La controriforma Moratti al centro della mobilitazione Forte protesta degli studenti dei Conservatori Musicali Occupazioni e assemblee permanenti a Napoli, Roma, Firenze e Milano Dal corrispondente della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Roma È da diverso tempo, ormai, che la protesta dei Conservatori Musicali italiani va avanti: a Napoli, Roma, Milano e Firenze gli studenti hanno occupato gli istituti e creato in alcuni casi delle assemblee permanenti. È il caso di Roma, dove a fronte di una pur breve occupazione di qualche giorno, gli studenti hanno organizzato un'assemblea permanente che non accenna a voler morire. A Napoli, invece, il Conservatorio è stato occupato per più tempo di tutti e la protesta è stata più forte, accompagnata anche da un documento che argomenta le ragioni dello "stato di agitazione" e dell'assemblea permanente. La lotta sembra raccogliere consensi "bipartisan", almeno fra i musicisti (non è raro imbattersi in qualche elettore della Casa del fascio che minaccia di andare a suonare sull'autostrada A1 se le cose non cambieranno), mentre ai vertici del potere i politicanti borghesi preferiscono tacere, dato anche il ristretto insieme di persone direttamente interessate alla politica musicale. Ma vediamo qual è il problema concreto: il sistema d'istruzione musicale era suddiviso in 3 anni di corso preparatorio, in genere conseguito durante il periodo della scuola media dai ragazzi "in età", 5 anni di corso inferiore, un corso medio di 3 anni (omesso per alcuni strumenti), 2 anni di corso superiore. Alla fine del corso di studi si otteneva, e si può ottenere tuttora, un Diploma equivalente a quello dell'esame di Stato alle scuole superiori. Per adeguarsi al sistema europeo Letizia Moratti, attuale neopodestà di Milano ed ex ministro dell'Istruzione nel governo Berlusconi, creò un Nuovo Ordinamento didattico che consiste nell'istituzione di un corso universitario di 3+2 anni, come all'Università, mentre il conseguimento dei vecchi corsi dovrebbe essere fatto nei Licei musicali, equivalenti sul piano legale a quelli classici, scientifici, ecc. Ci sono diverse cose, però, che non quadrano: 1) di questi fantomatici licei non se ne è visto neanche uno; 2) il 3+2 ha costi altissimi, anche se per la musica non sono previsti stage obbligatori a pagamento come nelle normali Università, ed è un ordinamento classista; 3) i corsi di studio che si seguono nel 3+2 sono a parere comune assolutamente inutili, infatti, che c'entra l'insegnamento di una lingua straniera, o il corso di informatica musicale, con la chitarra, o la psicoacustica con il canto?; 4) le lauree rilasciate, almeno per ora, non sono equipollenti alle lauree "normali", quindi non valgono neanche per l'ammissione ad un concorso pubblico. Una ragazza ha affermato: "Ho studiato 10 anni di pianoforte più altri 2 di specializzazione e 2 di didattica, ma se entro il 2009 non cambiano le cose decadrà l'abilitazione per cui ho studiato pagando 800 euro l'anno"; 5) i corsi del 3+2 spesso neanche esistono, nel senso che i musicisti si iscrivono, pagano le tasse ('L'unica equiparazione attuata con il sistema universitario consiste nell'entità delle tasse di iscrizione!', scrivono gli studenti napoletani), ma poi non si tengono le lezioni. Ad esempio, c'è un recente scandalo al Santa Cecilia, Conservatorio di Roma, in cui è stato coinvolto il presidente Lionello Cammarota per questi corsi fantasma. Insomma, un vero disastro! Se a ciò aggiungiamo il fatto che spesso i maestri docenti non sono abili ad insegnare (ci sono cattedre di chitarra, tanto per dirne una, tenute da gente che non ha mai fatto un concerto perché è passata in testa alla graduatoria degli insegnanti candidati fingendosi invalida), capiamo la rabbia degli studenti nello spendere tanto, imparare spesso poco e prendere lauree che valgono nulla a fine studi. Sul problema del valore delle lauree c'è stata unità tra gli studenti dei Conservatori di musica, delle Accademie di belle arti, dell'Accademia nazionale di danza, dell'Accademia nazionale di arte drammatica, degli Istituti superiori per le industrie artistiche (Isia) e degli Istituti musicali pareggiati, in quanto si trovano tutti nelle stesse condizioni. Che la loro lotta vada avanti, dunque, questo è il nostro auspicio! D'altronde, l'istruzione artistica è importante per tutto il popolo, e questo verrà indebolito se ci saranno meno musicisti e meno preparati. Abbiamo un suggerimento per gli studenti mobilitati: anziché organizzare concerti di protesta per strada, sarebbe meglio, come qualcuno ha già detto, fare iniziative come un concerto di orchestra sinfonica sotto casa del ministro dell'Università Mussi, magari suonando "a casaccio" e con gli strumenti fortemente scordati. 12 dicembre 2007 |