Grave provocazione del "Corriere della sera" al PMLI Per i media il PMLI non esiste. Hanno persino ignorato la sua denuncia dell'imperante regime neofascista e del disegno del neoduce Berlusconi e del neopresidenzialista Veltroni della terza repubblica. Quando ne parlano è solo per dipingerlo a fosche tinte, nel tentativo di isolarlo e di alienargli la fiducia e il consenso delle masse di sinistra. Ecco l'ultimo esempio. Il "Corriere della sera" del 9 luglio, ciancia di un patto esistente tra gli islamici e i marxisti-leninisti dell'Occidente in un articolo di Ennio Caretto a tutta pagina dal titolo "Islamici eredi del fascismo. E del comunismo". Una tesi assurda e infondata. Lo scopo è quello di infangare e screditare il comunismo. Ciò appare chiaro quando si legge che "A sostenere che, più che al fascismo, l'estremismo islamico vada collegato allo stalinismo è Daniel Pipes, un neocon. A suo parere, esso 'ha vincoli storici e filosofici con il marxismo-leninismo'... Stando a Pipes il radicalismo islamico ha una quinta colonna in Occidente: 'Gli irriducibili marxisti leninisti che hanno stipulato con esso un patto simile a quello tra Stalin e Hitler nel '39'". Addirittura! Una balla più grossa non poteva essere scritta sul giornale della grande borghesia del Nord. Infatti non viene prodotta alcuna prova. Siamo quindi in presenza di una grave provocazione simile a quella imbastita da "La Padania", organo della Lega Nord, da "Libero" del neofascista Vittorio Feltri e da "L'Opinione delle libertà" del forzista Arturo Diaconale, che contemporaneamente, nell'ottobre 2002, hanno accusato il PMLI di avere legami col "terrorismo islamico" e addirittura con Bin Laden. Per queste calunnie "La Padania" e "Libero" sono già stati condannati, in primo grado, dal tribunale civile di Milano, mentre siamo ancora in attesa della sentenza riguardante "L'Opinione delle libertà". Il "Corriere della sera", a differenza dei suddetti quotidiani filoBerlusconi e del "centro-destra", non cita direttamente il PMLI, ma in Italia i marxisti-leninisti sono solo i suoi membri, come è noto a tutti. Forse Ennio Caretto e il suo direttore Paolo Mieli, non nuovo a atti ostili al PMLI, non volevano correre il rischio di essere chiamati anch'essi in giudizio, ma è palese il tentativo di coinvolgere il PMLI in un "patto" inesistente, che è solo frutto della propaganda anticomunista e antiPMLI che vede solidali e uniti la destra e la "sinistra" borghese contro il comune nemico: il comunismo e il PMLI. L'Ufficio stampa del PMLI Firenze, 14 luglio 2008 |