Oltre 100 giorni di sciopero in Canada Rivolta degli studenti del Québec contro l'aumento delle tasse (+80%) Gravi misure governative per limitare il diritto di manifestare. Dura repressione poliziesca: 2.500 arresti Nello scorso febbraio il premier del Québec Jean Charest, capo del governo di destra del partito liberale che guida la provincia francofona del Canada, aveva decretato l'incremento delle rette universitarie di oltre l'80% nell'arco dei prossimi sette anni. Con la motivazione che "al momento sono le più basse del Canada". Il piano di aumenti prevede di far crescere il costo medio per ogni studente dagli attuali 2.168 dollari canadesi fino a 3.946, da 1.680 a 3.060 euro. Contro la decisone governativa è partita immediatamente la protesta studentesca con assemblee e sit-in, diventata rivolta in risposta alle misure repressive scatenate dal governo che vanno dal varo di una legge per limitare il diritto di manifestare agli arresti di massa; sono già 2.500 gli studenti arrestati da quando è esplosa la "Maple Spring", la primavera di proteste che prende nome dalla foglia d'acero simbolo del Canada. L'aumento delle tasse universitarie decretato dal governo, denunciano gli studenti, produrrà una situazione simile a quella degli Usa dove i laureati di famiglie non ricche si ritrovano gravati per molti anni dai debiti contratti per pagare il college, l'istruzione pesa sulla famiglia e su parte del futuro lavorativo del giovane. I manifestanti hanno progressivamente raccolto un sostegno sempre maggiore tra la popolazione del Québec sulla base di una piattaforma di lotta che parte dall'opposizione all'aumento delle tasse ma finisce per contestare la politica liberista del governo del Québec. In un documento diffuso da una delle principali organizzazioni che dirigono la mobilitazione degli studenti si afferma che "il movimento studentesco ha preso come punto di partenza la questione delle tasse universitarie e della mercificazione delle università. Questa misura non è che una parte di un progetto più ampio che tocca l'istruzione primaria e secondaria, la sanità e lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali. La nostra resistenza alle misure neoliberiste del governo del Québec. (...) Certo noi vogliamo che il governo annulli quest'aumento delle tasse universitarie ma allo stesso tempo vogliamo rimettere in discussione l'imperativo economico che guida le politiche dei nostri governi". Nel documento si afferma che gli studenti non vogliono "un appoggio di circostanza per cui qualche rappresentante sindacale redige per l'ennesima volta un comunicato di appoggio alla lotta studentesca. Chiediamo al contrario una convergenza di tutta la popolazione del Québec contro le politiche di tagli e mercificazione dei servizi sociali e dei nostri diritti collettivi. Solo se la lotta studentesca diverrà generalizzata sui luoghi di lavoro, questa convergenza sarà effettiva. È quindi uno sciopero sociale che noi chiediamo a tutta la popolazione". L'aumento delle tasse universitarie è una parte delle pesanti misure già adottate dal governo del Québec per ridurre nei prossimi due anni il deficit della provincia, misure che prevedono tra l'altro pesanti tagli alla spesa sociale, l'aumento delle tariffe dei servizi pubblici e la progressiva privatizzazione del sistema sanitario. Provvedimenti che sono appoggiati dal governo federale, guidato dal Partito conservatore del premier Stephen Harper, impegnato da parte sua a tagliare la spesa pubblica e colpire i diritti dei lavoratori canadesi; nel bilancio approvato nello scorso marzo il governo di Ottawa ha indicato una riduzione del 6% della spesa pubblica, ha innalzato l'età pensionabile, ridotto i contributi di disoccupazione e ridimensionato drasticamente il diritto di sciopero. La mobilitazione degli studenti ha raccolto larghe adesioni nel Québec, a partire da Montreal dove le proteste sono continuate per giorni col sostegno di genitori, docenti, pensionati e bambini che partecipano alle iniziative e alle marce di protesta. Che si sono estese a altre città, da Québec City a Sherbrooke, da Toronto a Calgary e Vancouver nonostante la repressione poliziesca e le centinaia di arresti. A fronte dello sviluppo della lotta, il governo di Jean Charest approvava il 18 maggio con procedura d'urgenza la Legge 78 per limitare il diritto di manifestare degli studenti. Le nuove norme stabiliscono che qualsiasi manifestazione con più di 50 partecipanti debba essere notificata per iscritto alla polizia almeno otto ore prima del suo inizio e che venga fornita l'indicazione della durata e dell'itinerario, che potrebbe essere cambiato arbitrariamente dagli agenti; fra le altre limitazioni imposte dalla legge vi è quella del divieto ai cortei di arrivare a meno di 50 metri da campus ed edifici universitari, pena multe agli organizzatori fino ad un massimo di 125 mila dollari canadesi, pari a quasi 100 mila euro, e la possibilità per la polizia di decidere la chiusura temporanea delle scuole. La risposta degli studenti è arrivata chiara il 23 maggio con le grandi manifestazioni, organizzate senza informare la polizia, che si sono svolte in molte città e in particolare a Montreal e a Québec City dove i manifestanti si sono scontrati con i poliziotti che hanno caricato il corteo con manganelli, gas e idranti. I poliziotti hanno arrestato più di 500 manifestanti a Montreal, 176 a Québec City e alcune decine in altre città. La protesta studentesca ha superato i cento giorni. Ha costretto alle dimissioni il ministro dell'Educazione del Québec; quello nuovo, Michelle Courchesne, il 31 maggio ha chiesto di incontrare i rappresentanti dei comitati di lotta degli studenti per discutere di un accordo che metta fine alle proteste. Gli studenti hanno risposto che vogliono l'annullamento della legge che aumenta le tasse e annunciavano nuove iniziative di protesta per il 10 giugno, in occasione del Gran Premio di Formula Uno di Montreal che si svolge su circuito cittadino. 6 giugno 2012 |