All'annuale incontro tenutosi a Washington I progressisti americani criticano Obama Contestata la speaker della Camera Nancy Pelosi Dal 6 al 9 giugno si è tenuto a Washington l'incontro annuale dei progressisti americani che ha messo insieme attivisti, sindacalisti, economisti e alcuni degli esponenti "liberal" del partito democratico per fare il punto sul primo anno e mezzo di attività dell'amministrazione Obama. E per rilanciare l'iniziativa in vista delle elezioni politiche del prossimo autunno che dai sondaggi prefigurano una rimonta dei repubblicani. La piccola folla di attivisti che ha partecipato all'incontro, tanti che avevano lavorato per le vittorie dei democratici nel 2008 al Congresso e nella corsa alla Casa Bianca, più che partecipare alla discussione sulla prossima campagna elettorale si è concentrata sul bilancio dei 18 mesi di governo e ha espresso le sue delusioni sul mancato cambiamento promesso da Obama. "Una vittoria elettorale non significa un mandato progressista", ha affermato uno degli oratori ufficiali ricordando che anche se ci sono state delle riforme "siamo sempre più insoddisfatti. E con ragione, la Casa Bianca dà segnali incerti, intermittenti". Alcuni segnali dalla platea non erano affatto incerti come quello venuto nell'unico appuntamento dedicato alla politica estera, sull'Afghanistan, dove la prima domanda dal pubblico è stata: come facciamo a permetterci i costi di una guerra con il 10% di disoccupazione in casa?. Un malumore che si è espresso anche verso la speaker della camera dei rappresentanti, la democratica Nancy Pelosi, considerata un'alleata dei progressisti al Congresso, contestata per tutta la durata del suo intervento. 7 luglio 2010 |