1879 - 21 dicembre - 2011. 132° Anniversario della nascita del grande maestro del proletariato internazionale Quando il PCI e "L'Unità" esaltavano Stalin In occasione del 132° Anniversario della nascita di Stalin, avvenuta il 21 dicembre 1879 a Gori in Georgia, pubblichiamo alcuni brani e titoli de "l'Unità" del 10 marzo 1953. L'edizione speciale che l'allora organo ufficiale del PCI dedicò alla cronaca delle manifestazioni e iniziative pubbliche che i partiti comunisti e le organizzazioni di operai, lavoratori e contadini di tutto il mondo organizzarono in migliaia di città, piazze, fabbriche, officine, cantieri, sedi sindacali e di Partito, sale e teatri in contemporanea con lo svolgimento dei solenni funerali tributati dal popolo sovietico sulla Piazza Rossa al grande maestro del proletariato internazionale, degno erede e fedele successore di Lenin, morto il 5 marzo 1953. Ringraziamo il simpatizzante Alfredo della provincia di Napoli del prezioso contributo offerto al nostro giornale e della documentazione storica messa a disposizione di tutto il Partito con l'invio delle fotocopie. In prima pagina, nell'articolo di spalla intitolato "Longo chiama il popolo a portare innanzi la bandiera staliniana di pace e di giustizia", "l'Unità" pubblica il resoconto della solenne Assemblea pubblica indetta dal Comitato centrale e dalla Commissione centrale di controllo del PCI, in cui fra l'altro si legge: "Alle 10 di ieri mentre a Mosca si svolgevano i funerali del compagno Giuseppe Stalin e in tutte le contrade della terra lavoratori di ogni nazionalità, di ogni razza e di ogni fede arrestavano il lavoro per rivolgere l'estremo saluto alla sua memoria, si è riunita nel Teatro Valle di Roma la solenne assemblea pubblica del Comitato centrale del PCI. Un grande quadro di Stalin listato a lutto dominava il palco, al lato del quale erano disposte le rosse bandiere del nostro Partito, la bandiera nazionale e la bandiera della pace abbrunate. Sul sfondo una grande scritta: 'Stalin è morto ma la sua opera e il suo pensiero sono immortali'". Nel riquadro sottostante, che riporta la cronaca delle iniziative spontanee organizzate dai lavoratori, è scritto: "Ieri, alle ore 10 precise, i lavoratori italiani hanno sospeso il lavoro. Nelle fabbriche, negli uffici, nei campi, lungo i percorsi cittadini dei servizi di pubblici di trasporto, le macchine si sono fermate, gli autobus, i filobus, i tram hanno i sospeso la loro corsa; i lavoratori si sono riuniti commossi. Il loro pensiero era a Mosca, nella grande città ove in quel momento stesso si compiva la cerimonia funebre in onore del grande Stalin. Non il più lieve incidente ha turbato la solennità del moto unanime del popolo italiano; non un cittadino ha protestato su i mezzi di trasporto affollati quando l'autista, arrestata la macchina, ha illustrato con parole semplici e sentite ai passeggeri il motivo della breve fermata. Alle 10 precise dalle navi ancorate nel porto di Genova si sono levati i fischi delle sirene, a cui hanno risposto quelle delle grandi fabbriche delle città, ligure. Delegazioni di cittadini e di lavoratori si sono portati sulla nave sovietica 'Jan Juarés', accolte dai marinai ed ufficiali sovietici con l'uniforme listata a lutto. Malgrado le disposizioni faziose dei dirigenti delle organizzazioni sindacali scissioniste, CISL e UIL, in tutte le grandi fabbriche i lavoratori iscritti a queste organizzazioni hanno partecipato egualmente alla sospensione dal lavoro, cui li invitava la, grande, unitaria CGIL". E ancora a pagina 2 un riquadro mette in evidenza che a Gragnano (Napoli) 73 lavoratori hanno chiesto l'iscrizione al PCI in onore a Stalin; mentre a pagina 6 "l'Unità" riporta il discorso commemorativo di Togliatti che tributa "Onore e gloria al compagno Stalin" e in un riquadro in bella evidenza con caratteri a risalto si legge la seguente citazione, tratta dal discorso di Pietro Longo, allora vice di Togliatti, che a nome del Comitato centrale del PCI afferma: "Stalin fu l'amico della nostra libertà e indipendenza nazionale, apprezzò lo sforzo fatto dal nostro popolo per riscattarsi dal fascismo, rispettò la dignità e l'autorità dei primi rappresentanti democratici dell'Italia liberata, seguì con simpatia i nostri sforzi di ricostruzione e di rinascita". Altro che "milioni di vittime", altro che "atrocità, milioni di morti nei Gulag e danno immenso all'idea di socialismo" e tante altre falsità e calunnie scimmiottate dal "libro nero del comunismo" e rilanciate dagli ex revisionisti, trotzkisti e i rinnegati del comunismo, ora passati apertamente nel campo della borghesia e della reazione. La verità, come testimoniano queste storiche pagine de "l'Unità", è che ieri il vertice del PCI revisionista esaltava Stalin solo a parole, in maniera opportunistica, per continuare a perpetrare l'odioso inganno ideologico, politico e organizzativo che per 70 anni ha esercitato nei confronti delle masse operaie e popolari italiane per tenerle legate mani e piedi al sistema capitalista. Non a caso, i fatti dimostrano che nel giro di pochi anni, all'indomani del colpo di Stato di Krusciov al XX Congresso del Pcus, anche i revisionisti italiani con alla testa Togliatti, Longo e Berlinguer sono usciti definitivamente allo scoperto e hanno pugnalato alle spalle Stalin, cogliendo qualsiasi occasione per attaccarlo e denigrare la sua figura e la sua opera, e non certo per celebrarlo o seguirne l'esempio e gli insegnamenti. I marxisti-leninisti italiani, invece, continuano a tenere ben alta la gloriosa bandiera di Stalin e applicano i suoi insegnamenti, specie quelli riferiti alla lotta contro i revisionisti di destra e di "sinistra", alla costruzione del Partito del proletariato e alla lotta di classe. Con Stalin per sempre! 21 dicembre 2011 |