Dopo un attacco della resistenza a un pullman di militari Rappresaglia nazista dei sionisti a Gaza I bombardamenti aerei dei sionisti sulla striscia di Gaza si ripetono con una cadenza che quasi non fa più notizia; lo diventa quando in soli tre giorni causano 15 morti, tra i quali almeno tre ragazzi, e una cinquantina di feriti come è avvenuto tra il 18 e il 20 di agosto durante una rappresaglia nazista in seguito a una serie di attacchi della resistenza fra i quali quello a un pullman di militari a pochi chilometri da Eilat, la località turistica sul Mar Rosso al confine con l'Egitto. L'attacco del 18 agosto è stato condotto da un gruppo di una trentina di palestinesi armati di mitra che hanno intercettato il bus diretto a Eilat e altri mezzi e che dopo lo scontro con i soldati sionisti sono in gran parte riusciti a fuggire. Nella reazione all'attacco della resistenza palestinese le forze di Tel Aviv hanno ucciso anche tre ufficiali di polizia egiziani alla frontiera tra i due paesi. Altri due soldati egiziani erano uccisi dalle forze aeree sioniste mentre pattugliavano il confine di Rafah. L'Egitto chiedeva le scuse ufficiali; che non sono arrivate. Il regime di Tel Aviv era impegnato nella rappresaglia contro la striscia di Gaza e il governo palestinese guidato da Hamas. "La vera responsabile di questo attacco è Gaza, risponderemo con forza e determinazione", annunciava il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, che chiudeva i valichi di transito per la striscia di Gaza e inviava l'aviazione a colpire tutte le città della striscia e alcuni campi profughi. Gli attacchi continuavano nei due giorni successivi con un pesante bilancio di vittime, fra le quali molti civili. Fonti mediche palestinesi denunciavano che molti feriti avevano lacerazioni non dovute a bombe normali ma lesioni simili a quelli delle vittime dell'Operazione Piombo Fuso, quando i sionisti utilizzarono le proibite bombe al fosforo. La rappresaglia sionista era condannata da Hamas e finanche dal presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, che chiedeva una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell'Onu per fermare "la pericolosa escalation contro la Striscia di Gaza e l'uccisione di civili". Uno dei responsabili di Hamas a Gaza affermava che la rappresaglia di Tel Aviv serviva al regime sionista anche per spostare l'attenzione sulla "sicurezza" del paese e spegnere il fuoco della protesta sociale che si stava sviluppando a Tel Aviv e nelle altre principali città. Almeno 250 mila manifestanti avevano partecipato alle manifestazioni del 7 agosto contro il caro vita; la più grande manifestazione nel paese per chiedere affitti più bassi, salari minimi più alti, scuole gratuite. Una protesta che continuava il 13 agosto con manifestazioni nelle città più piccole e alle quali partecipano per la prima volta anche diversi arabo-israeliani. Un movimento che stava mettendo in difficoltà il governo Netanyau e che ha sospeso le iniziative al rombo dei cacciabombardieri su Gaza. 31 agosto 2011 |