Secondo la proposta di legge presentata alla Camera dal responsabile scuola del PDL Puniti e sospesi i professori sgraditi al governo Il catechismo rientrerà nelle aule scolastiche I professori che fanno "propaganda politica o ideologica" nelle scuole potranno essere puniti con la sospensione dell'insegnamento da 1 a 3 mesi. La sanzione sarà irrorata dal "responsabile della scuola" ossia dal "dirigente scolastico sceriffo" che ha il compito di vigilare sulla purezza delle lezioni in classe dei suoi dipendenti ed è obbligato ad aprire immediatamente un'inchiesta sulla base anche di una semplice segnalazione da parte di un genitore. Questo è in estrema sintesi il nero contenuto della proposta di legge che Fabio Garagnani, deputato emiliano del PDL e responsabile scuola del partito del neoduce Berlusconi, ha recentemente depositato in commissione Cultura alla Camera. Una legge che mette in pratica l'attacco sferrato il 26 febbraio scorso dalla tribuna del congresso dei Cristiano sociali contro i professori dal nuovo Mussolini accusati di voler "inculcare negli alunni principi che sono il contrario di quelli dei genitori". Questi insegnati vanno perciò esemplarmente puniti e sospesi esattamente come i giudici e i Pubblici ministeri sgraditi al governo. Non a caso Garagnani precisa che: "La propaganda politica non può trovare tutela nel principio della libertà dell'insegnamento enunciato dall'Articolo 33 della Costituzione. Un conto infatti è tutelare la libertà di espressione del docente, un'altra è quella di consentire che nella scuola si continui a fare impunemente propaganda politica". E sono "molti", secondo l'esponente del nuovo MinCulPop del PDL, i casi in cui i professori oltrepassano questo limite: "soprattutto in Emilia Romagna tra i professori della Cgil". Perciò Garagnani propone di inserire nel Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione del 16 aprile '94 numero 297, un nuovo articolo (il 490-bis) nel quale si intima al docente di "astenersi in ogni caso da qualunque atto di propaganda politica o ideologica nell'esercizio delle attività di insegnamento anche di carattere integrativo, facoltativo od opzionale". Non solo, Garagnani, modificando il Testo unico sulla scuola, propone anche una norma che specifichi come l'insegnamento della religione non possa essere considerato semplicemente "lo studio della storia delle religioni" e le aule devono essere trasformate in veri e propri confessionali. Garagnani è lo stesso parlamentare in camicia nera che nel 2002 voleva denunciare per abuso d'ufficio i docenti che criticavano l'allora ministra Moratti e/o affiggevano i volantini sindacali nelle bacheche scolastiche; è lo stesso che si è battuto strenuamente per il varo della legge del 16 aprile 2005 che impone a tutte le scuole di festeggiare il 9 novembre come il "giorno della libertà" in "onore" della "caduta" del muro di Berlino; è colui che ha proposto il buono scuola a favore delle scuole private e poi ancora la riforma dei programmi scolastici basata sulla centralità delle "radici giudaico-cristiane"; l'istituzione di una commissione di inchiesta sui "delitti" dei partigiani tra il '44 e il '48; che ha proposto il divieto di indossare il burqa (e caschi) in luoghi aperti o manifestazioni; che vuole introdurre il bollino di idoneità "greco-romana, ebraica e cristiana" sui libri di storia; che spinge per la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati e l'introduzione nel codice penale del reato "di vilipendio a una Divinità o confessione religiosa". Dove per confessione religiosa si intende "ovviamente" solo "quella cattolica, quelle previste nell'8 per mille" e "quelle riconosciute per via amministrativa o con ministri di culto "certificati". 18 maggio 2011 |