Il nuovo zar del Cremlino sfida la Nato e gli Usa sullo scudo antimissile di Bush Putin sospende il trattato sulle armi convenzionali Ora Mosca muoverà liberamente truppe e mezzi militari e chiuderà le porte a ispezioni straniere Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il 14 luglio il decreto per sospendere l'adesione della Russia al Trattato sulle riduzioni delle forze convenzionali in Europa (Cfe), il patto che limita il numero di armi pesanti dispiegate nel vecchio continente. In una successiva nota il Cremlino ha comunicato che la decisione sarebbe giustificata "dalle eccezionali circostanze che influiscono sulla sicurezza della Federazione russa e che esigono l'adozione di misure non rimandabili". La decisione del nuovo zar del Cremlino rilancia la sfida militare alla Nato e agli Usa innescata dall'annunciato progetto di Bush di rafforzare lo scudo antimissile americano con nuove basi in paesi limitrofi alla Russia, nella Repubblica Ceca e in Polonia, che quindi si ritiene direttamente minacciata. Lo ha spiegato in una intervista il generale Kormiltsev, ex capo delle forze terrestri russe, che definisce le progettate basi americane in Europa un "pericolo" che le attuali forze armate russe "non sarebbero in grado di fronteggiare"; "una risposta adeguata" secondo il generale lo richiedono anche le continue "manovre militari accanto alle nostre frontiere" da parte della Nato con forze dell'Ucraina e della Georgia. Perciò la sospensione dell'adesione della Russia al trattato Cfe, ha sostenuto Kormiltsev, permette al Cremlino di "spostare truppe e condurre esercitazioni senza darne notifica ai partner dell'Alleanza atlantica, di bloccare il ritiro di munizioni dalla Transnistria e dalla Georgia". I generali di Mosca avranno mano libera nello spostamento di carri armati, artiglieria e aeroplani sul territorio europeo della Russia senza nessun controllo e nessuna ispezione da parte di militari stranieri, come previsto dal Trattato. Bush ha affidato al portavoce della Casa Bianca Gordon Johndroe il compito di esprimere la delusione americana per la decisione di Putin e per auspicare la prosecuzione delle discussioni bilaterali sull'argomento. Discussioni che continuano da mesi con un nulla di fatto, come quelle sullo stesso trattato Cfe. Il Trattato sulla riduzione degli armamenti convenzionali in Europa (carri armati, artiglieria, mezzi blindati, aerei da combattimento e elicotteri di attacco) è stato firmato il 19 novembre 1990 a Parigi dai paesi della Nato e dell'allora Patto di Varsavia. Prevedeva che entro il novembre del 1995 i due blocchi militari riducessero le forze convenzionali, nel territorio tra l'Atlantico e gli Urali, entro tetti comuni stabiliti. Il Patto di Varsavia si sciolse l'1 luglio 1991 ma il Trattato restò in vigore e fu rivisto nel vertice di Istanbul del 19 novembre 1999, l'anno in cui la Nato cominciava a espandersi a est e inglobava Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. Le nuove norme riducevano di un altro 10% il numero consentito degli armamenti convenzionali e indicavano dei tetti nazionali e regionali e non più sulla base complessiva dei due blocchi. L'accordo prevedeva inoltre ispezioni e missioni di osservatori durante le manovre militari. La ratifica del nuovo testo da parte dei paesi Nato era condizionata al ritiro di una parte delle truppe russe dalla Cecenia mentre due allegati prevedevano il ritiro delle forze russe dalla Georgia e dalla Moldavia. L'accordo del 1999 è stato ratificato solo da Ucraina, Bielorussia e Kazakhstan; Putin lo ha ratificato il 19 luglio 2004, l'anno in cui la Nato inglobava Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Slovenia. Nel frattempo Bush, nel dicembre 2001, per sviluppare il "sistema globale di difesa antimissile" aveva ritirato gli Usa dall'adesione al Trattato sui missili antibalistici (Abm) del 1972 fra Usa e l'allora Urss che limitava le capacità dei sistemi antimissile dei Paesi firmatari; l'anno successivo darà il via al progetto che prevede l'e-stensione all'Europa orientale del progetto di Scudo spaziale. Ossia la costruzione di una base missilistica in Polonia e di una stazione radar nell'area militare di Brdy, in Repubblica Ceca. Con un'operazione che, secondo Mosca, è un'aperta violazione dell'Abm. Lo scorso 26 aprile a Mosca il presidente russo, in occasione dell'annuale discorso "sullo stato della Federazione" tenuto in parlamento aveva affermato che se il progetto americano fosse andato avanti la Russia per ritorsione avrebbe bloccato l'applicazione del trattato Cfe. Al G8 di Rostock ai primi di giugno Putin offriva a Bush uno scudo spaziale diverso, con l'uso di un radar in Azerbajian al posto di quello ceco e la momentanea rinuncia al posizionamento dei missili in Polonia. Parliamone, rispose Bush, senza però ritirare la sua proposta. Il 2 luglio nel vertice del Maine, nella villa della famiglia Bush, Putin avanzava una nuova proposta suggerendo che la cooperazione Usa-Russia sul sistema anti-missile fosse allargata alla Nato per includere anche i paesi dell'Europa. "Concordo con questa idea", parliamone, rispondeva Bush che comunque ribadiva che le basi per lo Scudo spaziale sarebbero state costruite nella Repubblica Ceca e in Polonia. L'imperialismo americano con la complicità e l'accordo degli europei membri della Nato, Italia compresa, tira dritto e il concorrente russo guidato da Putin rilancia con la sospensione del rispetto del trattato Cfe. 29 agosto 2007 |