Per aver cantato in una chiesa ortodossa una canzone contro Putin Condannate in Russia tre ragazze "Pussy Riot" Proteste in tutto il mondo. Il Vaticano tace. Tolokonnikova: "Abbiamo vinto noi perché abbiamo imparato ad essere arrabbiati e a dirlo politicamente" A Mosca manifestazioni e 20 arresti Il nuovo zar del Cremlino Vladimir Putin si era pronunciato per una condanna "che non sia troppo aspra" dopo che la Procura di Mosca aveva chiesto tre anni di carcere e così è stato. Le tre giovani del collettivo punk delle "Pussy Riot" sono state condannate a due anni di carcere, compresi i mesi trascorsi in detenzione preventiva, per aver cantato sul sagrato di una chiesa ortodossa una canzone contro Putin. Era il 21 febbraio scorso quando il gruppo delle "Pussy Riot" aveva inscenato una protesta anti Putin sul sagrato della basilica di Cristo Salvatore, una delle principali iniziative della serie di proteste contro il governo organizzate sul web e in diverse zone della capitale. La sentenza di condanna del tribunale distrettuale di Khamovnichevsky, a Mosca, pronunciata il 17 agosto, ricopia pari pari le tesi della Procura che aveva costruito il processo sull'accusa di "teppismo motivato da odio religioso". Il compito di rivendicare la punizione della ragazze anti Putin se lo era preso la chiesa ortodossa affinché la repressione fosse motivata dalla necessità di difendere la fede e i valori della Russia da alcune moderne streghe, nascondendo l'aspetto principale della contestazione politica al regime russo. Un compito per il quale bastavano le tre ragazze, e non le cinque che avevano preso parte alla protesta e i due uomini che avevano partecipato all'organizzazione dell'evento. Tutti conosciuti e lasciati liberi. La condanna chiesta dalla chiesa ortodossa russa in difesa dei suoi luoghi e dei suoi simboli ha avuto l'avallo del Vaticano, di cui è spiccato il significativo silenzio, in un ampio coro di proteste in tutto il mondo. Alcune di forte condanna, altre di facciata come quella del ministro degli Esteri dell'Unione europea, l'inglese Catherine Ashton che l'ha definita solo "una sentenza sproporzionata". Proteste che hanno accompagnato quelle degli oppositori anti Putin a Mosca, represse dalla polizia che ha arrestato 20 manifestanti. Una delle ragazze, Nadia Tolokonnikova, ha diffuso una lettera su Internet tramite i legali nella quale ha affermato che "comunque vada, noi e voi stiamo vincendo perché abbiamo imparato ad essere arrabbiati e a dirlo politicamente. La nostra detenzione è un segno chiaro e distinto che la libertà è stata sottratta a tutto il paese". 19 settembre 2012 |