Come dimostra il pensiero del suo fondatore e leader e del compare in affari Casaleggio nonché il programma elettorale Il qualunquismo di destra del Movimento 5 stelle La "democrazia online" e le "parlamentarie" non hanno nulla a che vedere con la democrazia diretta Quando Grillo, come Monti, grida di essere "oltre" la destra e la sinistra svela di essere un destro. Lo conferma la richiesta di eliminare i sindacati Dopo la farsa delle "parlamentarie online", gestite in modo assolutamente opaco e discrezionale insieme al suo socio Gianroberto Casaleggio, e la reazione scomposta e ducesca con cui ha zittito le critiche della base per la loro gestione non trasparente, Beppe Grillo si sta smascherando sempre di più come il leader megalomane di un movimento per nulla democratico, bensì a carattere marcatamente proprietario e personalistico, nonché politicamente qualunquista e di destra. L'ultimo e più significativo esempio di ciò è stato l'apertura delle liste del MoVimento 5 Stelle ai fascisti, che Grillo ha ufficializzato il 10 gennaio davanti al Viminale conversando cordialmente con il vicepresidente di CasaPound e candidato alle regionali del Lazio, Simone Di Stefano, mentre erano in attesa di depositare i simboli elettorali. Alla precisa domanda "quelli di CasaPound chiedono se sei antifascista o no", Grillo ha dato questa stupefacente risposta: "Questo è un problema che non mi compete. È come dire se sei razzista o non sei razzista. Sono domande che non hanno risposta". Non contento ha voluto aggiungere: "Questo movimento è accogliente. Se un ragazzo di CasaPound volesse entrare nel MoVimento 5 Stelle e ha i requisiti per entrarci, ci entra". E al quasi incredulo Di Stefano, che gli chiedeva a conferma "allora non avete problemi con noi, possiamo presentarci?", Grillo ripeteva: "Ma stai scherzando? Più o meno avete idee che sono condivisibili... se uno di voi ha i requisiti per entrare nel M5S non ci sono problemi oggettivi per dire di no. Qual è il problema"? Autodifesa tra l'imbarazzato e il ducesco Alla pioggia di critiche e di prese di distanza che ne è seguita, in particolare da parte di esponenti del M5S dell'Emilia-Romagna, e anche sul suo stesso blog, Grillo ha reagito in modo imbarazzato e ducesco al tempo stesso, smentendo di aver aperto il movimento ai "fascisti del terzo millennio" e buttando la colpa sui giornalisti alla maniera di Berlusconi: "Chi lo ha scritto è in totale malafede, un leccaculo del sistema". A Salerno, dove è stato contestato durante il suo comizio, per difendersi ha dovuto invocare le tradizioni socialiste della sua famiglia. E invece il "suo" movimento non è nuovo quanto ad aperture ai fascisti. Lo scorso dicembre, per esempio, i consiglieri del quartiere Navile di Bologna votarono con PDL e Lega la solidarietà a CasaPound, la cui sede aveva subito un attentato dimostrativo. Nel 2011, a Bolzano, un consigliere comunale grillino lasciò l'aula per protesta quando la maggioranza negò l'iscrizione di un'associazione legata a CasaPound nell'albo comunale delle associazioni culturali. Un altro precedente simile accadde a Rimini, quando i consiglieri comunali grillini votarono col PDL per bloccare un odg contro la concessione di piazza Tremartiri a Forza Nuova. Ma sul blog di Grillo si taglia corto così alle proteste della base antifascista: "Il tempo delle ideologie è finito. Il MoVimento 5 Stelle non è fascista, non è di destra né di sinistra". È solo un caso che dopo questo episodio la fascista Giorgia Meloni e il leghista Marco Reguzzoni abbiano espresso pubblica solidarietà a Grillo per il suo simbolo clonato? Ancora più di recente il comico genovese ha dato un'ulteriore sterzata a destra al "suo" movimento invocando l'eliminazione dei sindacati: "Voglio uno Stato con le palle. Dove troviamo i soldi per il reddito di cittadinanza? Il reddito di cittadinanza salva un sacco di cose. Elimina i sindacati, per esempio, che sono una struttura vecchia, sono una struttura politica", ha detto per sostenere il punto 2 del suo programma in 16 punti, quello appunto sul reddito di cittadinanza che dovrebbe sostituire le lotte salariali e per l'occupazione. E neanche questo attacco ai sindacati, che sulla rete qualcuno della base del M5S ha bollato giustamente col richiamo alle leggi fascistissime di Mussolini, non è nuovo, visto che già precedentemente Grillo aveva dichiarato che "i sindacati sono roba dell'800, non ne abbiamo più bisogno. Dobbiamo fare come gli Stati Uniti". Analogie con l'"Uomo qualunque" di Giannini Dello stesso quadro qualunquista e di destra fanno parte anche altre uscite simili, come quelle sugli immigrati, da trattare "come fanno negli Usa che gli prendono le impronte dei piedi e gli fanno lo scan della pupilla", quelle fatte in Sicilia e a Reggio Calabria sulla mafia e sulla 'ndrangheta, che "non esistono più" perché le vere organizzazioni criminali sono le banche e i politici, e così via. Col che il MoVimento 5 Stelle ha perso ormai le sembianze iniziali di movimento genericamente populista per assumere sempre più chiaramente quelle di un movimento qualunquista e di destra: sul modello appunto del "Fronte dell'uomo qualunque" dell'anticomunista Guglielmo Giannini, che nell'immediato dopoguerra ebbe un fulmineo quanto effimero successo predicando contro l'invadenza e l'oppressione dei partiti e dello Stato nella vita del cittadino "qualunque"; e finendo in realtà per fare da ricettacolo di nostalgici di Mussolini, di fascisti epurati e di monarchici e per tirare la volata alla vittoria della DC alle elezioni del 1948. Grillo mostra perfino lo stesso vezzo di Giannini di storpiare volutamente i nomi dei politici; e come Giannini, quando dice alla maniera di Monti di essere né di destra né di sinistra, ma "oltre"la destra e la sinistra, in realtà copre la destra e il fascismo, come si è visto nella pratica con le sue posizioni di apertura ai fascisti di CasaPound e di Forza nuova, i suoi attacchi ai sindacati, agli immigrati, ecc. Anche i suoi attacchi qualunquisti ai partiti rientrano in questo stesso quadro di destra: "Noi vogliamo una cosa nuova. Una iper-democrazia senza i partiti. Che non contempla i partiti. Una democrazia con al centro i cittadini. Che votano", ha detto infatti il comico genovese in un'intervista del giugno 2012 a Gianantonio Stella per il settimanale "Sette" del Corriere della Sera. Che poi sarebbe il punto 9 della sua "agenda": "elezione diretta dei candidati alla Camera e al Senato". Ossia governo del Paese senza l'intermediazione dei partiti, da lui considerati residuati "otto-novecenteschi" e ormai "superati". Cos'è questo se non presidenzialismo allo stato puro? I partiti sono la forma storica di rappresentanza politica dei cittadini, senza i quali si ha il regime dittatoriale conclamato, come sotto il fascismo. I partiti sono anche la forma storica di organizzazione politica delle classi sociali, con la differenza che la classe dominante borghese può anche farne a meno per affidarsi, quando necessario, all'"uomo della provvidenza" di turno, ma il proletariato senza il suo partito non ha organizzazione né rappresentanza, è come se non esistesse. Per questo attaccare i partiti "otto-novecenteschi" come fa Grillo è solo un modo mascherato per negare il diritto del proletariato a rovesciare il capitalismo e conquistare il socialismo, un modo mascherato per coprire e perpetuare la dittatura di nome o di fatto della borghesia. Sarà un caso che la critica economica, sociale e politica di Grillo è tutta interna alla società borghese? E che non prende mai apertamente le difese degli operai e dei lavoratori rispetto ai padroni, come nel caso per esempio della politica mussoliniana di Marchionne alla Fiat, ma cerca solo di barcamenarsi con proposte neocorporative e idealistiche, come l'uscita dalla crisi attraverso Internet, le energie rinnovabili e così via, senza mettere mai in discussione l'esistenza stessa del sistema capitalistico? "Democrazia diretta" o presidenzialismo? Anche la gestione ormai sempre più scopertamente padronale e ducesca con cui gestisce il MoVimento 5 Stelle, di cui detiene in esclusiva marchio e proprietà, dimostra il presidenzialismo di cui è impregnato fino al midollo il suo qualunquismo di destra. Non per nulla, in un'intervista praticamente in esclusiva al quotidiano britannico Guardian, il suo compare in affari Casaleggio ha detto che il movimento da loro creato dal nulla sfruttando le potenzialità della rete, "è come Gesù Cristo e gli apostoli. Anche il suo messaggio diventò un virus". Dove il sottinteso del titolare della "Casaleggio associati" ("un'eminenza grigia che sembra dotata di poteri magici", lo definisce significativamente il Guardian), è che Grillo sarebbe appunto il nuovo Gesù Cristo. Secondo Casaleggio, quella online creata da lui stesso e da Grillo sarebbe la "democrazia diretta 2.0", ovvero una "nuova democrazia diretta che vedrà l'eliminazione di ogni barriera fra il cittadino e lo Stato". Ma proprio le "parlamentarie" online da lui vantate col quotidiano britannico hanno dimostrato di non avere nulla di democratico, essendo state gestite in toto dalla sua società milanese di marketing, senza alcun controllo né da parte degli iscritti né da parte di organismi indipendenti, compresa la selezione preliminare dei candidati, la suddivisione delle circoscrizioni, la scelta dei capilista, e perfino i voti presi da ciascun candidato. Particolarmente inquietanti, poi, appaiono i veri e propri linciaggi mediatici online a cui i due padri padroni del M5S sottopongono chiunque disobbedisca alle "regole" da loro stessi stabilite, come è successo ad alcuni membri del movimento considerati "traditori". Si sta ripetendo con Grillo, insomma, ciò che è già successo con il presidenzialista Di Pietro dopo Tangentopoli: la classe dominante borghese usa e lancia questi personaggi per carpire il consenso delle masse ad un rinnovamento apparente del regime e quando hanno fatto il loro tempo li mette da parte e ne trova di nuovi. Così, ora che anche il partito di Di Pietro è naufragato negli scandali, è il movimento di Grillo a presentarsi come "nuovo" e a tenere il campo per drenare l'astensionismo in forte ascesa e puntellare le sempre più screditate istituzioni borghesi: "Stiamo riempiendo un vuoto", "siamo l'ultima chance per l'Italia. Lo dico serenamente. L'ultima chance per la democrazia. Poi c'è solo l'uomo della provvidenza", ha detto Grillo nella citata intervista a Stella. E difatti non fa che ripetere che senza il M5S in Italia arriverebbero i nazisti di "Alba dorata", come in Grecia. Ma in realtà è lui stesso ad atteggiarsi a "uomo della provvidenza", e il suo allarme è solo un pretesto per carpire i voti degli antagonisti al sistema e potenziali astensionisti, per riportarli all'interno delle istituzioni borghesi e dare una base di massa alle proprie ambizioni personali. 23 gennaio 2013 |