Relazione di Denis Branzanti, Responsabile del PMLI per l'Emilia-Romagna alla 4ª riunione dei marxisti-leninisti della regione "Il PMLI è nato per servire il popolo. Mai deve staccarsi dal popolo, nemmeno quando sarà grande e forte" "Dobbiamo fare un buon gioco di squadra, seguire le indicazioni del Partito, aiutarci l'un l'altro ed essere disposti a fare sacrifici. Teniamo costantemente sotto tiro le giunte locali" "Ogni provincia dell'Emilia-Romagna deve avere un'Organizzazione del PMLI" Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale della relazione che il compagno Denis Branzanti ha tenuto alla 4ª riunione dei marxisti-leninisti dell'Emilia-Romagna che si è svolta a Rimini il 24 giugno 2007. Il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, dopo averla letta, ha inviato al compagno Branzanti un sms con queste parole: "Vive congratulazioni e profondi ringraziamenti per l'ottima relazione. Chiara, forte, incoraggiante e ricca di indicazioni concrete. Un potente strumento di orientamento, di azione e di lotta per i marxisti-leninisti dell'Emilia-Romagna, utile per tutto il nostro amato Partito". Care compagne e cari compagni, è con grande piacere che vi do il benvenuto alla quarta riunione dei militanti, simpatizzanti e amici del PMLI dell'Emilia-Romagna. Ci ritroviamo a quasi un anno di distanza dalla precedente riunione regionale per fare il bilancio di un anno di lavoro politico, nelle città della nostra Regione, valutare la situazione attuale e programmare il lavoro a breve-medio termine. Questa riunione si apre sotto i migliori auspici, è con grande gioia proletaria rivoluzionaria che vi informo che questa mattina è stata fondata la Cellula "Giuseppe Stalin" di Rimini del PMLI. La nascita della prima Cellula riminese del PMLI costituisce una grande vittoria politica e organizzativa del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, del socialismo, del PMLI e del proletariato sulla borghesia, sui revisionisti e i falsi comunisti e sul capitalismo. Essa ci dà ulteriore forza e convinzione nel proseguire, con determinazione ed entusiasmo proletari rivoluzionari, sulla strada per costruire un grande, forte e radicato PMLI, per combattere la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista, e il governo del dittatore democristiano Prodi, per l'Italia unita, rossa e socialista. La fondazione della Cellula Stalin è merito innanzitutto del valoroso ed esemplare compagno Tino, primo pioniere del PMLI a Rimini e primo Segretario della Cellula, il suo esempio conferma ancora una volta che, anche se si parte da soli in una città dove il Partito è ancora completamente sconosciuto, ma si è armati del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, si è fedeli ai 5 grandi maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, e ci si mette alla scuola del Partito per cambiare la propria concezione del mondo e se stessi, anche le montagne più alte possono essere scalate, e si possono ottenere grandi successi nel lavoro politico. Questa è una Cellula modello per la sua composizione, perché racchiude generazioni diverse, quella che proviene dal vecchio partito revisionista ma che ha compreso che il PMLI è l'unico vero Partito marxista-leninista presente nel nostro Paese, e quella nuova cresciuta nella seconda repubblica che vede nel PMLI l'unica possibilità per conquistare l'unico mondo diverso possibile, cioè il socialismo. Quale miglior modo per festeggiare il 30° anniversario del PMLI, fondato il 9 Aprile 1977, che dare linfa al Partito con la costituzione di una nuova Cellula! 30° anniversario che il Partito ha festeggiato pubblicamente con una manifestazione in piazza dell'Isolotto lo scorso 15 aprile a Firenze, culla del PMLI. Chi era presente, ha ancora nella mente le splendide immagini di quella giornata, l'unità, la forza, la determinazione dei compagni presenti, con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del Partito, una bellissima immagine del Partito che abbiamo dato alle masse popolari e lavoratrici del nostro Paese, ma anche alla borghesia, che di sicuro avrà mal digerito a vedere la piazza rossa del PMLI! IL GOVERNO PRODI Care compagne e cari compagni, la vita e la lotta dei marxisti-leninisti è fatta di vittorie entusiasmanti come queste, ma anche di dure battaglie, di mille sacrifici e privazioni, è la vita stessa del nostro popolo, con cui condividiamo gioie e dolori, se esso soffre anche noi soffriamo, se esso conquista vittorie e migliori condizioni di vita e di lavoro anche noi stiamo meglio. Il PMLI è e deve essere sempre più un tutt'uno col popolo, il PMLI è nato per servire il popolo, e mai si deve staccare dal popolo, nemmeno quando sarà grande e forte, per non venir meno alla condizione stessa della sua esistenza. Oggi il popolo soffre per mano del governo del dittatore democristiano Prodi, che ha conquistato Palazzo Chigi promettendo un radicale cambiamento rispetto al precedente governo del neoduce Berlusconi, ma la differenza l'ha notata solo una parte della borghesia, quella ad esempio sostenuta da D'Alema che nelle intercettazioni telefoniche pubblicate recentemente si rivolgeva all'ex boss di Unipol Consorte dicendo: "Vai, facci sognare" nei giorni della scalata alla Banca nazionale del Lavoro. Ma i lavoratori, i pensionati, gli studenti, i disoccupati e soprattutto la parte più avanzata delle masse popolari e lavoratrici, non possono non vedere che il governo Prodi è in sostanziale continuità con quello Berlusconi sotto tutti gli aspetti: dalla politica estera imperialista a quella economica e sociale liberista, dai provvedimenti sul lavoro a quelli sulla scuola, dall'ambiente alla sanità, dal rilancio del nazionalismo alla politica di "pacificazione" tra fascisti e antifascisti. Non ha avuto nemmeno il coraggio di abolire leggi ferocemente antipopolari e razziste come la Legge 30 sul lavoro, la Bossi-Fini sull'immigrazione, la Giovanardi sulle droghe. Prodi e tutto il "centro-sinistra" borghese, compresa la falsa "sinistra radicale" agitano lo spauracchio del ritorno a Palazzo Chigi del neoduce Silvio Berlusconi per tenere le masse sotto ricatto, ma noi sappiamo bene che la differenza tra questi 2 governi per il proletariato non esiste, sono 2 fazioni della borghesia che si combattono per gestire il potere a proprio vantaggio, e per tenere sottomesso il proletariato. Noi marxisti-leninisti abbiamo il dovere di dirlo forte e chiaro per far cadere questo colossale imbroglio! Dobbiamo però scontrarci col muro che i falsi comunisti e i revisionisti come il PRC, il PdCI, la Sinistra Democratica, nonché le associazioni vicine al "centro-sinistra", hanno eretto intorno al governo Prodi. E in questa opera vigliacca ci si sono messi anche i vertici dei sindacati confederali, completamente e vergognosamente asserviti al governo, ne è la riprova la campagna per coprire e favorire lo scippo del Tfr, ma anche il contratto bidone dei lavoratori pubblici e la trattativa sulle pensioni che porterà ad un peggioramento delle condizioni attuali. Lo hanno fatto per evitare che le larghe masse lavoratrici e popolari aprano gli occhi e vedano la reale natura di questo governo, per impedire, boicottare o deviare qualsiasi protesta che si possa sviluppare, come hanno provato a fare col presidio, andato deserto, organizzato dalla sedicente "sinistra radicale" per boicottare la grande manifestazione antimperialista del 9 giugno contro la visita del nuovo Hitler Bush al suo fedele alleato Prodi, entrambi con le mani sporche del sangue dei popoli a loro sottomessi. E lo hanno fatto per isolare il PMLI, per evitare che le masse vengano a conoscenza del nostro Partito e possano vedere nella pratica che il PMLI è l'unico che difende realmente i loro interessi e si batte per conquistare un mondo migliore. Ne è la riprova la manifestazione dei pensionati svoltasi a Bologna lo scorso 12 giugno, dove i sindacati hanno impedito ad un nostro simpatizzante di issare in piazza l'unica vera bandiera del proletariato, e cioè quella del PMLI! È evidente che in questa situazione, per un partito povero di mezzi economici e ancora piccolo come il nostro, trovare spazi è molto difficile, anche perché una parte consistente delle masse è ancora sotto l'influenza dei partiti del "centro-sinistra" borghese, se non altro per il ricatto del ritorno di Berlusconi, ma anche per la nefasta opera revisionista portata avanti sin dalla nascita del PCI e che dura tutt'oggi. LA SITUAZIONE LOCALE Anche a livello regionale, provinciale e comunale la "musica" non cambia: da una parte le istituzioni borghesi, prevalentemente in mano al "centro-sinistra", procedono a tappe forzate verso la privatizzazione dei servizi pubblici primari, come l'acqua, la luce, il gas, la raccolta dei rifiuti, il trasporto locale, ospedali, scuole, spingono come e più del "centro-destra" sul federalismo di marca leghista e fascista, mantengono insufficienti servizi sociali, asili nido, case popolari, spazi sociali e ricreativi autogestiti, e vi è una politica sempre più incentrata ad abbellire i centri delle città per mostrare luci che in questo caso non corrispondono certo a oro, e vengono spostati nelle periferie, lasciate sempre più all'abbandono, gli emarginati e gli immigrati, creando così dei ghetti. E vi è anche qui l'opera di copertura delle giunte regionali, provinciali e comunali, da parte dei partiti del "centro-sinistra", delle associazioni e dei vertici sindacali, che nella nostra regione esercitano un'influenza ancora maggiore rispetto ad altre. È anche vero però che il governo Prodi e suoi servi si stanno comportando come chi solleva la pietra per lasciarsela cadere sui piedi, e più in alto il governo Prodi solleverà la pietra e più male si farà quando gli cadrà sui piedi. Infatti vi sono già ampi segnali di una forte presa di coscienza da parte delle masse, ne sono riprova la batosta elettorale che ha punito con l'astensionismo il "centro-sinistra" e fatto tracollare il PRC alle ultime elezioni amministrative, e le tante lotte scoppiate in questi mesi: dall'opposizione alla nuova base Usa Dal Molin a quella contro la Tav, dagli oppositori agli inceneritori e alle discariche a quelle per rivendicare pari diritti civili e sociali per tutte le coppie, indipendentemente dalla loro composizione, dalla grande manifestazione antimperialista dello scorso 9 giugno a Roma, agli scioperi operai seguiti all'avvio della trattativa sulle pensioni. Una manifestazione, quella del 9 giugno, storica e senza precedenti poiché ha segnato il distacco definitivo della parte più avanzata, combattiva e informata delle masse giovanili, che già si era espressa con l'astensionismo, dal governo della "sinistra" borghese e della cosiddetta "sinistra radicale". Vi è quindi un'area di sfiducia a sinistra del governo e delle amministrazioni locali, che sta crescendo anche nelle nostre città, un'area che pur se influenzata e al momento per lo più egemonizzata dai revisionisti che impregnano questi movimenti con il riformismo, il pacifismo imbelle, metodi di lotta sbagliati e fuorvianti, e imponendo loro rivendicazioni parziali, è comunque sensibile alle nostre proposte. Un'area in cui, nonostante il deliberato ostracismo di alcune sue componenti che non vogliono che il PMLI prenda piede in essa, possiamo comunque portare, con una giusta tattica e lavorando con intelligenza, la linea del Partito e influenzare comitati, movimenti, lotte, facendole progredire sul piano delle rivendicazioni e della combattività, conquistando le avanguardie al Partito, unendo e dirigendo col tempo le varie lotte contro un unico obiettivo: il governo, in questo caso quello Prodi e il sistema capitalista. IL LAVORO SVOLTO DAL PMLI IN EMILIA-ROMAGNA È in questo contesto generale che si è svolto il lavoro del PMLI nell'ultimo anno, di cui dobbiamo trarre un bilancio, per valutare che cosa è stato fatto di buono e che quindi occorre portare avanti, e in che cosa invece sono stati commessi degli errori o che comunque si può fare meglio. E lo facciamo analizzando quelli che nella precedente riunione regionale erano stati indicati come i punti principali che facevano presagire "un punto di svolta, un'accelerata nel lavoro di radicamento e di sviluppo del PMLI in Emilia-Romagna". Questo per 6 punti principali che sono: - L'interesse espresso continuamente dalle masse per il PMLI, nelle iniziative pubbliche, manifestazioni, dibattiti, iniziative di propaganda, dove i nostri compagni, militanti, simpatizzanti e amici, riscuotono simpatia, complimenti, esortazioni a continuare nel lavoro intrapreso - Il grande numero di contatti, in particolare via e-mail, registrato nell'ultimo anno - Il passaggio di diversi amici a simpatizzanti attivi del PMLI - Il passaggio di diversi simpatizzanti attivi a militanti del PMLI - La crescita politica, sul piano ideologico e organizzativo dei compagni che sono vicini al Partito - Infine, la presenza del PMLI, con militanti, simpatizzanti e amici in tutte le province della nostra Regione Nonostante quanto detto prima circa le difficoltà che incontriamo e che incontreremo in questa fase politica, risulta evidente che la linea, le rivendicazioni, l'organizzazione del PMLI attrae ancora grande interesse in tutte le iniziative in cui si presenta e conquista l'appoggio degli elementi politicamente più coscienti e combattivi. In questo, dati i limiti organizzativi, risultano essere fondamentali: la capacità nel calarsi nella propria realtà, la preparazione generale e quella particolare sui temi che si affrontano, lo stile di lavoro e l'esempio che ogni singolo compagno, militante o simpatizzante, esprime nell'attività politica in cui è impegnato. Questi elementi vanno curati attentamente perché ne va del successo del nostro lavoro politico. Numerosi sono stati anche in questo anno i contatti registrati, in particolare via mail, di persone che hanno conosciuto il Partito tramite l'affissione dei manifesti e il nostro splendido sito internet che continua a raccogliere grandi consensi. Su questi contatti vale la pena di spendere due parole. L'esistenza di nuovi contatti nella propria città, soprattutto quando si opera da soli, o quasi, genera una speranza che a volte si rivela solo tale. Dobbiamo comprendere in questo caso, che chi si avvicina al PMLI lo fa prevalentemente perché vede finalmente qualcuno che porta avanti con forza e determinazione gli ideali del socialismo e dei cinque Maestri, che non concede nulla ai governi borghesi e si batte per il proletariato. Ma questo solo in generale, in molti non vi è coscienza, o vi è in misura limitata, di quello che sono veramente il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e il socialismo, mentre in altri è completamente o parzialmente distorta, vi è invece una pratica politica che nulla o quasi ha a che vedere con quella proletaria rivoluzionaria del PMLI. Ed è anche normale che sia cosi, perché marxisti-leninisti non si nasce, ma si diventa militando nel PMLI, quindi chi sa poco o nulla del PMLI sa poco o nulla del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, non basta infatti studiarlo approfonditamente per capirlo ed assimilarlo, perché solo il Partito fornisce gli strumenti necessari atti a far questo. Dopo un approccio a volte entusiasta, tipo una richiesta immediata di entrare nel Partito, vi è spesso una brusca frenata una volta conosciuta la linea politica e organizzativa, proprio perché chi prende contatto viene da una pratica di tipo borghese, e spesso si aspetta che il PMLI si candidi alle elezioni, oppure che faccia entrare chiunque nel Partito, oppure che sia organizzato, cioè disorganizzato, come gli altri partiti di tipo borghese dove ognuno può fare quello che vuole, nelle modalità e nella misura che vuole. E invece il PMLI è il PMLI proprio per i suoi principi politici e organizzativi, basati sulla linea marxista-leninista, sul centralismo democratico e sulla disciplina proletaria rivoluzionaria, indispensabili per condurre una lotta titanica come è quella che conduce quasi da solo contro il capitalismo e l'imperialismo nel nostro Paese. Principi che non può assolutamente cedere per un pugno di militanti in più, ma nemmeno per 100 o mille, pena il disfacimento dopo poco tempo. Vi sono invece altri casi in cui c'è un avvicinamento molto più graduale. La pratica dimostra che generalmente è questo secondo tipo di contatti che porta a nuovi amici e simpatizzanti perché vi è un approccio più ragionato e scientifico, non dettato dall'emotività ma dalla coscienza. In entrambi i casi comunque occorre avere pazienza ed educare politicamente coloro che si vogliono avvicinare al Partito chiarendo tutti gli aspetti più controversi, ma soprattutto invitandoli ad aiutare il PMLI sulle questioni che essi condividono mettendo da parte per il momento le divergenze, dobbiamo sempre mirare a creare il più largo consenso e sostegno possibile sulle nostre proposte. Le divergenze si appianeranno poi successivamente, soprattutto grazie allo studio a cui bisogna invitare continuamente e quando la pratica dimostrerà da che parte sta effettivamente la ragione. È però innegabile che il crescente numero di contatti dimostri un'attenzione e un interesse sempre maggiori per il PMLI, un segnale che dobbiamo essere capaci di raccogliere e di interpretare. Tornando ai 6 punti citati prima, e alla crescita politica dei compagni che sono vicini al Partito, bisogna sottolineare che chi ha maggiormente studiato la linea del Partito e i cinque Maestri e si è messo alla scuola del Partito seguendone le indicazioni, ha fatto dei progressi dal punto di vista ideologico e organizzativo e ha conseguito dei successi nel proprio lavoro, questo ha portato diversi amici e simpatizzanti ad un grado superiore di collaborazione col Partito, chi viceversa ha voluto fare di testa sua, ha studiato poco o nulla, e comunque male, ha fatto degli evidenti passi indietro e si è allontanato dal Partito, questo ha portato diversi amici e simpatizzanti ad un grado inferiore di collaborazione col Partito Recentemente vi sono stati alcuni casi di questo secondo tipo verificatisi in particolare in una città della nostra Regione. Al riguardo bisogna dire chiaramente che il PMLI, pur mirando sempre all'educazione politica dei simpatizzanti e degli amici, non può permettere che certi comportamenti possano essere identificati col Partito, e quindi chiede loro serietà nella vita politica come in quella personale. I marxisti-leninisti devono essere degli esempi per le masse, ma non possiamo essere noi i primi a dare il cattivo esempio se vogliamo che le masse ci seguano e ci riconoscano come loro guida. Particolarmente importante è l'aver mantenuto la presenza del Partito con militanti, simpatizzanti e amici in tutte le province dell'Emilia-Romagna, e ancor di più, l'aver aumentato il numero delle Organizzazioni di Partito, essendosi aggiunte alla pre-esistente Cellula "Stalin" di Forlì, la neonata Cellula "Stalin" di Rimini e l'Organizzazione di Piacenza del PMLI. La Cellula forlivese rimane attualmente l'avamposto del Partito nella nostra Regione. Essa è attiva da ben 11 anni e si è calata nella realtà locale studiando la situazione particolare e applicandovi la linea generale del Partito. Quella forlivese è ancora l'unica Cellula ad avere una sede in tutta la Regione, anche se speriamo che presto la Cellula riminese possa aprirne una, e quindi rimane anche per questo un punto di riferimento per tutti i marxisti-leninisti dell'Emilia-Romagna. Nonostante diversi fattori, fra cui la presenza in Cellula del Responsabile regionale, il che toglie evidentemente forze all'attività locale, anche in questo anno i marxisti-leninisti hanno mantenuto alto il livello di denuncia della giunta forlivese, in particolare sulla questione del raddoppio dell'inceneritore e sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Da prendere ad esempio poi la politica di fronte unito adottata in varie circostanze, a partire dalla partecipazione a vari comitati locali, quali il Comitato in difesa della Costituzione sorto in occasione della campagna referendaria dello scorso anno per il No alla controriforma neofascista della costituzione varata dal neoduce Berlusconi, nel quale la Cellula forlivese ha svolto un ruolo di primo piano nella battaglia referendaria, e poi nel cercare di incidere su quello che poteva essere il proseguio della sua attività; il Comitato per la ri-pubblicizzazione dell'acqua, a cui il PMLI ha ufficialmente aderito, ma che purtroppo, nonostante le sollecitazioni dei marxisti-leninisti è rimasto inoperativo, e ancora il comitato Clan-Destino, che si batte contro il raddoppio dell'inceneritore di Forlì, con cui il PMLI, pur non aderendovi sta pazientemente cercando di collaborare, nonostante l'ostracismo di chi ha potuto e voluto impostare il Comitato su una linea disarmante e inconcludente. Questo ci deve far riflettere anche sulla natura di alcuni Comitati che a volte vengono creati appositamente per togliere spazio a chi vorrebbe lavorare per raggiungere gli obiettivi preposti, e quindi sabotare queste battaglie rendendoli inoperosi e inoffensivi. Nonostante si verifichino questi casi, e proprio perché viene meno lo spazio di azione, bisogna valutare di volta in volta a quali Comitati aderire e con quali collaborare, stabilire sempre una tattica di lavoro adeguata alla situazione specifica. L'attività della Cellula forlivese ha una evidente ricaduta sulle pagine de "Il Bolscevico", dove vengono pubblicati articoli e comunicati stampa redatti su questioni prevalentemente di carattere locale. Importanti anche le diffusioni mirate de "Il Bolscevico" e dei volantini fra le masse. Uno strumento invece sostanzialmente non utilizzato, per vari motivi, è quello della realizzazione di banchini che potrebbe però essere molto utile e a cui occorre ripensare. Vi è poi la Cellula "Stalin" di Rimini, per la quale i compagni hanno approntato un primo programma generale di lavoro, che andrà aggiornato e integrato in base alla situazione e alle necessità che si presenteranno. Le basi per il lavoro futuro sono state gettate dal lavoro sin qui svolto dall'Organizzazione riminese, prima della fondazione della Cellula. In particolare vi sono state alcune iniziative rilevanti, su tutte sicuramente la celebrazione del 127° anniversario della nascita del grande maestro del proletariato internazionale Stalin, tenuta lo scorso 22 dicembre a Rimini in una sala in pieno Centro e che ha avuto una buona partecipazione numerica e un buon dibattito sulla vita e sull'opera di Stalin. Da sottolineare anche la partecipazione alla commemorazione del 124° anniversario della scomparsa del grande maestro del proletariato internazionale Marx tenuta a Riccione assieme al locale comitato che ha realizzato il busto del cofondatore del socialismo scientifico. E poi l'importante intervento ad una iniziativa sulla questione delle foibe, alla quale il compagno Tino ha svolto un forte intervento davanti ad alcune centinaia di persone. Iniziative quindi qualitativamente molto importanti, che assieme alla partecipazione alle manifestazioni, all'affissione di manifesti e alla diffusione di volantini ha fatto conquistare nuovi amici e simpatizzanti al Partito, e conoscere il PMLI ad un numero consistente di riminesi. In questo lavoro è stato molto importante l'aiuto dato dai simpatizzanti e dagli amici, che ora, con la costituzione della Cellula, auspichiamo si stringano ulteriormente ad essa, per aiutare il radicamento del Partito a livello locale. Il primo grande obiettivo è senza dubbio l'apertura di una sede del Partito a Rimini, che darebbe un ulteriore grande impulso al radicamento nella zona. La terza Organizzazione del PMLI presente in regione è quella di Piacenza. Per questa occorre dire che vi sono dei problemi, derivati da condizioni oggettive e soggettive, che limitano sia qualitativamente che quantitativamente il lavoro politico. Il Partito sta comunque lavorando affinché anche tale Organizzazione possa raggiungere il livello politico delle altre. Nonostante le difficoltà il PMLI è stato presente alle Celebrazioni del 25 Aprile e del 1° Maggio e svolto in parte la campagna elettorale astensionista per le comunali dello scorso 27-28 maggio. Vi sono poi diverse città in cui, pur non essendovi militanti e Organizzazioni, il Partito è comunque molto ben rappresentato dai nostri encomiabili ed esemplari simpatizzanti, che in alcuni casi si muovono quasi come dei militanti: hanno una corretta concezione del Partito, sono centralizzati e svolgono bene i compiti a loro assegnati. Non ci stancheremo mai di ringraziare questi compagni che sono indispensabili per potare avanti i lavori più semplici, che altrimenti ricadrebbero interamente sulle spalle dei militanti come quelli più gravosi ed impegnativi. I nostri simpatizzanti sono generosi anche nel sostenere economicamente il Partito e lo aiutano a sostenere spese altrimenti insostenibili. La questione economica frena pesantemente il lavoro politico. Fra le città in cui i nostri simpatizzanti sono in prima linea vi è sicuramente Parma. I compagni della provincia di Parma sono impegnati prevalentemente in un importane lavoro di massa, in particolare di tipo sindacale. Nell'ultimo anno, grazie a loro, il PMLI ha potuto partecipare a diversi comitati e iniziative, su tutti quello "Stop precariato" nato in occasione della manifestazione nazionale dello scorso 4 novembre e la cui attività è proseguita anche successivamente. I compagni hanno poi collaborato anche ad altre iniziative come un'assemblea sulla questione delle foibe e sono intervenuti in convegni come uno recente sulla figura del capostipite dei revisionisti italiani Antonio Gramsci. Apprezziamo particolarmente il lavoro del compagno Alberto nella Rete 28 aprile della Cgil, con cui si presenta anche nella sua fabbrica, intervenendo nel corso delle assemblee. La qualità del suo lavoro è cresciuta di molto da quando, lo scorso 10 gennaio nel corso del Comitato politico federale di Parma, ha annunciato la sua uscita dal PRC, per stringersi maggiormente, come simpatizzante, al PMLI. Un'ulteriore dimostrazione che più ci si allontana dai partiti revisionisti, più ci si avvicina al PMLI e maggiori contributi si danno alla lotta per il socialismo. Tant'è vero che, oltre all'attività sopra citata, grazie al compagno Alberto il PMLI ha partecipato per la prima volta alle elezioni amministrative locali a Parma conducendo la campagna astensionista. Un fatto molto importante e da cui prendere esempio sono le diffusioni effettuate presso alcune fabbriche. Il PMLI infatti riconosce la centralità della classe operaia, a differenza dei revisionisti e dei falsi comunisti che addirittura blaterano il fatto che non esisterebbe nemmeno. La classe operaia deve costituire la testa e l'ossatura del PMLI. È quindi indispensabile conquistare gli elementi più avanzati della classe operaia alla lotta per il socialismo e al PMLI, e per far questo occorre andare davanti alle fabbriche per parlare e confrontarsi con gli operai, portare la linea e le rivendicazioni del Partito, partecipare attivamente alle assemblee, lavorare nel sindacato portando la nostra proposta sindacale incentrata sul costruzione di un sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori basato sulla democrazia diretta e il potere contrattuale affidato alle Assemblee generali dei lavoratori, sino a che non sarà possibile dar vita a questo nuovo sindacato, cioè fino a quando i lavoratori non avranno preso conoscenza della sua necessità, i marxisti-leninisti lavoreranno come sindacalisti principalmente nella Cgil costituendo al suo interno la corrente sindacale di classe, formata dai militanti e dai simpatizzanti del PMLI. A Parma sono stati affissi vari manifesti, così come avviene sempre a Salsomaggiore, in entrambi i comuni il Partito è stato presente il 25 Aprile, mentre il 1° Maggio a Parma. È migliorato anche il lavoro giornalistico, ora infatti vi è una presenza più regolare sulle pagine de "Il Bolscevico". Anche sulla redazione dei volantini si è fatto sicuramente un passo in avanti, apponendo su tutti la firma generale del Partito e quella dei "Simpatizzanti di Parma e provincia del PMLI". Ma si può fare meglio. Infatti lo specificare che il volantino è prodotto dai simpatizzanti del Partito non concede libertà assoluta per quel che riguarda il testo. Occorre che i volantini, e questo naturalmente vale per tutti, contengano la linea, le parole d'ordine e i documenti del PMLI, soprattutto in occasioni, come ad esempio il 25 Aprile e il 1° Maggio, dove il Partito emette dei suoi documenti. Occorre quindi mettere da parte il proprio spontaneismo e la propria interpretazione delle cose per fare gioco di squadra. Sono sicuro ne capiate l'importanza per unire i militanti, i simpatizzanti, gli amici e le masse attorno alla linea del Partito e dare a queste ultime l'immagine di un Partito che si muove come un sol uomo, sia al suo interno ma anche coloro che vi stanno all'esterno. Anche a Ferrara i nostri simpatizzanti, ben diretti dal compagno Vanes, si muovono bene, e fanno tanto per il PMLI. Infatti vi è una regolare affissione dei manifesti e una costante partecipazione alle manifestazioni anche fuori dalla propria città, che denota anche lo spirito combattivo e di sacrificio dei compagni. Importante e apprezzata è stata la partecipazione alla manifestazione dello scorso anno per chiedere verità e giustizia per Federico Aldrovandi, il giovane pestato a morte dalla polizia durante un controllo. Su questo caso, visti gli sviluppi delle indagini, va mantenuta attenzione e valutate le possibilità di intervenire. Come bisogna continuare a denunciare le adunate fasciste che si svolgono a Migliarino e lavorare affinché si formi un fronte unito antifascista. Per quanto riguarda il lavoro da fare occorre valutare se vi è la possibilità, e credo che vi sia, per effettuare delle diffusioni di volantini del Partito. Basterebbe anche una presenza a qualche mercato, in alcuni quartieri, ancor meglio se davanti alle fabbriche. C'è poi una questione che voglio trattare e che si allaccia a quanto detto in precedenza e anche questa ha carattere generale: i simpatizzanti, perlomeno quelli più attivi e che portano in piazza la bandiera del Partito, vengono visti, e di fatto sono, dei rappresentanti del PMLI nelle loro città, questo li deve responsabilizzare, li deve spingere a pensare e a muoversi come pensano e si muovono i militanti, ovviamente i simpatizzanti, in quanto tali, possono mantenere delle questioni, anche importanti, di disaccordo col PMLI, ma non devono però rendere palesi tali contraddizioni se rilevanti, altrimenti di conseguenza, anche il PMLI viene associato a tale posizioni, danneggiando così il Partito. In questi casi, se non vi è un'adeguata assimilazione della linea, e non si riesce a rispettare questa consegna, meglio fare un passo indietro e stabilire un altro livello di collaborazione. Sono sicuro che anche in questo caso ne capiate l'importanza per unire i militanti, i simpatizzanti, gli amici e le masse attorno alla linea del Partito e dare a queste ultime l'immagine di un Partito che si muove come un sol uomo, sia al suo interno ma anche coloro che vi stanno all'esterno. Anche a Modena il lavoro politico dei nostri simpatizzanti è migliorato ed è finalmente partito il lavoro studentesco. Su questo è stato redatto un documento che il Partito approva e appoggia, l'invito comunque è quello di studiare bene la linea studentesca, in particolare le indicazioni di lavoro alle studentesse e agli studenti marxisti-leninisti, le coordinate del lavoro politico e di massa e la piattaforma rivendicativa per la scuola. Occorre comunque sempre mirare a creare un fronte unito il più largo possibile che non includa, aprioristicamente, solo gli studenti di sinistra. Il fronte deve crearsi nella pratica, con chi ci sta, mantenendo alcune posizioni di principio e trattando su altre di minore importanza. Mentre in prospettiva va valutata anche la possibilità di lavorare anche sul fronte sindacale in base alle possibilità attuali. Sono poi incoraggianti la partecipazione alla celebrazione del 1° Maggio e le buone diffusioni de "Il Bolscevico", sarebbe il caso di ripeterle anche in altre occasioni. Anche qui è migliorato il lavoro giornalistico e nelle ultime settimane sono apparse diverse corrispondenze su "Il Bolscevico", prevalentemente su questioni riguardanti la scuola. A Ravenna poi abbiamo dei simpatizzanti e degli amici, che nonostante la differente collocazione organizzativa, fanno molto per far conoscere il Partito nella loro città. In particolare dobbiamo ringraziare il compagno Franco, che effettua le affissioni, ci tiene informati delle iniziative a cui eventualmente possiamo partecipare, fa conoscere "Il Bolscevico" e i volantini del Partito. Prendo l'occasione per rivolgere un ringraziamento particolare a tutti quei simpatizzanti, che non solo sostengono il PMLI, ma lo fanno militando in altri partiti. Questi compagni sono importantissimi, non solo per l'aiuto che ci danno, ma anche perché costituiscono un ponte tra il PMLI e i militanti e simpatizzanti dei loro partiti di appartenenza. Noi rispettiamo le scelte organizzative dei nostri simpatizzanti, non insistiamo affinché rompano con i loro partiti per entrare nel PMLI, anche se ovviamente chiediamo loro di fare un bilancio critico e autocritico dell'esperienza maturata nel corso di tale militanza. A Gambettola abbiamo una brava simpatizzante, molto importante su tanti aspetti e che sostiene il Partito in vario modo, anche se a volte può non apparire così evidente. Vi sono poi diversi amici e contatti, alcuni molto recenti a Reggio Emilia, a Bologna e a Cesena. Speriamo che alcuni di questi, se non tutti, nei prossimi mesi si avvicinino ulteriormente al Partito e decidano di sostenerlo attivamente. IL LAVORO DA FARE Tracciando un bilancio generale, pur essendo consapevoli dei nostri attuali limiti, delle difficoltà che incontriamo, e tenendo conto degli errori che sono stati commessi, possiamo sicuramente affermare che in questo anno è stato fatto un lavoro positivo, che ha dato i suoi frutti, e che effettivamente vi "è stato un punto di svolta, un'accelerata nel lavoro di radicamento e di sviluppo del PMLI in Emilia-Romagna". Questo è un primo grande successo di un certo rilievo del Partito nella nostra Regione. Si tratta ora di far tesoro dell'esperienza maturata sin qui, di stringere ancor più simpatizzanti e amici al PMLI, nonché conquistare nuovi militanti, per dare piena attuazione alla parola d'ordine lanciata nella precedente riunione regionale: "Ogni provincia dell'Emilia-Romagna deve avere un'Organizzazione di Partito". Per fare questo occorre che ognuno, dai propri posti di combattimento, in base alle proprie possibilità e capacità, ce l'ha metta tutta per radicare il PMLI nella propria realtà. Dobbiamo fare un buon gioco di squadra, seguire le indicazioni del Partito, aiutarci l'un l'altro ed essere disposti a fare sacrifici. Dobbiamo tenere sempre bene a mente, e mettere in pratica, la fondamentale parola d'ordine: "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare". Dobbiamo radicarci profondamente nella realtà economica, sociale e politica per esprimere i problemi e i bisogni delle masse, entrare in merito alle questioni specifiche delle città, quartiere, fabbrica, scuola, ateneo. Dobbiamo fare delle analisi approfondite della realtà che ci circonda attraverso delle inchieste, dei "giri di ispezione'' per rendersi conto con i propri occhi qual è la situazione, ascoltando e recependo le rivendicazioni delle masse e studiando attentamente i problemi locali, i programmi della "propria'' giunta e dei partiti avversari. In particolare bisogna tenere costantemente sotto tiro le giunte locali, bombardandole con denunce precise, circostanziate e ben motivate, sulle questioni politiche, economiche e sociali che riguardano l'amministrazione e che sono oggetto di dibattito cittadino, denunce che vanno infittite man mano che si avvicinano le elezioni amministrative. Dobbiamo porre una particolare attenzione sui tre elementi chiave e le quattro indicazioni per far avanzare la costruzione, lo sviluppo e il radicamento del Partito, che possono e devono essere raccolte anche dai simpatizzanti. I tre elementi chiave sono costituiti dalla concezione proletaria del mondo, dalla corretta concezione del Partito del proletariato, dalla conoscenza approfondita della linea generale e della linea di massa del Partito. Nel lavoro di radicamento, specialmente a livello locale, dobbiamo aver ben chiaro in testa, e agire di conseguenza, che fare bene questo lavoro significa in primo luogo che gli operai, i lavoratori, i disoccupati, i pensionati e gli studenti marxisti-leninisti diventino rispettivamente dei leader nelle fabbriche e in ogni luogo di lavoro, nei sindacati anche se non svolgono un ruolo di sindacalisti, nei movimenti dei disoccupati, nelle scuole e nelle università. Significa in secondo luogo che le Cellule, le istanze intermedie e i Responsabili regionali si occupino dei problemi del proprio ambiente di lavoro, di studio e di vita e propongano delle soluzioni concrete per risolverli. Significa in terzo luogo che tali istanze e i singoli militanti del Partito conoscano a fondo i problemi delle masse e quelli politici ed economici del proprio ambiente di lavoro, di studio, quartiere, città, provincia e regione. Il lavoro di radicamento significa in quarto luogo lavorare per unire, guidare e mobilitare le masse sulla base delle loro rivendicazioni e dei problemi del momento attraverso le organizzazioni e i movimenti di massa da noi o da altri promossi, dentro e fuori i luoghi di lavoro e di studio, nei quartieri, nelle città, nelle province e regioni e a livello nazionale. In questo lavoro abbiamo una potente arma da utilizzare, che è il Programma d'azione del Partito. In particolar modo ora che sono più carenti le iniziative organizzate da altri, in cui poter intervenire, dobbiamo tenere saldamente in pugno l'iniziativa politica. Non solo sul piano della propaganda (diffusioni e affissioni), ma anche sul piano dell'agitazione e delle denunce politiche e sindacali nel lavoro di massa. Non solo nelle grandi occasioni e durante le mobilitazioni delle masse locali, provinciali, regionali e nazionali. Occorre aumentare il fuoco contro le giunte comunali, non dare loro tregua, criticare ogni decisione presa, ogni posizione espressa, tutto ciò che non va nelle città. Nel nostro lavoro politico dobbiamo sempre tenere a mente l'illuminante discorso sulle classi e sul fronte unito pronunciato dal compagno Scuderi in occasione della Commemorazione del 30° anniversario della scomparsa del grande maestro del proletariato internazionale Mao. Bisogna studiare e ristudiare, applicare e riapplicare le coordinate del lavoro politico e di massa. Queste sono le indicazioni che il PMLI dà a chiunque voglia fare la propria parte nella lotta per l'Italia unita, rossa e socialista. Nel suo discorso per il 30° del PMLI il compagno Scuderi ha detto: "Tutto questo conferma che mai in Italia c'è stato un autentico Partito comunista precedentemente al PMLI. Noi infatti siamo i pionieri rossi che per primi hanno aperto nel nostro Paese la via inesplorata del socialismo. Dei veri pionieri rossi che non hanno paura di perseverare, costi quello che costi, in questa storica e titanica impresa, orgogliosi e onorati di essere i primi a realizzarla. Ancora siamo un piccolo numero, ma col tempo, con lo sviluppo delle contraddizioni di classe e dei conflitti di classe, con l'autosmascheramento dei partiti falsamente comunisti e con l'esperienza delle masse, sicuramente diventeremo un numero sufficiente per organizzare, dirigere e vincere la rivoluzione socialista. Quello che conta non è tanto il numero dei militanti quanto il grado del rapporto del Partito con le masse. Chi ritiene di avere la stoffa del pioniere rosso si affretti però a unirsi al PMLI come militante o simpatizzante, non perda l'occasione irripetibile del 5° Congresso nazionale del PMLI, cui potrà dare un contributo diretto". Il grande maestro del proletariato internazionale Stalin affermava: "Non v'è però necessità di correre dietro al numero dei membri: nelle attuali condizioni di lavoro ciò può risultare pericoloso. Tutto sta nella qualità dei compagni; è importante che i compagni uniti nelle organizzazioni locali abbiano influenza, siano consapevoli dell'importanza della causa che servono e svolgano fermamente il loro lavoro secondo la linea della socialdemocrazia rivoluzionaria" (oggi direbbe dei marxisti-leninisti) (1912), e poi: "Quanto si è detto ha sufficientemente messo in chiaro che il partito dei proletari, quale gruppo combattivo di dirigenti, deve in primo luogo essere molto più piccolo della classe dei proletari per il numero dei suoi membri; in secondo luogo deve stare più in alto della classe dei proletari per la sua coscienza ed esperienza, e in terzo luogo deve essere un'organizzazione compatta" (1905). Per questo noi marxisti-leninisti italiani proseguiamo con forza e determinazione nella nostra Lunga marcia politica e organizzativa, senza farci scoraggiare dall'attuale numero dei militanti e dalla scarsità di mezzi, è una questione di rapporti di forza, e i rapporti di forza cambiano col cambiare delle situazioni, oggi la borghesia dice ai 4 venti che il comunismo è morto e il capitalismo ha vinto, ma sa bene che le cose non stanno così, sa bene che il proletariato ha tutte le possibilità per rovesciarla dal potere riorganizzandosi e unendosi sotto la bandiera del PMLI. Siamo ben consapevoli delle difficoltà, dei 5 grossi ostacoli che tutt'oggi rallentano o rendono difficoltoso lo sviluppo del PMLI, e cioè: - l'intossicazione parlamentarista, elettoralista, riformista e pacifista della classe operaia e della masse, in conseguenza delle predicazione di oltre 100 anni da parte dei falsi comunisti - il forte indebolimento dell'attrazione del socialismo a causa dello sfascio operato dai revisionisti - l'esistenza di più partiti falsi comunisti, creati apposta dalla borghesia, dai neorevisionisti e dai trotzkisti per contenderci lo spazio e cancellarci - la nostra povertà di mezzi e di risorse economiche - il ferreo black-out stampa che vige da sempre su di noi. Mao c'insegna che "dobbiamo riconoscere tutte le difficoltà che esistono e non adottare una 'politica di non riconoscimento'. Dobbiamo riconoscere le difficoltà, analizzarle e combatterle. Non esistono strade dritte a questo mondo, dobbiamo essere pronti a seguire una strada tortuosa, e non cercare di ottenere le cose con poca spesa. Non dobbiamo immaginare che un bel mattino tutti i reazionari possano mettersi spontaneamente in ginocchio. In poche parole, l'avvenire è radioso, ma il cammino è tortuoso. Abbiamo ancora davanti a noi molte difficoltà che non bisogna trascurare. Unendoci con tutto il popolo in uno sforzo comune, potremo certamente superare ogni difficoltà e conquistare la vittoria". Care compagne e cari compagni, se non perderemo mai le cinque fiducie: nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in noi stessi, potremo scalare qualsiasi montagna, percorrere le strade più tortuose ed arrivare all'avvenire radioso dell'Italia unita, rossa e socialista! Non un sogno, compagni, non un'utopia, già prima di noi ci sono riusciti, in milioni e in centinaia di milioni, un terzo dell'umanità marciava unito sotto il rosso vessillo della rivoluzione socialista, perché non potremmo riuscirci anche noi? Uniamoci allora sotto le rosse bandiere con la grande falce e martello! Che le bandiere del PMLI sventolino numerose nelle piazze italiane alla testa delle masse in lotta! Facciamo mangiare la polvere alla borghesia, ai revisionisti e ai falsi comunisti! Dimostriamo loro di che pasta sono fatti i marxisti-leninisti! Che l'Emilia-Romagna sia veramente una "regione rossa" marxista-leninista! Viva il marxismo-leninismo-pensiero di Mao! Lavoriamo per il successo del 5° Congresso nazionale del PMLI! Lottiamo contro il governo Prodi della "sinistra" borghese! Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! 27 giugno 2007 |