. Circa l'impegno a contrastare l'evasione fiscale, non ha alcuna credibilità detto da un governo che l'evasione l'ha sempre incoraggiata con condoni di tutti i tipi. Ai padroni della Casa del fascio promette tanti soldi a pioggia. Come? Con la detassazione degli utili reinvestiti, senza vincoli per l'occupazione; la riduzione del cuneo fiscale di cinque punti sul "costo del lavoro", la decurtazione progressiva dell'Irap. Senza spiegare dove andranno a prendere le risorse necessarie per coprire l'abbattimento di queste tasse. Sulla finanza pubblica la Casa del fascio si ripromette di abbassare il debito attraverso l'ennesima svendita del patrimonio pubblico, a favore dei pescecani speculatori capitalisti, che magari poi riaffittano a cifre da capogiro gli stessi immobili all'amministrazione pubblica. Inoltre parla di un "patto tra Stato, Regioni, Province e Comuni" per realizzare il federalismo fiscale e ridurre il debito. Con quali effetti sulla gestione delle città e le condizioni di vita delle masse popolari che si possono immaginare. La presa di giro più grossa è contenuta nel punto dedicato alla casa. Lo slogan berlusconiano una casa per tutti si è ridotto a un piano per il riscatto da parte degli inquilini delle case di proprietà pubblica. Senza preoccuparsi se questi inquilini sono in grado di sostenere questa spesa o meno. Di nuova edilizia popolare a fitti equi, nemmeno una parola. Indecente poi l'intenzione di stabilizzare le norme fiscali sui lavori di ristrutturazione edilizia, sapendo che nell'ultima Finanziaria, per questi stessi lavori l'Iva è stata portata dal 10 al 20%. Sulla sanità, è richiamato il piano per l'eliminazione delle liste di attesa. Come è possibile realizzare questo obiettivo dal momento che il governo Berlusconi ha tagliato costantemente le disponibilità economiche delle aziende sanitarie locali e mantenuto sotto organico infermieristico il settore. Cosa si intende con "riforma" della 180 (malati di mente)? Riaprire i manicomi? Se fosse così, no grazie, non si torna indietro! Sulla ricerca scientifica, questo programma elettorale rilancia la trasformazione delle Università in Fondazioni, ossia in società private, o comunque compartecipate da privati, sull'esempio di quanto esiste nei paesi anglosassoni (Usa e Inghilterra). È questa una concezione neoliberista, opposta a quella che noi sosteniamo dell'Università pubblica e gratuita. Sull'energia le proposte ruotano attorno alla costruzione dei gassificatori e la realizzazione di termovalorizzatori per l'incenerimento dei rifiuti. E quasi di soppiatto si torna a parlare di sviluppo del nucleare, in Italia a suo tempo bocciato dalla maggioranza degli elettori con un apposito referendum. Circa gli impegni segnalati nel punto "società solidale". Spicca la promessa elettoralistica di portare a 800 euro le pensioni minime. Come crederci dopo che la promessa del 2001, di alzare tutte le pensioni sociali a non meno di 500 euro, è stata ampiamente disattesa? L'altro impegno è quello di potenziare il "servizio nazionale civile" che la Casa del fascio vorrebbe utilizzare sul sociale in parziale sostituzione dei servizi pubblici sempre più decurtati. L'ultimo punto è quello preferito da Berlusconi e dalla sua banda di inquisiti, talvolta con sentenze di condanna, la giustizia e la sicurezza. Il loro programma si sintetizza nel perseguimento di una giustizia (ordinamento e codice penale) sottomessa al potere politico, debole e connivente con i forti, e brutalmente repressiva con i deboli. Il completamento della "riforma" dell'ordinamento giudiziario che distingua e separi le funzioni del pubblico ministero da quelle del giudice, la sottrazione di poteri del CSM da passare all'esecutivo, con la conseguente perdita dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura, mira a questo obiettivo. Lo spirito repressivo fascista insito nelle leggi sull'immigrazione, sulla droga, sui tempi della prescrizione, sulla legittima difesa è in quella logica. Le ricorrenti brutali e criminali cariche poliziesche contro le manifestazioni operaie, studentesche e popolari, come nel caso recente della protesta contro la Tav in Valsusa come accadde per le proteste anti G8 a Genova nel 2001, è la loro concezione di sicurezza. Nessun democratico e antifascista che abbia un minimo di coerenza può votare per i leader e per i partiti di questa coalizione! 8 Marzo 2006 |