Lo zar Putin riarma la Russia per farne una grande potenza La Russia deve riarmarsi per garantire la sua sicurezza e per tutelare i propri interessi, deve essere una grande potenza a tutto tondo. Questo il succo del discorso tenuto dal nuovo zar Putin lo scorso 10 maggio di fronte ai due rami del parlamento riuniti in seduta congiunta al Cremlino e trasmesso in diretta televisiva. Il discorso annuale sullo stato della Federazione russa, sul modello del metodo in vigore negli Usa dal concorrente imperialista Bush che lo tiene a gennaio, è servito a Putin per lanciare una serie di segnali sul ruolo di grande potenza imperialista che intende far svolgere alla Russia. Tutte le altre potenze nucleari spendono per la difesa più della Russia, gli Usa investono 25 volte più della Russia e la loro casa è una fortezza, ha sottolineato Putin, e anche noi "dobbiamo costruire una casa sicura". Il programma del nuovo zar del Cremlino prevede che entro il 2008 i due terzi dell'esercito siano costituiti da militari di professione, che entro il 2010 siano messi in servizio nuovi armamenti strategici, "inediti per precisione e potenza", e che tutte le armi abbiano il materiale bellico secondo le tecnologie più avanzate. A sostegno del suo programma di riarmo e in riferimento al concorrente americano Putin ha commentato: "il compagno lupo mangia e non ascolta nessuno, quando deve difendere i propri interessi dimentica l'entusiasmo per i diritti umani e democrazia: tutto diventa possibile, non ha freni". I freni sarebbe in grado di metterglieli la Russia con Putin che sottolinea il no di Mosca a ogni ipotesi di uso della forza per risolvere la crisi del nucleare iraniano e ribadisce il giudizio negativo sull'intervento militare in Iraq. Vedremo se questa tattica avrà i primi effetti già nel prossimo vertice di G8 in programma a San Pietroburgo a luglio. La sfida agli Usa è lanciata anche sul piano economico. Putin forte degli incassi sempre crescenti della vendita di gas e petrolio annuncia che vorrebbe creare in Russia una Borsa e che renderà la moneta, il rublo "pienamente convertibile dal prossimo 1 luglio". "Il rublo - ha sottolineato Putin - dovrebbe diventare uno strumento più universale per le transazioni internazionali e espandere gradualmente la sua sfera di influenza. Per questo abbiamo bisogno di una Borsa in Russia per il commercio di gas, petrolio e altri beni in rubli", invece che in dollari come accade attualmente. Un modo per fornire un robusto incentivo all'uso della valuta russa a livello internazionale e alla creazione di riserve in rubli presso le grandi banche estere. Sulla scia dell'esportazione di gas e petrolio, sempre più richiesti sia in Europa che da parte di Cina e Giappone, Putin annuncia la disponibilità della Russia a creare "una strategia energetica europea unificata" per garantire i rifornimenti ai "tradizionali" partner esteri e chiede nel contempo la possibilità di accesso diretto ai mercati esteri, specie europei, per il gigante energetico russo Gazprom. Ha annunciato inoltre la creazione di due grosse società nel campo delle costruzioni navali e aeree per rafforzare la capacità di questi due settori importanti per l'economia russa di farsi ancora più spazio sui mercati internazionali. Nel discorso di Putin non potevano mancare i richiami al nazionalismo patriottico, uno dei motivi dominanti dei suoi mandati presidenziali, ed è in questo ambito che ha affrontato anche i problemi interni legati allo sfacelo dei servizi sociali, della sanità, dell'istruzione e il dilagare della povertà. Annunciando incentivi per le famiglie e aumenti delle pensioni del 20% nel 2007. Ma la parte centrale del discorso è rimasta sulle questioni politiche, militari e economiche. Putin ha delineato una Russia più forte militarmente e più aggressiva sui mercati internazionali per far sentire il suo peso di grande potenza che ha tra l'altro l'obiettivo di raddoppiare il proprio prodotto interno lordo (pil) entro il 2013. 31 maggio 2006 |