Programma amministrativo del PMLI per Napoli e provincia PREMESSA Il seguente programma amministrativo per Napoli e provincia non può essere né compreso né considerato completo senza tenere presente il programma generale e le rivendicazioni contenute nel Nuovo programma d'azione del PMLI, diviso per settori e accompagnato dalla illustrazione della linea di massa e di fronte unito del Partito. Gran parte della sua realizzazione infatti passa per battaglie che possono essere vinte solo con mobilitazioni di carattere regionale o nazionale. Per esigenze di sintesi ne citiamo due, quali premesse inderogabili: 1) sviluppare la lotta del proletariato italiano per affossare la devoluzione e il federalismo fiscale, il cui scopo è azzerare i fondi statali destinati alla scuola e all'università, alla sanità, al cosiddetto "Welfare", all'industralizzazione del Mezzogiorno, spaccare l'unità di classe dei lavoratori attraverso l'abolizione del contratto nazionale di lavoro e la reintroduzione delle gabbie salariali, regalare alle cosche mafiose il governo del territorio, dalle città ai piccoli comuni. 2) Sviluppare la lotta del proletariato italiano per colpire i santuari economici e finanziari della camorra e della mafia, che ha i piedi ben piantati in Campania, ma la testa tra i palazzi romani e la borsa di Milano. UN PIANO STRAORDINARIO PER IL LAVORO Inderogabile priorità per la metropoli napoletana, già prima che la crisi economica e finanziaria mondiale del capitalismo si abbattesse come un uragano sulle disastrate condizioni di vita del proletariato e delle masse popolari, è un piano straordinario per il lavoro, il quale garantisca che: 1) Nessun posto di lavoro esistente nell'industria, nell'agricoltura, nel commercio, nel terziario e nel "pubblico impiego", vada perduto. 2) Tutti i lavoratori che negli ultimi mesi e anni sono stati licenziati o messi in cassa cassa-integrazione siano reinseriti stabilmente al lavoro. 3) Alla Fiat di Pomigliano d'Arco vengano affidate nuove commesse per scongiurare ogni ipotesi di chiusura o ridimensionamento produttivo dello stabilimento e del suo indotto. 4) La Fiat venga nazionalizzata e lo Stato ne imponga la riconversione ecocompatibile. - Di impatto immediato per lenire il dramma della disoccupazione dilagante è un provvedimento trasparente di assunzioni nella raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti dando la precedenza ai disoccupati di lunga durata, alle famiglia povere ed ai corsisti già inseriti nel "progetto Isola". Tale piano dovrà prevedere che i lavoratori assunti stabilmente, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelati, frequentino dei corsi di formazione pubblici in orario di lavoro che comprenda lo studio teorico e pratico delle misure proposte dai Comitati di lotta per la difesa della salute e dell'ambiente della Campania per uscire dal Commissariamento, dalla conseguente "emergenza rifiuti" e devastazione ambientale e sanitaria. - Di impatto strategico sull'occupazione e l'urbanistica della città è invece il "piano regolatore per Bagnoli e la zona orientale" di cui occorre bloccare le varianti in corso d'opera tanto care alle lobby dei palazzinari e dei camorristi. Nel secondo caso (area Est) i marxisti-leninisti propongono lo smantellamento dei pericolosi impianti petrolchimici di Gianturco, il risanamento ambientale e infrastrutturale, il potenziamento dei servizi e dei trasporti e la reindustrializzazione dell'intera area che va da Ponticelli a S. Giovanni a Teduccio attraverso l'insediamento di medie industrie eco-compatibili. Il centro sociale "Officina 99" non deve essere toccato, bensì ristrutturato secondo le esigenze dei giovani che lo frequentano, a spese del Comune. Nel primo caso (Bagnoli-Coroglio) proponiamo invece che a seguito dell'opera integrale di bonifica, l'area ex-Italsider di Coroglio divenga un grande parco verde attrezzato, alle spalle di una spiaggia attrezzata, aperta a tutti e per tutti balneabile. Piccoli "bed and breakfast" cofinanziati dal Comune lungo Via Bagnoli e Via Coroglio, allestimento di spazi ricreativi e stand espositivi negli ex-capannoni industriali, dati in autogestione a giovani, studenti e associazioni culturali e scientifiche indipendenti dalle istituzioni. - Sia ad oriente che ad occidente siamo fermamente contrari all'incremento degli indici di edificabilità rispetto al piano originario che darebbe luogo ad un nuovo sacco della città com'è accaduto nel recente passato per i quartieri dormitorio abusivi di Scampia, Pianura, Casavatore, Melito, Monteruscello, Licola, ecc. A Bagnoli come a Vigliena non vogliamo colate di cemento in mare per il trastullo dei diportisti di alto bordo, né zone "zone franche" e "project financing" che regalino l'area ai pescecani privati ed ai camorristi, ma opere di pubblica utilità interamente finanziate dallo Stato e dalle istituzioni locali attraverso una lotta seria alla evasione fiscale e ai paradisi fiscali. - Per quanto riguarda il quartiere di Pianura e l'intera provincia di Napoli la prima cosa da fare, impiegando subito i lavoratori del luogo, è ripulire il territorio dalle migliaia di discariche legali ed illegali di rifiuti di ogni tipo e da tutti i siti di stoccaggio delle "eco" balle, per riconsegnare il territorio alla sua vocazione agricola. - Con la stessa forza e determinazione i marxisti-leninisti partenopei propongono che venga abrogato subito il piano sanitario ospedaliero regionale varato dalla giunta del plurinquisito Antonio Bassolino che prevede la chiusura e l'accorpamento delle Asl, degli Ospedali, la riduzione drastica dei posti di lavoro e dei posti letto, la vendita di beni immobili e un'ulteriore ondata di esternalizzazione di servizi. Occorre coprire con nuove assunzioni stabili le piante organiche scoperte nella sanità, non distruggerla! Occorre bloccare subito l'ipotesi di chiudere gli ospedali Annunziata, Ascalesi, S. Gennaro, Villa Betania e Loreto Mare nel centro storico di Napoli, così come i presidi ospedalieri di Frattamaggiore, Torre Annunziata, Torre del Greco, che vanno viceversa ammodernati e ristrutturati. Se bisogna scongiurare che l'istituto dei tumori Pascale sia trasformato in una fondazione di diritto privato occorre pressare le istituzioni in camicia nera per una celere apertura dell'"Ospedale del mare" (senza il centro commerciale e con più posti letto!) e del "Polo pediatrico di Acerra", incompatibile con il mostruoso e superinquinante inceneritore inaugurato nel "triangolo della morte" dal neoduce Berlusconi e dal gerarca Bertolaso. - Più in generale il nostro piano sanitario e ospedaliero prevede che 1) l'area metropolitana di Napoli sia coperta da almeno dieci Unità sanitarie locali, una per ogni circoscrizione, 2) l'hinterland di Napoli, altrettanto popoloso della città, debba averne almeno altrettante, 3) in ogni unità sanitaria locale siano potenziati i distretti sanitari di base per garantire alla popolazione il diritto alla salute e all'assistenza sanitaria degna di tal nome. Dunque più numerosi ed efficienti devono essere i servizi di assistenza domiciliare integrata, di prevenzione, di ispettorato sul lavoro, i consultori materno-infantili, i punti parto e i servizi per l'Ivg (liberati dagli "obiettori"), i servizi di assistenza ai tossicodipendenti, ai disabili, agli anziani non autosufficienti ed ai "malati di mente", oggi scandalosamente carenti, 4) ogni circoscrizione e Comune abbia almeno un presidio attrezzato di Pronto Soccorso e posti letto di rianimazione e lungodegenza in modo da decongestionare il lazzaretto del Cardarelli, 5) ogni quartiere e frazione disponga di almeno uno studio dentistico e di un poli-ambulatorio specialistico, pubblico e gratuito. - Per procedere al potenziamento dell'assistenza sanitaria, sociale e socio-sanitaria nella provincia di Napoli si possono rendere disponibili allo scopo i 750 milioni di euro sequestrati alla criminale multinazionale Impregilo della famiglia Romiti oltre a procedere alla espropriazione delle strutture private e convenzionate che depredano il denaro della collettività e fanno lievitare il "debito pubblico", già stratosferico, del comparto, a cominciare da quelle che sono state coinvolte in truffe ai danni del Sistema sanitario nazionale e/o in inchieste di camorra (vedi commissariamento per infiltrazione camorristica dell'Asl Na4), comprese le multinazionali del farmaco. Queste risorse, insieme alla cancellazione degli odiosi ticket sanitari, allo sblocco del turn-over ed allo spostamento di medici, infermieri e tecnici dal settore privato a quello pubblico, possono dare una boccata di ossigeno alle disastrate condizioni di salute del popolo partenopeo. Altri provvedimenti urgenti consistono nel ridurre drasticamente gli stipendi da nababbo dei manager di Asl e ospedali e cambiare il meccanismo di nomina dei vertici delle strutture sanitarie e socio-sanitaria, non più imposti dal governatore o dalla cosca partitica di turno, bensì da parte delle assemblee generali dei lavoratori che devono anche avere il potere di revoca in qualsiasi momento. - Solo il controllo popolare infatti può spazzare via gli intollerabili ricatti sulle liste di attesa, il clientelismo elettorale, il vortice di appalti e subappalti di servizi affidati a ditte in odore di camorra, il vortice di consulenze dorate e progetti fantomatici. Solo abrogando la legge Turco del 2000, che ha affossato l'assistenza sociale, è possibile rendere pubblico il sistema delle cooperative e del no-profit di competenza comunale, e stabilizzare l'esercito di precari che attendono da tanti mesi gli stipendi arretrati. - Il precariato di massa va scalfito anche garantendo che tutti i ricercatori, gli insegnanti precari e gli insegnanti di sostegno siano immessi in ruolo nelle scuole e nelle università dove lavorano. - Non un posto deve essere cancellato nella scuola, nell'università e nella sanità che rappresentano due importanti settori per la tenuta occupazionale di una città e una provincia desertificate dal punto di vista industriale, grazie alle scellerate politiche dei governi e delle istituzioni locali. - Tutte le strutture e gli edifici pubblici, a cominciare dalle scuole, vanno messe subito in sicurezza dal punto di vista statico ed antisismico. LOTTA ALLA CAMORRA Nel corso di una crisi economica come quella che stiamo vivendo, con un governo neofascista che è qualcosa in più di un alleato affidabile in campagna elettorale, c'è la possibilità concreta che la camorra istituzionale e non, che ha da sempre speculato sulla fame di lavoro delle masse popolari e sulle condizioni di degrado e sottosviluppo del Mezzogiorno d'Italia, possa diventare in tutto e per tutto amministratrice a Napoli e provincia e le candidature presentate dalle cosche partitiche per queste elezioni provinciali ed europee non fanno che confermare questa tendenza e questo allarme, sul quale invitiamo a riflettere tutti i sinceri democratici, antifascisti ed antimafiosi. - A livello locale possiamo notare quali sono gli affari in gioco seguendo i principali capitoli di spesa istituzionali per: la Linea 1 della Metropolitana (inizio lavori 1972), i fondi nazionali ed europei per le bonifiche (mai avviati) e le aree sottosviluppate, il disinquinamento del fiume Sarno (circa 1.000 miliardi), "i termovalorizzatori" (i truffaldini finanziamenti Cip6 nella bolletta dell'Enel), i servizi idrici e di depurazione (già privatizzati e in mano agli sciacalli della Gori Spa nell'area vesuviana), le operazioni di speculazione edilizia a Bagnoli e nella zona orientale (le suddette varianti al piano regolatore), gli appalti e i subappalti infiniti per la Tav e per l'eterna incompiuta, l'autostrada Napoli-Salerno. Ciò significa che il saccheggio del denaro pubblico resta la principale attività della criminalità organizzata fin dal terremoto del 1980, nonostante le cronache giornalistiche raccontino di una camorra tutta concentrata sul trasporto e la vendita di droga. - La lotta alla camorra passa per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del popolo che essa intende depredare e schiavizzare con i suoi metodi fascisti. Il nostro programma nel dettaglio prevede: 1) Regolarizzare contrattualmente tutti i precari e chi lavora in nero, compresi gli immigrati stagionali senza permesso di soggiorno e i lavoratori di aziende sotto i 15 dipendenti. 2) Estendere il contratto nazionale di lavoro e lo "Statuto dei lavoratori" alle decine di migliaia di lavoratori del commercio, dell'edilizia, dell'agricoltura, del turismo e della grande distribuzione commerciale. 3) Vietare i subappalti. 4) Stroncare il traffico dei rifiuti industriali e speciali dal Nord Italia. 5) Potenziare in uomini e mezzi le Procure di Napoli, Santamaria Capua Vetere e Torre Annunziata, a partire dagli uffici che si occupano di scovare i santuari bancari del riciclaggio del denaro mafioso, delle cupole che gestiscono la depredazione dei fondi pubblici, come il commissariamento ai rifiuti e i vertici delle Asl, e delle connessioni della criminalità organizzata con la politica, l'imprenditoria, la massoneria e l'alta finanza. 6) Inasprire le pene e le condanne per chi promuove ed organizza il "voto di scambio", per i caporali, per i padroni che non rispettano le norme contrattuali e le norme sulla sicurezza sul lavoro, per chi sfrutta il lavoro minorile e devasta l'ambiente. 7) Destinare i beni confiscati alle cosche mafiose all'apertura di asili nido e scuole elementari pubbliche e gratuite anche per sgravare di un fardello le masse femminili e consentirgli di entrare con meno affanni e tribolazioni nel mondo del lavoro. 8) Destinare i soldi sequestrati ai mafiosi per creare in ogni quartiere dei luoghi di socializzazione per bambini, per giovani ed anziani, dando priorità alle spettrali periferie di Napoli che vanno preliminarmente risanate e rese vivibili. 9) Abolire le agenzie di lavoro interinali (caporalato moderno) e ricostruire un nuovo e più efficiente sistema informatico di collocamento pubblico, con centri per l'impiego attrezzati, competenti e trasparenti in ogni quartiere. 10) Smantellare le basi Nato di Bagnoli, Licola e Giugliano. - Assodato che il PMLI non intende presentare propri candidati alle prossime elezioni provinciali, tutti i piani sopra tratteggiati è possibile strapparli alle istituzioni locali e nazionali in camicia nera attraverso: 1) La creazione di comitati di lotta. 2) L'unificazione dei comitati e movimenti di lotta per il lavoro della provincia, il coordinamento con il forte ed avanzato movimento studentesco napoletano, con i coraggiosi comitati di lotta per la difesa della salute e dell'ambiente, come quelli di Chiaiano, di Acerra e del giuglianese, con le associazioni e i movimenti che si battono contro la camorra e le mafie. Serve una piattaforma condivisa e votata nelle assemblee generali che tenga conto della necessità di coordinare le lotte degli operai, dei disoccupati, dei precari, di tutti i lavoratori con quelle delle masse studentesche. LE ISTITUZIONI RAPPRESENTATIVE DELLE MASSE FAUTRICI DEL SOCIALISMO I marxisti-leninisti partenopei invitano l'elettorato di sinistra di Napoli e provincia ad impegnarsi a costruire in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta. Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si astengono alle elezioni, che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e sono disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime. Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale. I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, astensioniste fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria. I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale rappresentano il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale. Sono i governi delle masse fautrici del socialismo che si contrappongono a quelli della borghesia. Lo scopo fondamentale dei Comitati popolari è quello di guidare le masse, anche se non fanno parte delle Assemblee popolari, nella lotta politica per strappare al potere centrale e locale opere, misure e provvedimenti che migliorino le condizioni di vita e che diano alle masse l'autogestione dei servizi sanitari e sociali e dei centri sociali, ricreativi e sportivi di carattere pubblico. I Comitati popolari devono battersi affinché le città siano governate dal popolo e al servizio del popolo. Il che può avvenire solo nel socialismo. Lo strumento organizzativo, il principio regolatore della vita, delle attività, delle decisioni e dell'azione dell'Assemblea popolare e dei Comitati popolari è costituito dalla democrazia diretta. La democrazia diretta mette al centro la volontà delle masse organizzate e subordina a questa volontà chi è di volta in volta, o per un certo tempo, delegato a rappresentarle. Esclude la delega in bianco e permanente, senza controlli e verifiche, l'egemonismo e la prevaricazione di singoli e gruppi di potere. Pratica un rapporto stretto tra eletto ed elettore e si basa sul coinvolgimento costante delle masse e sul loro protagonismo. Chi condivide questa nostra posizione si unisca subito a noi nelle Squadre di propaganda dell'astensionismo marxista-leninista, e insieme daremo colpi più duri e più devastanti al capitalismo e ai suoi governi centrale e locali, al regime e alle ingannatorie e oppressive istituzioni rappresentative borghesi. Votate il PMLI, astenendovi, per le città governate dal popolo e al servizio del popolo! Votate il PMLI, astenendovi, per creare insieme le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo! Votate il PMLI, astenendovi, per spingere in avanti la lotta di classe per abbattere il governo del neoduce Berlusconi e la terza repubblica! Votate il PMLI, astenendovi, per avanzare nella lotta per l'Italia unita, rossa e socialista! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli Napoli, 11 maggio 2009 |