Rapporto della Responsabile regionale per la Sicilia Giovanna Vitrano alla riunione dei marxisti-leninisti siciliani del 15 aprile 2007 "Le elezioni amministrative di maggio e i nostri compiti" Cari compagni, anzitutto, a nome dei militanti, simpatizzanti ed amici siciliani del Partito, ringrazio il Centro per avere ospitato la riunione dei marxisti-leninisti siciliani presso la Sede nazionale del PMLI, consentendoci di sfruttare l'occasione di questa nostra presenza a Firenze, per discutere della prossima campagna elettorale che ci vedrà impegnati fino a maggio e, più in generale, del lavoro di Partito e degli appuntamenti più importanti che ci attendono, tra cui la prossima apertura di una sede di Partito in Sicilia e precisamente a Troina. A nome dei compagni siciliani faccio rossi auguri al PMLI per i suoi primi trenta anni di gloriosa vita al servizio del proletariato e della causa del socialismo e dell'Italia unita, rossa e socialista. Rivolgo anche un ringraziamento ai primi quattro fondatori del PMLI, tra cui il nostro Segretario generale, Giovanni Scuderi, e l'indimenticabile compagna Lucia, esempio di dedizione al Partito ed alla causa del socialismo. "Le elezioni amministrative di maggio ed i nostri compiti" è l'argomento della nostra riunione, ma il Rapporto della Responsabile regionale toccherà punti che riguardano il lavoro politico di tutte le Cellule ed Organizzazoni siciliane, le quali, anche se non impegnate nella campagna elettorale, dovranno attivarsi per mettere in pratica le indicazioni di lavoro di cui parleremo. Dunque, in questa Relazione, dopo una breve analisi sulla condizione delle masse siciliane, tenterò di mettere a fuoco le attività politiche che siamo chiamati a svolgere nei prossimi mesi. Partirò dando alcuni numeri su questa tornata elettorale. In Sicilia andranno al voto il 13 e 14 maggio ben 156 comuni, la provincia di Ragusa ed alcuni consigli circoscrizionali. Tra i maggiori Comuni in cui si andrà al voto Agrigento, Aragona, Favara, Racalmuto nella provincia di Agrigento; Gela nella provincia di Caltanissetta; Caltagirone, Nicolosi e Belpasso nella provincia di Catania; Nicosia e Regalbuto nella provincia di Enna; Barcellona, nella provincia di Messina; Palermo, Cefalù, Corleone e Piana degli Albanesi, nella provincia di Palermo; Pozzallo nella provincia di Ragusa; Avola e Melilli nella provincia di Siracusa; Trapani, Alcamo, Erice, Marsala, nella provincia di Trapani. È stata, fissata per i giorni 27-28 maggio la data per l'eventuale secondo turno di votazione. Tale possibilità si potrebbe porre relativamente all'elezione del presidente della Provincia regionale di Ragusa e dei sindaci dei comuni con più di 10.000 abitanti. I principali problemi sociali ed economici della Sicilia Proprio in questo periodo, come non mai, le istituzioni borghesi in Sicilia hanno mostrato la loro vera natura antipopolare e, in molti casi, filomafiosa. Ormai è evidente, da varie indagini delle Procure siciliane, che tra i principali problemi delle masse popolari della nostra regione vi è, a pieno titolo, la corruzione delle istituzioni borghesi e l'infiltrazione della mafia ai più alti livelli della politica borghese in Sicilia Il presidente della regione Salvatore Cuffaro, dell'UDC, è sotto processo per favoreggiamento aggravato e, su richiesta della Procura di Palermo, verrà, probabilmente, incriminato per mafia. L'ex-vicepresidente della regione siciliana, nonché ex-assessore al territorio, Bartolo Pellegrino, di Nuova Sicilia, qualche giorno fa è stato arrestato in quanto, come affermano i giudici, aveva messo "a disposizione della cosca mafiosa non solo i suoi poteri connessi alla carica di assessore regionale e di deputato regionale, ma anche la propria influenza istituzionale di leader di una formazione politica ben rappresentata in tutte le amministrazioni locali". Vari altri sono stati i politicanti borghesi siciliani a livello comunale provinciale o regionale inquisiti o arrestati per reati di mafia, di corruzione, di voto di scambio, nelle inchieste a sfondo mafioso. Il documento di "autoregolamentazione antimafia", elaborato dalla commissione nazionale antimafia, presieduta dal destro di Rifondazione Francesco Forgione, ex-segretario regionale del PRC, ex-deputato al parlamento siciliano e adesso passato a quello nazionale, è stato approvato ad inizio aprile e prevede il divieto per i partiti di candidare inquisiti in indagini a sfondo mafioso. Le belle intenzioni del documento sono andate subito in fumo, proprio grazie al "centro-sinistra" che conferma la sua fortissima vocazione ad una antimafia parolaia e poco concreta. Infatti il candidato a neopodestà di Trapani, Mario Buscaino della Margherita raggiunto da un avviso di garanzia per "concorso in corruzione", nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Pellegrino, rimane al suo posto appoggiato da tutta la coalizione. Ho voluto iniziare la Relazione proprio dalla questione delle infiltrazioni mafiose nelle pubbliche amministrazioni perché tale problema ha una pesantissima ripercussione sulle condizioni delle masse popolari siciliane. Le scelte che sono state operate a livello di politica borghese regionale, provinciale e comunale non hanno fatto altro che rafforzare la presenza e l'arroganza mafiosa nonché il "potere contrattuale" delle cosche a livello istituzionale. Un esempio. Tutti sanno dell'esistenza di un "buco" nella sanità siciliana di diverse centinaia di milioni di euro. Pur di non tagliare i fondi alle cliniche private, alcune in mano alla mafia, il governo Cuffaro sta facendo pagare il buco interamente alle masse popolari con l'aumento sconsiderato dei ticket su tutti i farmaci e per tutte le fasce di reddito, con la chiusura delle piccole guardie mediche nei paesini isolati dell'entroterra, con tagli per un miliardo e mezzo di euro e con la svendita del patrimonio ospedaliero siciliano. La giusta rabbia dei pensionati siciliani e delle famiglie più povere sta crescendo. Trovarsi all'improvviso a dover pagare decine di euro ogni volta che ci si reca in farmacia è intollerabile. Secondo dati appena riportati da una inchiesta giornalistica ci sono moltissime famiglie di pensionati che si troveranno a sborsare cifre che variano dai 1.000 ai 2.000 euro di ticket all'anno. Eppure, mentre si mette in atto questa spremitura indegna delle masse popolari siciliane dall'altro lato solo nelle tasche di Aiello, prestanome di Provenzano, secondo la Procura di Palermo, sono finiti in due anni 40 milioni di euro, rispetto ai 6 milioni "dovuti". Questo è quello che è stato provato dalla magistratura. Chissà cosa continua a succedere presso la Ausl6 di Palermo e presso le Ausl siciliane sempre in mano a tutti gli uomini del presidente. Basti pensare che Manenti, il manager dell'Ausl6 di Palermo, rinviato a giudizio a marzo, per "concorso in abuso d'ufficio" con l'accusa di aver "trovato, illegittimamente, il modo di fare ottenere ad Aiello i pagamenti di prestazioni sanitarie non previste dal tariffario regionale" è stato spostato da Cuffaro a dirigere la Ausl di Agrigento, benché il mal tolto ai siciliani ammonti a 34 milioni di euro, come risulta dalle indagini della Procura. Noi del PMLI lo diciamo da anni, se si vuole dare un colpo mortale alla mafia la sanità siciliana va rivoltata come un calzino. Bisogna tagliare le convenzioni e reinternalizzare tutti i servizi in convenzione ai privati, bisogna rimuovere tutti i manager inquisiti, sequestrare le cliniche in mano alla mafia e trasformarle in strutture pubbliche. Ma come si può pensare che un governo corrotto e filomafioso come quello di Cuffaro, sotto processo proprio insieme ad Aiello possa risolvere questo problema? Lo stesso Cuffaro se ne deve andare subito! Come si può pensare che riesca a risolvere il problema questo parlamento che è proprio il covo politico delle lobby miliardarie della sanità siciliana. Basti pensare che in parlamento siede proprio il maggiore imprenditore della sanità privata siciliana, Nunzio Cappadona, UdC, proprietario di cliniche e laboratori di analisi, nonché il più ricco tra i parlamentari siciliani. Questo governo e questo parlamento non possono risanare il "buco" nella sanità che loro stessi hanno prodotto ed in ogni caso i ticket vanno abrogati subito. Il problema delle infiltrazioni mafiose non riguarda solo le Istituzioni borghesi regionali, ma anche gli Enti locali siciliani. La compenetrazione tra affari e politica borghese negli Enti locali non è da sottovalutare, poiché riguarda il livello delle scelte operative sul territorio. Scelte che immediatamente hanno ripercussioni sulla vita delle masse popolari dei Comuni e delle Province, ad esempio sulla politica del lavoro, della casa, nella gestione degli appalti o dei beni confiscati alla mafia. Recentemente il PMLI, ai suoi massimi livelli, ha prodotto un'analisi e delle proposte risolutive sul fenomeno delle mafie. Nel documento "Uniamoci nella lotta contro la camorra e le mafie. Per il lavoro, lo sviluppo e l'industrializzazione del Mezzogiorno"1 si puntualizza che la mafia ha le sue radici nel sistema capitalista, laddove si afferma: "Per sconfiggere la piovra mafiosa che domina il Mezzogiorno, bisogna capire dov'è la testa su cui indirizzare i nostri colpi principali. La testa si trova nell'alta finanza, nei circoli dell'industria, dell'agricoltura, del terziario, e nelle istituzioni. Cioè dentro la classe dominante borghese, lo Stato borghese e l'economia capitalistica". Ma il PMLI non dimentica il livello rivendicativo ed espone nel documento le sue proposte di intervento per dare un duro colpo alla mafia: "Per il PMLI, ci vogliono veri e propri piani di intervento straordinari economici e sociali per il Mezzogiorno d'Italia, in modo da poter iniziare a risollevare questa parte del nostro Paese dalla povertà dilagante, dal degrado sociale, ambientale e urbanistico, e da potere prosciugare l'acqua in cui nuota la criminalità. Questi piani, tra l'altro, devono prevedere il risanamento e la riqualificazione delle periferie urbane, specie di Napoli e Palermo. In questo quadro, il PMLI considera la lotta contro la precarietà una delle priorità. Appoggia le rivendicazioni per l'abrogazione della legge 30 e del 'pacchetto Treu', per una modifica complessiva della legislazione del lavoro che ponga al centro il posto a tempo indeterminato. Si impone inoltre un potenziamento e un aumento delle ispezioni nei luoghi di lavoro per verificarne le regolarità. Occorre fermare la spaventosa ecatombe di posti di lavoro, la desertificazione industriale e la disoccupazione di massa che oramai ha raggiunto la vetta del 30%, creando così le condizioni favorevoli al reclutamento e all'espansione dell'esercito armato delle holding criminali, che in combutta con i governanti locali e nazionali si spartiscono il territorio per arricchirsi a discapito della stragrande maggioranza delle popolazioni meridionali. In questo contesto avversiamo ogni federalismo, sostenuto sia dal "centro-destra" sia dal "centro-sinistra", la privatizzazione della sanità, delle pensioni, dei trasporti, delle risorse idriche, dello smaltimento dei rifiuti, l'attacco al diritto allo studio, la svendita scellerata dei beni pubblici, i condoni edilizi, le leggi che favoriscono i capitali "sporchi" e chi si è macchiato di crimini come le ruberie e le tangenti attuate dai politici delle cosche partitiche della destra e della "sinistra" borghesi, le controriforme costituzionali che spezzettano l'Italia e accentuano il divario economico e sociale tra Nord e Sud, sono tutti elementi che favoriscono la criminalità organizzata." Questa sarebbe la strada politica da intraprendere per dare un duro colpo alla mafia, ma niente di tutto ciò è stato attuato dalle Istituzioni borghesi in Sicilia, che anzi hanno combinato veri e propri disastri che hanno rafforzato la criminalità organizzata. Neanche i governi nazionali di Prodi e, prima, di Berlusconi hanno messo nessun freno al dilagare di provvedimenti filomafiosi a livello regionale. Vedasi il caso dei quattro inceneritori previsti dal piano regionale per i rifiuti approvato dal governo Cuffaro. Il tanto celebrato decreto di sospensione delle procedure di costruzione degli inceneritori, firmato dai ministri di salute, ambiente e sviluppo economico del governo Prodi sta andando in fumo. Il Tar del Lazio infatti, su richiesta del gruppo Falck, ha bloccato il decreto. La strada delle presunte "irregolarità" non poteva portare a nulla a lungo andare. Ci voleva invece la cancellazione definitiva del progetto dei quattro inceneritori e dell'intero piano dei rifiuti regionale. Ci sorge il sospetto che il governo Prodi abbia voluto, da un lato, fare una operazione di facciata, per contentare il movimento contro gli inceneritori in Sicilia, e, dall'altro, abbia voluto tenersi aperta la possibilità di mettere in pratica il piano dei rifiuti regionale, approvato da Cuffaro. Infatti, in un quadro nazionale estremamente difficoltoso per Prodi sul fronte dell'incenerimento e dello stoccaggio dei rifiuti, date le proteste che sono in atto in Campania, può sempre far comodo al "centro-sinistra" nazionale mantenere il piano regionale dei rifiuti, con l'obbiettivo pratico, già di Cuffaro, di trasformare la Sicilia nella discarica d'Italia. L'obbiettivo appare essere questo, dal momento che è stato calcolato dalle associazioni ambientaliste che, per far funzionare a pieno regime i quattro inceneritori, la Sicilia dovrà importare rifiuti. Cosa aspetta Prodi a cancellare definitivamente questi progetti? Intanto non va dimenticato che sono le giunte comunali che hanno approvato le concessioni per le nuove discariche e per l'edificazione degli inceneritori di Palermo, Augusta, in provincia di Siracusa, Casteltermini, provincia di Agrigento e Paternò, in provincia di Catania. Sono le giunte comunali che hanno scelto di dare agli Ato la forma giuridica della SPA, piuttosto che riunirsi in consorzio. La perdita del controllo pubblico sulla raccolta dei rifiuti, come è già successo per i servizi idrici, ha fatto levitare in maniera incredibile le tariffe. Se ne stanno accorgendo proprio in questi giorni gli abitanti della provincia di Catania. La stessa situazione si verifica sul fronte dalla privatizzazione del servizio idrico. La carenza idrica non è mai stata risolta né dalla regione né dai Comuni. L'azione strategica del governo Cuffaro su questo fronte è stata quella di imporre, basandosi anche sull'appoggio del "centro-sinistra", una privatizzazione forzosa. Il PMLI partecipa alla battaglia per la ripubblicizzazione dell'acqua, raccogliendo le firme per il referendum, ma il nostro obbiettivo va ben oltre. Noi vogliamo l'Abrogazione nell'articolo 69 della 10/99 regionale e delle successive delimitazioni degli ATO. Vogliamo un'unica tariffa regionale per il servizio idrico integrato, la gratuità del rifornimento di acqua e il divieto di interruzione del servizio per disoccupati, cassaintegrati, precari, pensionati sociali, studenti fuori sede, immigrati extra-comunitari, associazioni e centri sociali. E, infine, vogliamo che la regione ed i Comuni si impegnino per la risoluzione definitiva della crisi idrica della Sicilia. Ma le amministrazioni locali non intendono tornare indietro sulle scelte di privatizzazione, anzi sono le prime ad attuare i decreti nazionali e regionali che spingono verso l'apertura ai privati della distribuzione dell'acqua. Le amministrazioni locali sono responsabili delle scelte antipopolari quanto lo sono quelle nazionali e regionali. Ad esempio sul fronte del lavoro è ovvio che il pacchetto Treu e la legge Biagi, voluti rispettivamente dal "centro-sinistra" e dal "centro-destra", sono stati approvati dal parlamento nazionale. Ma poi sono stati gli Enti locali ad usufruirne a piene mani. I Comuni e le Province, per i quali si voterà a maggio, sfruttano selvaggiamente il lavoro degli oltre trentamila LSU siciliani. E trentamila LSU è una cifra che non ha paragone con nessun'altra regione d'Italia. Le industrie siciliane stanno andando verso il fallimento perché il governo nazionale ha fatto la scelta di deindustrializzare il Mezzogiorno e la Sicilia, ma sono i Comuni e le Province che attuano questa sciagurata linea politica. Sono i Comuni e le Province che smettono di investire sullo sviluppo e sulla creazione delle condizioni più propizie agli investimenti. La Fiat di Termini va verso la chiusura, il Cantiere navale di Palermo è ridotto al lumicino, i siti industriali di Milazzo, Augusta, Melilli, Priolo e Gela sopravvivono tra mille problemi. È più che evidente che tra le istituzioni borghesi nazionali, regionali e locali, vi è un patto antipopolare che va al di là dello schieramento politico di riferimento Il PMLI per far fronte alla deindustrializzazione chiede lo stanziamento di consistenti fondi vincolati per il rilancio economico e sociale della Sicilia e del Mezzogiorno, la creazione in tutta la Sicilia di una struttura economica simile a quella che possiede il Centro-Nord, attraverso piani straordinari, la destinazione di ingenti finanziamenti pubblici e l'utilizzazione delle aziende pubbliche per lo sviluppo industriale, tecnologico e infrastrutturale, per il rilancio dell'agricoltura e del turismo, per il risanamento del degrado ambientale, rurale e urbano. I governanti borghesi di "centro-destra" e di "centro-sinistra" non hanno risolto la questione del lavoro in Sicilia. Anzi questo problema è uscito definitivamente dai programmi elettorali, a parte qualche chiacchiera. Tutto ciò mentre la nostra regione si conferma in testa alle classifiche della disoccupazione in Italia, con oltre il 50% di disoccupazione giovanile. In Sicilia il lavoro è lavoro precario, lavoro nero e supersfruttato. Il PMLI non dimentica che il lavoro è il principale problema delle masse popolari siciliane e chiede dei piani regionali e comunali per il lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati e lavoratori, contro il precariato e il lavoro nero. L'aumento degli organici degli ispettorati al lavoro in Sicilia. La risoluzione definitiva del problema del precariato (Lsu, Lpu, ex-Pip, articolisti ecc.) tramite l'assunzione stabile e a salario intero di tutti i precari nella pubblica amministrazione nella quale sono in servizio. Il lavoro, la casa ed una rete di servizi pubblici e gratuiti devono essere al centro delle politiche regionali e comunali. La casa, soprattutto, è diventato un problema gravissimo in Sicilia che mobilita centinaia di senzatetto in una lotta che ormai dura da anni ed alla quale le istituzioni borghesi rispondono solo con i manganelli, gli sgombri ed in processi. A Palermo, Catania e Messina la carenza di abitazioni si intreccia con il fortissimo degrado dei quartieri centrali e periferici. Basti dire che a Messina una parte della popolazione è ancora costretta a vivere nelle baracche del terremoto del 1908. Le Istituzioni borghesi ben lungi dall'aver risolto il problema non lo hanno ancora nemmeno affrontato e non sembra abbiano intenzione di farlo, al di là delle chiacchiere elettorali. Noi dobbiamo chiedere che sia garantito il diritto alla casa per tutti, che siano varati dei piani mirati a soddisfare il fabbisogno abitativo attraverso il riuso ed il riordinamento di vecchi edifici, l'utilizzo delle case sfitte e la costruzione di nuove case popolari con fitti accessibili a tutti, immigrati e Rom compresi. Dobbiamo chiedere che vengano attuati dei piani straordinari per il recupero dei centri storici delle città siciliane. Noi chiediamo inoltre che il patrimonio abitativo sequestrato alle cosche mafiose venga immediatamente utilizzato dai Comuni siciliani per far fronte alle carenze abitative. L'alleanza elettorale tra "centro-destra" e "centro-sinistra" in Sicilia e i candidati degli "opposti" schieramenti Tutti i partiti delle coalizioni di "centro-destra" e "centro-sinistra" hanno iniziato da tempo le campagne elettorali, in alcuni casi, come a Palermo, da oltre un anno, e, adesso, si sono chiuse o stanno per chiudersi le liste. Sono talmente simili tra se gli esponenti dei due schieramenti in campo che ormai i programmi non si distinguono nemmeno e vi è un generale appiattimento sulle linee neoliberiste ed ultraprivatiste dei governi Prodi e Cuffaro. Ma non solo, i siciliani in questo periodo stanno assistendo all'indegno spettacolo degli inciuci elettorali tra "centro-destra" e "centro-sinistra" in vari Comuni. I principali promotori di queste alleanze trasversali che vediamo in giro per la Sicilia sono gli esponenti dell'UdC, dei DS e della Margherita. Non possiamo trascurare il fatto che con queste alleanze il "centro-sinistra" rompe i suoi già deboli argini "antimafiosi" e consente al voto clientelare di inondare le sue liste. Se ad Agrigento l'ex-segretario provinciale dell'UdC, Marco Zambuto, diventa candidato del "centro-sinistra" necessariamente quest'ultimo schieramento dovrà concedere qualcosa, o tanto, alla corte dell' UDC agrigentino, proprio nella roccaforte di Cuffaro. Anche in altre città e paesi siciliani si ripete l'alleanza. A Cefalù, in provincia di Palermo, l'UdC punta su Giuseppe Guercio, gradito ai DS e sul quale potrebbe convergere anche Forza Italia. Nel messinese il patto tra "centro-destra" e "centro-sinistra" è stato stretto nei Comuni dove si vota con il sistema proporzionale, ovvero i più grandi. A Barcellona Angelo Torre dell'UdC, fresco di nomina polista nel CdA del consorzio autostrade, sarà appoggiato da Margherita, Udeur, Sdi e Italia dei Valori. DS, PRC, PdCI, dovrebbero convergere su Torre al ballottaggio. A Palermo il candidato neopodestà del "centro-sinistra" Leoluca Orlando, il quale ha governato la città fino al 2001 con il movimento della Rete, e, adesso, è passato a Italia dei Valori, secondo le cronache giornalistiche è in procinto di dare il via ad una intera lista pescando a piene mani tra i consiglieri comunali della "Casa del Fascio". Probabilmente il "centro-sinistra" ha capito che il patto elettorale con gli elettori dei quartieri popolari si è rotto per il pessimo comportamento mantenuto dalle giunte borghesi palermitane. Se i voti non vengono spontaneamente dai palermitani al "centro-sinistra" non resta che ricorrere ai metodi tipici del "centro-destra", ovvero al voto clientelare. In questa lista organizzata da Orlando dovrebbero confluire Onofrio Palma attuale consigliere comunale di Forza Italia, eletto nel 2001 con 1464 voti, ma anche Salvatore Drago, già consigliere provinciale con il movimento filomafioso di Nuova Sicilia, e Gaspare Corso, anch'esso forzista, ma che nel 2001 era candidato con Nuova Sicilia. Trattative sono state aperte da Orlando anche con altri caporioni forzisti, tra cui i fratelli Terrani del quartiere popolare di Romagnolo. Uno di loro, è presidente della circoscrizione, mentre l'altro è consigliere comunale eletto con 1543 voti. Potrebbe confluire nella lista anche il consigliere comunale dell'UDC Pietro Passariello che nel 2001 aveva preso 1.157 voti. Abbastanza certa è data a fianco di Orlando la presenza di Cristina Matranga nata politicamente con il movimento della Primavera palermitana passata a Forza Italia ed in seguito al movimento dell'Italia dei Valori. I programmi dei candidati a neopodestà o a presidenti di provincia non prendono in considerazione i reali problemi della popolazione o si limitano a dichiarazioni vuote di soluzioni concrete. Basti citare come la situazione della metropoli di Palermo non merita, a parte qualche chiacchiera elettorale, secondo gli aspiranti neopodestà, di andare in fondo nei problemi reali, come il lavoro, una rete di servizi pubblici e gratuiti per la popolazione, la casa. Nella provincia di Catania, dove sono schizzate alle stelle le tariffe della raccolta rifiuti, grazie alle privatizzazioni, approvate da questo come da precedenti governi, i candidati del "centro-destra" e del "centro-sinistra" sono d'accordo nel non schierarsi contro la consegna della gestione dei servizi pubblici ai privati. Nella provincia di Caltanissetta a Gela, durante la visita del ministro dell'interno Amato, la popolazione ha inscenato una dura protesta contro le carenze idriche in città. La popolazione gelese era esasperata perché il giorno prima era morto un pensionato cadendo da una scala mentre controllava il livello dell'acqua in un recipiente. Eppure Gela, una delle città più degradate dell'intera Sicilia, in mano alle cosche mafiose, con un altissimo livello di disoccupazione, con gravi carenze infrastrutturali è considerata un esempio di buona amministrazione! Questo solo perché governa Rosario Crocetta dei Comunisti italiani, adesso ricandidato dal "centro-sinistra" a fare il neopodestà. I compiti del PMLI Quanto detto finora si può sintetizzare egregiamente con le parole pronunciate nel discorso "Uniamoci per l'Italia Unita, rossa e socialista", tenuto durante i dibattiti di Belpasso e Troina nell'aprile 2006, dal Segretario generale del PMLI, il compagno Giovanni Scuderi: "Non ci può essere un capitalismo 'buono' e uno cattivo, un liberismo sopportabile e uno insopportabile. Il capitalismo è sempre capitalismo e la sua politica economica e sociale è sempre liberista e insopportabile per gli operai, i lavoratori, i pensionati e le masse popolari. Noi non vogliamo addolcire il capitalismo, ma eliminarlo. Non è possibile però se non si cambia completamente economia, Stato, società e potere politico. Il che può avvenire solo nel socialismo."2 Noi militanti e simpatizzanti sappiamo che dobbiamo adoperarci per raggiungere l'Italia unita, rossa e socialista, ma per ottenere questo successo strategico è necessario che il proletariato siciliano, parte integrante di quello italiano, riprenda coscienza del suo ruolo storico di classe rivoluzionaria. Come dice il compagno Scuderi nel discorso appena citato: "Spetta a noi marxisti-leninisti far riprendere in mano al proletariato italiano, e questa volta in maniera corretta e integrale, il filo rosso di Marx ed Engels affinché nessuno lo possa più ingannare, corrompere e deviare dalla via dell'emancipazione e del socialismo"3. Noi dobbiamo muoverci nella campagna elettorale, che è un importantissimo scenario di lotta rivoluzionaria per il Partito, tenendo a mente questo obbiettivo strategico, usando con intelligenza i potenti strumenti ideologici che il Partito ha elaborato in trenta anni di vita ( quaranta se si considera la fase preparatoria) e messo a nostra disposizione. Noi dobbiamo propagandare l'astensionismo marxista-leninista e le Istituzioni rappresentative delle masse anticapitaliste, astensioniste e fautrici del socialismo, ovvero le Assemblee popolari ed i Comitati popolari. La campagna elettorale, non deve risolversi soltanto nell'affiggere i manifesti. Il nostro ruolo è quello di calare tatticamente nella realtà locale la linea elettorale del PMLI nel suo complesso. Ciò significa, in primo luogo, che la linea elettorale del Partito va ripresa in mano, studiata e discussa nelle riunioni. Tutti devono ristudiarla non soltanto le Organizzazioni impegnate nelle campagna elettorale. Non dobbiamo mai crederci arrivati nella conoscenza della linea del PMLI. Dobbiamo sempre approfondirla in ogni occasione. E di certo la linea elettorale del Partito, che si distingue per la sua novità rispetto a tutto il panorama politico italiano, non è facile da essere compresa bene. L'astensionismo tattico marxista-leninista ha degli elementi che vanno studiati e digeriti bene. La campagna elettorale, se affrontata nei termini corretti, è uno straordinario momento di crescita teorica e politica dei compagni militanti e simpatizzanti siciliani che la svolgono. Dunque, come ogni lavoro politico che ci accingiamo a svolgere, anche quello elettorale deve partire dalla presa di coscienza fino in fondo degli strumenti teorici sviluppati dal PMLI in questo settore. In primo luogo va riletto e commentato nelle riunioni delle Cellule e delle Organizzazioni siciliane che sono in campagna elettorale, ma anche di quelle che non sono direttamente impegnate in questo lavoro, il discorso citato del compagno Scuderi "Uniamoci per l'Italia unita, rossa e socialista". Va letto anche il documento dell'Ufficio politico "Contro il regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista. Contro i governi della destra e della 'sinistra' borghese. Per l'Italia unita, rossa e socialista. Astieniti (diserta le urne, annulla la scheda o lasciala in bianco)"4. Va curata soprattutto la formazione teorica e pratica dei simpatizzanti che ci affiancano in questo lavoro. Sul territorio il nostro compito è quello di lavorare per portare dalla nostra parte il più alto numero di elettori possibile, convincendoli a dare il loro voto al PMLI ed al socialismo. Per far ciò non è sufficiente parlare loro della nostra linea elettorale generale, ma bisogna calarla nella realtà locale in cui si svolgono le consultazioni amministrative. Come i partiti borghesi non convincono gli elettori a votarli parlando della "bontà" del sistema capitalista, noi del PMLI, pur non tralasciando il discorso strategico che è importante, dobbiamo parlare agli elettori dei loro problemi causati dalle amministrazioni borghesi. In sostanza la migliore propaganda della nostra linea elettorale la possiamo fare solo entrando nel merito delle questioni specifiche della nostra città. Dobbiamo fare inchieste su come si sono comportate nei confronti delle masse locali le amministrazioni che hanno governato. Per usare le definizioni del Partito possiamo dire che, anche per quanto riguarda la linea elettorale del PMLI, bisogna saldare l'anello del lavoro locale con la linea generale del Partito. A questo proposito è bene che tutti i compagni siciliani riflettano sul capitoletto "Forgiare l'anello mancante"5 pubblicato in appendice al Nuovo Programma d'azione del PMLI. Questo metodo di lavoro è, inoltre, sintetizzato egregiamente nel discorso "Lavoriamo uniti con perseveranza e fiducia, affinché il PMLI possa svolgere interamente il suo ruolo di avanguardia" tenuto dal compagno Scuderi il 1° giugno 2003 alla 3° Sessione plenaria del 4° CC del PMLI6. Riporto un passaggio di tale discorso: "Per quanto riguarda le elezioni amministrative non c'è altro modo di prepararsi che quello di calarsi nella propria realtà e di affrontare concretamene giorno per giorno i problemi materiali delle masse, a partire dal lavoro, la casa, la sanità, l'istruzione, i servizi sociali, e di studiare a fondo i bilanci, i programmi, i piani regolatori, i progetti urbanistici, gli Statuti, ecc., delle giunte comunali, provinciali e regionali"7. A tutti compagni siciliani, non solo quelli impegnati nella campagna elettorale, consiglio di rileggere questo discorso del compagno Scuderi concentrandosi soprattutto sul capitolo "Le nostre battaglie elettorali"8. Nostro compito di militanti e simpatizzanti siciliani del PMLI è di tenere sotto tiro le giunte locali attraverso una continua pressante critica. La critica va allargata ai programmi elettorali, ai candidati di entrambi gli schieramenti, soprattutto di quelli che hanno già governato. Questo lavoro, deve essere svolto attraverso volantinaggi e comunicati stampa. Il lavoro giornalistico è di primaria importanza durante la campagna elettorale e va curato con articoli settimanali su Il Bolscevico. In questo tipo di lavoro si stanno distinguendo i compagni militanti e simpatizzanti palermitani che producono articoli settimanali sui problemi delle masse della loro città. La cronaca locale pubblicata sui giornali borghesi va letta e interpretata in base alla nostra linea politica, ma vanno anche ascoltate direttamente le masse dei luoghi in cui ci troviamo a vivere, poiché proprio in questo periodo moltissime sono le battaglie in corso in Sicilia, da quella per la ripubblicizzazione dell'acqua a quella contro le trivellazioni nel Val di Noto, a quella contro le basi militari in Sicilia. Ogni realtà locale ha dei problemi ai quali le masse popolari sono più sensibili ed è importante che i compagni li individuino, per colpire nel segno dell'interesse della popolazione. A Palermo le masse sono particolarmente sensibili al problema delle infiltrazioni mafiose nella Istituzioni borghesi e al malaffare di quest'ultime, al problema del lavoro, della casa, della mancanza di servizi per la popolazione. Nella provincia di Enna è importantissimo il problema degli LSU, delle tariffe imposte dagli Ato, delle cattive condizioni delle strade, della mancanza di presidi sanitari. Nella Provincia di Catania le masse sono particolarmente sensibili al problema della deindustrializzazione, dell'inceneritore di Paternò, dell'aumento delle tariffe per la raccolta dei rifiuti, della carenza idrica. Ogni Cellula o Organizzazione sa meglio di me quali sono i problemi e le sensibilità politiche delle masse locali e se ancora non lo sa dovrà affrettarsi a fare una ricerca. Per quanto riguarda i volantinaggi e le affissioni anche questi, nel loro insieme, vanno programmati. Soprattutto se si tratta di lavorare in una grande città. Il mio consiglio è, una volta stabiliti gli argomenti da trattare, di individuare i quartieri delle città o dei paesi che possono essere più sensibili su quei particolari argomenti. O, viceversa, una volta individuata la zona in cui è più proficua la campagna elettorale, stabilire il tipo di argomenti da trattare tatticamente in via prioritaria. Certo, tanto meglio se si riesce a coprire con la propaganda tutta la città o tutto il paese, ma spesso la scelta di limitarci a pochi quartieri ci viene imposta oggi, in alcuni casi, dal rapporto sfavorevole tra il numero di militanti e simpatizzanti e l'estensione del territorio. Per fare un esempio: i compagni palermitani, viste le condizioni oggettive, hanno scelto di lavorare su un paio di quartieri, che sono quelli a maggior concentrazione di studenti universitari, i più aperti a Palermo verso la propaganda del PMLI. Per questo in quei due quartieri affiggeranno i manifesti e diffonderanno i volantini ed i comunicati stampa. Nei paesi questo problema si pone meno, ma si pone, comunque, il problema di individuare gli argomenti ai quali le masse sono più sensibili. Con le sole forze interne del Partito è pressoché impossibile realizzare tutti i nostri compiti e muoverci contemporaneamente su tutti i fronti della lotta di classe. Dobbiamo perciò mobilitare e coinvolgere a fondo anche i simpatizzanti e gli amici del Partito sulle questioni pratiche, amministrative e operative del Partito. L'aiuto dei simpatizzanti è preziosissimo in campagna elettorale come in ogni momento dell'attività politica del PMLI. Essi vanno organizzati nelle squadre di propagada astensionista, le quali vanno fondate ufficialmente dopo una lettura e la discussione dei più recenti documenti elettorali del PMLI, e vanno sciolte ufficialmente a conclusione della campagna elettorale. I simpatizzanti e gli amici del Partito non vanno solo invitati a partecipare alle attività di affissione o ai volantinaggi. Vanno coinvolti ad un livello politico più alto. Vanno organizzate con loro riunioni di studio della linea elettorale del PMLI e di decisione delle attività da svolgere sul territorio. Il Partito deve essere molto aperto alle proposte di attività dei simpatizzanti. Essi devono essere invitati a scrivere per il bolscevico sui temi della campagna elettorale. Ad essi possono anche essere affidati ruoli di coordinazione. Tutto dipende dalle capacità e dalle disponibilità individuali. Cari compagni, allora attiviamoci per propagandare al massimo la parola d'ordine del PMLI.Sicilia per queste elezioni amministrative del 13 e 14 maggio 2007 ovvero: "LIBERIAMO LA SICILIA dal capitalismo, dalla mafia, dal sottosviluppo e dai governi della destra e della "sinistra" borghese. PER L'ITALIA UNITA, ROSSA E SOCIALISTA ASTIENITI (diserta le urne, annulla la scheda o lasciala in bianco)"! Per le nostre città ed i nostri paesi governati dal popolo e al servizio del popolo! Contro il regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista! Contro i governi della destra e della "sinistra" borghese! Per l'Italia unita, rossa e socialista! W il Trentesimo anniversario del PMLI! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! NOTE 1 Uniamoci nella lotta contro la camorra e le mafie per il lavoro, lo sviluppo e l'industrializzazione del Mezzogiorno. Documento dell'UP del PMLI, Il bolscevico 1° dicembre 2006 2 Giovanni Scuderi "Uniamoci per l'Italia unita, rossa e socialista", opuscolo 12 pg. 9; 3 ibidem pg. 6; 4 "Contro il regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista. Contro i governi della destra e della "sinistra" borghese. Per l'Italia unita, rossa e socialista. Astieniti (diserta le urne, annulla la scheda o lasciala in bianco)". Documento dell'UP del PMLI, in opuscolo 12, pg. 24; 5 "Forgiare l'anello mancante" estratto dal documento del CC del PMLI del 20.2.88 "Teniamo alta la bandiera del socialismo, dell'antimperialismo e dell'antifascismo" 6 Scuderi, "Lavoriamo uniti con perseveranza e fiducia , affinché il PMLI possa svolgere interamente il suo ruolo di avanguardia", in opuscolo n.10, pg.5 7 ibidem pg. 26 8 ibidem pg.25 |