Competizione imperialista con gli Usa Putin: stop allo scudo antimissile o ci ritireremo dal trattato Cfe Gates e Rice: Nato e Russia non sono più avversari ma dobbiamo difenderci dagli "Stati canaglia" La Nato vuole installare lo scudo antimissile, costituito da batterie di missili in Polonia e un radar nella Repubblica Ceca, contro le ipotetiche minacce degli "Stati canaglia", Mosca si oppone perché lo considera una minaccia verso la Russia. Putin non lo vuole ma Bush insiste e lo scorso 26 aprile a Mosca il presidente russo ha colto l'occasione dell'annuale discorso "sullo stato della Federazione" davanti ai deputati per rilanciare la sfida al concorrente imperialista Usa: se lo spiegamento dello scudo andrà avanti la Russia bloccherà l'applicazione del trattato Cfe, il trattato per la riduzione delle armi convenzionali in Europa firmato dai paesi della Nato e dell'allora Patto di Varsavia nel novembre 1990. Putin ha accusato gli Usa di "voler acquisire vantaggi militari" di fronte a Mosca: "mentre noi abbiamo significativamente ridotto le nostre forze armate e abbiamo quasi del tutto ritirato dalla parte europea del paese gli armamenti pesanti i nostri partner ignorano i trattati e gli accordi presi con noi". Non solo nessun paese Nato ha ratificato né tantomeno applicato il trattato Cfe, come invece hanno fatto Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakhstan, ha affermato, ma ora la Nato si è allargata a nuovi paesi che non aderiscono neanche in teoria al trattato, ha posizionato reparti militari in Bulgaria e Romania e sta impiantando basi militari ai confini della Russia. Di fronte a un simile comportamento ha comunicato che "ritengo opportuno che la Russia congeli i suoi obblighi previsti dal trattato Cfe". Il 27 aprile in visita a Praga ha rincarato la dose: "Questo sistema controllerà il territorio russo fino agli Urali se non adotteremo contromisure, cosa che siamo intenzionati a fare. Tutti lo farebbero (...) Non intendiamo farci prendere dall'isteria, semplicemente adotteremo misure adeguate" come il ritiro dal Cfe. L'eco dell'iniziativa annunciata da Putin è rimbalzato il 26 aprile sul tavolo della prima giornata del vertice ministeriale Nato di Oslo a cui era presente il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che ha tenuto botta alle proteste degli occidentali ribadendo che "non possiamo non preoccuparci del fatto che l'infrastruttura militare della Nato si stia avvicinando in modo strisciante ai nostri confini" e che se i paesi della Nato non cambiano rotta "noi usciremo dal trattato". A Putin rispondevano Robert Gates e Condoleezza Rice, rispettivamente segretario alla Difesa e segretario di Stato Usa che in un messaggio congiunto cercavano di convincere Mosca della necessità del dispiegamento dello scudo antimissile verso gli "Stati canaglia" e non verso la Russia. "A sedici anni dalla fine della guerra fredda, la comunità atlantica e la Russia non sono più due avversari. In verità, per molti aspetti, possiamo definirci partners (imperialisti, ndr). Entrambi affrontiamo numerose sfide comuni: una fra le maggiori minacce è il rischio che uno 'Stato canaglia' possa usare missili balistici dotati di testata nucleare o altre armi di distruzione di massa, per tenere in ostaggio, o peggio, le nostre società. Non fatevi trarre in inganno: si tratta di una vera sfida", affermavano Gates e la Rice che come esempio citavano "la minaccia missilistica che viene dall'Iran", una minaccia "reale e crescente, e non è una minaccia diretta soltanto agli Stati Uniti, ma anche all'Europa e alla Russia. Guardando avanti di qualche anno, sorgeranno probabilmente nuove minacce analoghe". Consapevoli che la sbandierata minaccia missilistica dell'Iran in realtà sta solo nella campagna di propaganda lanciata dall'Hitler della Casa Bianca, Bush, che vuole eliminare l'opposizione antimperialista del governo di Teheran, Gates e la Rice affermavano che "per garantire la sicurezza comune, dobbiamo avere un sistema di difesa già pronto ad agire ben prima che una minaccia venga fuori in tutta la sua violenza" e affermavano che "10 missili di intercettazione in Polonia e un sistema radar nella Repubblica Ceca", non erano diretti contro la Russia, non potevano certo costituire una difesa contro l'ampio arsenale missilistico della Russia. Le argomentazioni dell'amministrazione americana non smuovevano Putin dall'ipotesi di uscire dal Cfe. Tra l'altro la Russia ha da tempo rilanciato il proprio programma di ammodernamento degli armamenti strategici e sempre a fine aprile il vicecomandante della 37esima armata delle Forze aeree russe, il generale Anatolij Zhihariov, annunciava che erano partiti i lavori di sviluppo di un nuovo tipo di bombardiere strategico della quinta generazione che "non avrà analoghi al mondo". Un aereo in grado di decollare dai più disparati tipi di piste, comprese quelle delle portaerei, dotato di bombe e razzi e di strumentazione in grado di violare le attuali difese contraeree e di poter operare in qualsiasi condizione climatica e meteorologica. 16 maggio 2007 |