Relazione di Mino Pasca alla riunione congiunta della Commissione per il lavoro di stampa e propaganda del CC del PMLI e della Redazione centrale de "Il Bolscevico" Dobbiamo essere degli esperti rossi nel campo giornalistico e della propaganda Care compagne e cari compagni, sono felicissimo di vedere, per la prima volta dalla vittoriosa conclusione del 5° Congresso nazionale del PMLI, riunite in forma plenaria la Commissione centrale di Stampa e Propaganda congiuntamente alla Redazione centrale de "Il Bolscevico". Da allora non ce ne siamo stati certo con le mani in mano e lo testimoniano i 26 numeri del Bolscevico usciti quest'anno e i tanti e bei manifesti che hanno accompagnato fin qui l'intensa attività svolta dal Partito in questi mesi. Siamo finalmente riusciti a trovare quella finestra in grado di assicurare la presenza di tutti noi e pertanto vi invito a cogliere questa occasione (ci vediamo così poco in seduta plenaria) per dare ciascuno il suo contributo nell'approfondimento e risoluzione dei tanti problemi che sono sul tappeto. Vi ringrazio a uno a uno per i duri sacrifici che fate, in particolare quei compagni che per essere qui hanno dovuto viaggiare per ore e ore, talvolta partendo a notte fonda, e quelli che hanno assicurato la loro presenza nonostante il loro precario stato di salute e le sfibranti fatiche accumulate nel lavoro politico e professionale. Un augurio calorosissimo rivolgiamo alla compagna Antonella che non è qui insieme a noi perché appena ieri ha subito un delicato intervento chirurgico, speriamo possa al più presto guarire per continuare a dare un contributo sempre maggiore. Abbiamo scelto di tenere una congiunta riunione di insediamento della Redazione centrale e della Commissione di Stampa e Propaganda anzitutto per evitare che i membri di ambedue le commissioni vedessero raddoppiati i loro impegni e poi per ottimizzare la discussione e risoluzione dei problemi comuni connessi alle rispettive e contigue aree di competenza e agli appuntamenti ormai prossimi, come la Celebrazione del 40° Anniversario de "Il Bolscevico", che richiedono il contributo delle due Commissioni. Alla presidenza siedono il loro Responsabile e la Direzione della Redazione centrale composta dalla Direttrice responsabile Monica Martenghi e dal Redattore capo Loris Sottoscritti. Questa riunione si propone di mettere a punto il programma di lavoro e l'organizzazione interna delle due Commissioni centrali alla luce della linea e delle indicazioni emerse dal 5° Congresso nazionale nonché dalla 1a Sessione plenaria del 5° Comitato Centrale. Senza inventarsi chissà che cosa né pensare di dover ogni volta ripartire da zero, perché alle nostre spalle ci sono una quarantennale esperienza e l'accurata attribuzione di compiti e competenze generali e particolari codificata da tempo. Compiti e competenze che per molti versi sono per noi diventati nel tempo degli automatismi, un po' come avviene ai riflessi condizionati degli uomini, dapprima il bambino fatica a comprendere ed eseguire la complessa attività cerebrale e motoria necessaria a fargli salire lo scalino ma poi da adulto dimentica tutto ciò perché ormai lo ha acquisito. Dunque la presente riunione deve conformare il nostro lavoro futuro all'orientamento generale indicato dal 5° Congresso riorganizzandolo, correggendolo e migliorandolo alla luce delle priorità e delle necessità dettate dall'attuale situazione politica e congiuntura del Partito. Dovrà soffermarsi più nell'esame dei punti deboli e carenti che guardare genericamente e superficialmente all'insieme del nostro lavoro. Successivamente, quando discuteremo il secondo punto all'ordine del giorno, vi presenterò una proposta sulla Celebrazione del 40° Anniversario del Bolscevico, intorno alla parola d'ordine: Una potente arma del PMLI, del proletariato e delle masse contro il governo del neoduce Berlusconi e la terza repubblica e per l'Italia unita rossa e socialista. Nel Bilancio della Commissione di stampa e propaganda presentato in sede congressuale noi dicevamo: "Ci sentivamo e sentiamo onorati di essere stati chiamati dal Partito a occupare questo posto di combattimento nella lotta di classe, onorati e consapevoli delle responsabilità che competono al nostro settore di lavoro, un settore tradizionalmente delicato e decisivo nella storia di tutti i partiti marxisti-leninisti. Per poter assicurare al proletariato la conquista del potere politico occorre averlo prima conquistato dal punto di vista ideologico e politico e avergli assicurato le simpatie e il consenso dell'opinione pubblica popolare, anticapitalista e progressista attraverso numerosissime battaglie combattute sul fronte della propaganda e delle idee contro la borghesia e il regime neofascista, da cui si esce vincitori solo risultando più convincenti, più vicini ai loro sogni e bisogni e più capaci di rappresentarli e orientarli. Insomma la nostra stampa e propaganda deve convincere il proletariato e le masse popolari a considerarci come i loro più strenui difensori e a riconoscerci come coloro che li rappresentano meglio, anche se temporaneamente non comprendono appieno e non condividono tutte le nostre posizioni e parole d'ordine". Diventare esperti rossi Delle carenze e debolezze di cui soffrivamo in passato, molte ce le siamo definitivamente messe dietro le spalle, tanto da averle quasi dimenticate, alcune risultano tuttora presenti e risolte parzialmente e saltuariamente, altre ancora persistono e richiedono anzitutto di essere pienamente individuate e capite, poi l'adozione di misure adeguate e, infine, vigile attenzione e ripetuti tentativi e fatiche per poter essere trasformate da debolezze in punti di forza. E in quest'opera non siamo stati lasciati soli, se è vero com'è vero che la 1a Sessione plenaria del 5° CC del PMLI ha disegnato il nuovo organigramma della Redazione centrale, rafforzandola qualitativamente e quantitativamente con 4 nuovi redattori dirigenti del Partito o che si sono distinti per i loro rimarchevoli contributi politico-giornalistici in settori di lavoro e tematiche da noi considerati importanti e decisivi per l'azione politica dell'intero Partito. Penso, solo per fare due esempi, ai compagni Giuseppe e Massi che nei loro rispettivi campi hanno dato prove di essere degli esemplari giornalisti esperti e rossi, ciascuno superando le non poche difficoltà derivanti dalla loro lontananza rispetto alla Redazione centrale e dall'impossibilità di contare sulle riunioni settimanali e sullo scambio continuo di opinioni e sulla consultazione diretta; il primo, alle prese con un assai precario stato di salute, e il secondo con i tanti incarichi politici assegnatigli e i serrati tempi a disposizione per redigere ottimi articoli, asciutti e ben centrati. E che dire poi del sempre maggior numero di redattori centrali in possesso di specifiche competenze professionali e chiamati a trattare i temi di loro competenza? Penso a Enrico in tema di sanità, salute e droghe (anche se egli ha dato prova di spaziare con facilità sugli innumerevoli temi assegnatigli), a Marco in tema di Tv e mass media, a Vladimiro in tema di giustizia e diritto. Più andiamo avanti e più siamo convinti che senza esperti rossi saremo incapaci di essere all'altezza dei compiti assegnati dal 5° Congresso. Gli esperti rossi non si improvvisano, ma sono il frutto di un'attenta programmazione del lavoro individuale e collettivo. Non basta conoscere bene la linea politica del Partito per diventare degli esperti, occorre essere competenti nella materia di cui ci occupiamo, padroneggiare la linea del Partito e il metodo di studio marxista-leninista sapendoli applicare al settore e alle tematiche che ci competono. Non bastano nozioni generiche e reminiscenze scolastiche, occorre un bagaglio di conoscenze generali e specifiche, politiche e tecniche che si arricchisce nel tempo attraverso l'applicazione ripetuta del corretto metodo di studio marxista-leninista alla risoluzione dei problemi che fronteggiamo. Gli esperti rossi sono per loro natura il frutto della combinazione di due componenti: il duro studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del Partito e il duro studio della disciplina generale e particolare di loro competenza. Quindi mai esisterebbero senza studio, ossia senza sviluppo ininterrotto del processo della conoscenza. "All'inizio - spiega Mao - la conoscenza è percettiva. Quando si sono accumulate sufficienti conoscenze percettive, si verifica un salto: la conoscenza percettiva si trasforma in conoscenza razionale, cioè in pensiero. Questo è un processo della conoscenza. È la prima fase che va dalla materia, oggettiva, allo spirito, soggettivo, dall'essere al pensiero... Attraverso la prova della pratica, la conoscenza dell'uomo compie un altro salto, ancora più importante del precedente. Solo questo salto, in effetti, può dare la prova alla validità del primo, può cioè provare se le idee, le teorie, la politica, i piani, i metodi, ecc., elaborati nel corso del processo di riflessione del mondo oggettivo esterno siano o no giusti. ... Spesso si può giungere a una conoscenza giusta solo dopo molte ripetizioni del processo che comporta il passaggio dalla materia allo spirito, poi dallo spirito alla materia, cioè dalla conoscenza alla pratica. Questa è la teoria marxista della conoscenza, la teoria dialettico-materialista della conoscenza". Se i nostri articoli sono il risultato di uno studio carente o errato, allora lo studio e la nostra conoscenza si saranno fermati appena al primo o ai primissimi stadi di quel processo di cui parla Mao e così non potremo impedire che gli articoli risultino sbagliati o generici e superficiali anche se siamo giornalisti esperti e dotati di uno stile e una scrittura efficaci. Nulla potrà impedire un fiasco per quanto ci si affanni a confezionarlo in forme accattivanti. Gli esperti borghesi sovente usano paroloni e tecnicismi oscuri ai più, si crogiolano nel sapere e nel linguaggio dei mandarini, in ciò indotti dalla loro natura di classe che li porta a considerare la scienza come privilegio delle classi dominanti e appannaggio delle consorterie intellettuali. Molti di loro hanno un tale atteggiamento, ma non tutti, poiché alcuni di loro, i più abili e capaci, sono attenti alla divulgazione, ovvero farsi sempre comprendere dai rispettivi interlocutori, consapevoli come sono che in tal modo il loro messaggio inciderà di più e godrà di maggiore diffusione. Gli esperti rossi sono degli scienziati del proletariato che rompono la muraglia invalicabile tra lavoro manuale e lavoro intellettuale e, quindi, hanno l'obbligo di usare un linguaggio chiaro e comprensibile alle masse e ai nostri lettori, senza per questo cadere nella superficialità e nell'approsimazione. Più sanno e più sanno spiegare, più padroneggiano le complessità della materia e più usano semplici parole e ragionamenti appropriati, in grado di introdurre dialetticamente le masse a tali complessità. Più hanno digerito e rielaborato la materia e più ne hanno estratto il distillato, riuscendo sempre a esprimersi con chiarezza e massima sintesi. Sono convincenti in quanto sono convinti anzitutto loro stessi. Sono, cioè, scienziati della rivoluzione e non della conservazione. Scrivere articoli asciutti e sintetici Noi Penne Rosse dobbiamo tuttavia comprendere che essere scienziati della rivoluzione non significa scrivere sempre e comunque trattati ponderosi sopra i due massimi sistemi del mondo. Persino Galileo ne ha scritto uno solo in tutta la sua vita, ed era Galileo! A volte un corsivo fulminante di pochissime battute centra il bersaglio meglio dell'esposizione articolata e dettagliata degli stessi argomenti. Arrivare al cuore del problema ed essere convincenti col minor numero di parole, è una qualità che dobbiamo ancora acquisire noi giornalisti marxisti-leninisti. Ce lo impongono i lettori, che non hanno tempo da buttar via per star dietro a ragionamenti prolissi e a verità annacquate da troppe parole e aspetti secondari, e il ridotto numero di pagine del Bolscevico, che ci costringe spesso a rimandare la pubblicazione di articoli interessanti e attuali. Rispetto al passato c'è in generale più consapevolezza di questo nostro limite ed è cresciuto il numero degli articoli e dei redattori attenti a correggere tale difetto. A noi marxisti-leninisti è estraneo il narcisismo dei giornalisti borghesi, più preoccupati di specchiarsi e bearsi individualisticamente nei loro "capolavori" che di rispecchiare la realtà, e tuttavia non di rado troppi articoli sono eccessivamente lunghi e faticosi, allargano smisuratamente gli orizzonti fino a perdere di vista la questione principale, ossia finiscono per non mettere a fuoco adeguatamente la contraddizione principale rispetto alle contraddizioni secondarie e il loro rapporto reciproco. Le cause sono varie, spesso diverse caso per caso ma penso che siano tutte riconducibili a difetti nell'assimilazione e applicazione delle leggi della dialettica materialistica. Mao ci viene ancora una volta in aiuto: "Poiché il particolare è legato all'universale, poiché a ogni cosa è interamente pertinente non solo il carattere particolare della contraddizione, ma anche il carattere universale, cioè l'universalità esiste nella particolarità, nello studio di una data cosa occorre individuare ambedue questi aspetti e il loro nesso reciproco, individuare il particolare e l'universale che sono interamente pertinenti a una data cosa e il loro nesso reciproco, scoprire il legame reciproco fra la cosa e le numerose altre cose fuori di essa... Perciò la contraddizione è generale, assoluta. Tuttavia questo carattere generale esiste in ogni carattere individuale, senza il carattere individuale non può esservi quello generale. Può forse esistere il generale se si esclude tutto l'individuale? Il carattere individuale nasce dal fatto che ogni contraddizione ha il suo carattere particolare. Tutto l'individuale è condizionato, temporaneo e perciò relativo". Ecco perché se non si mette bene a fuoco il particolare non sarà possibile comprendere l'universale e viceversa. Chi si ferma al particolare senza guardare al generale rischia di vedere l'albero e non la foresta, chi si limita al generale senza indagare sul particolare rischia di restare prigioniero del generico e dell'approssimazione. Il primo ha una visione unilaterale, il secondo superficiale. Ambedue non saranno mai esaurienti e completi. Nessuno di noi si sognerebbe di mangiare l'intero pranzo in un solo boccone, allora perché mai si pretende di esaurire l'esame di questioni e temi complessi con un solo articolo? Dietro un articolo troppo lungo difficilmente c'è maggiore chiarezza generale e particolare, anzi non di rado la chiarezza è inversamente proporzionale all'eccessiva lunghezza. La quale non si misura in modo assoluto ma relativo. Si può redigere un lungo articolo pur rimanendo sintetici ed essenziali e, analogamente, persino un corsivo di poche righe può risultare pesante e prolisso. L'importante è ripudiare l'idea che per essere esaurienti e completi occorre necessariamente essere lunghi. Per migliorare dobbiamo imparare gli uni dagli altri, da quei redattori centrali come Massi, che ha saputo adeguare i suoi contributi giornalistici ai giusti criteri in tempi rapidissimi, e da Alessandro, i cui articoli per la pagina Esteri sono forse fra tutti un modello di sintesi, esaurienti e asciutti al tempo stesso, dove è impresa ardua scovare alcunché di superfluo. Applicare la linea del 5° Congresso Dobbiamo migliorare ulteriormente il gioco di squadra, dove per gioco di squadra s'intende la massima responsabilizzazione individuale combinata alla massima collaborazione reciproca. Fare meglio il proprio lavoro individuale e partecipare più attivamente al lavoro collettivo, perché la nostra è un'opera collettiva e non un'orchestra composta da eccellenti solisti. Un'opera collettiva che comincia con la programmazione e l'ideazione e si conclude solo quando Il Bolscevico è stampato. Ecco perché ciascun redattore è chiamato a partecipare a ogni fase della sua realizzazione con contributi piccoli e grandi che vanno dal rispetto dei tempi di consegna all'invio o segnalazione della documentazione e delle foto proposte per accompagnare l'articolo, corredate dalle relative didascalie e dalle note introduttive alla pubblicazione (inviare materiale grezzo e non rielaborato scarica su altri compagni meno esperti l'onere della scelta e ruba tempo prezioso alla fase di chiusura del giornale), dall'attenta rilettura, correzione e sottotitolazione (se necessaria) degli originali prima di inviarli al rispetto delle indicazioni e suggerimenti ricevuti attraverso circolare o mail (per esempio, mi domando perché ancora c'è chi stenta a usare il modello di documento richiestoci dalla tipografia), dalla programmazione di articoli a breve, media e più lunga scadenza alla tempestiva consultazione in caso di novità e sviluppi degli avvenimenti, all'esame in senso critico e autocritico delle eventuali correzioni apportate all'articolo pubblicato rispetto a quello proposto. Per troppo tempo solo un paio di redattori centrali sono stati in grado di assicurarci ottimi editoriali di politica interna e commenti ragionati sui temi più impegnativi riguardanti il governo o i falsi comunisti o clamorose e delicate questioni di attualità. Quando non potevamo contare sui bravissimi e insostituibili Monica e Loris, interamente assorbiti da altri e più urgenti servizi giornalistici, eravamo costretti a rinunciare e rimandarne la pubblicazione. Poi, pian piano abbiamo cominciato ad aggirare l'ostacolo nella misura in cui ci siamo potuti avvalere di alcuni ottimi editoriali e commenti scritti dai redattori esperti nei loro rispettivi settori: negli esteri, con Ernesto e Alessandro, nella storia in generale e del movimento operaio e del socialismo in particolare, con Giuseppe ma anche con Franco sulle foibe, in tema di università, salute, droga, acqua, con Enrico, in tema di federalismo, con Massi, in tema di corruzione, con Franco. Sono solo alcuni esempi che ci hanno indicato la via d'uscita a quello che per troppo tempo appariva come un vicolo cieco. Per noi il radicamento significa diventare esperti delle materie di cui ci occupiamo, acquisirne una conoscenza completa, che conti su una solida bibliografia di testi e di autori, una conoscenza della loro evoluzione storica ma sempre attualizzata e aggiornata. Padroneggiandole potremo legare il particolare al generale, per poi tornare al particolare più consapevoli e in grado di penetrare più in profondità approfondendone la conoscenza. E così applicheremo e faremo vivere nei nostri articoli la linea del 5° Congresso. È necessario ora soffermarci sulla suddivisione delle diverse aree tematiche tra i redattori centrali con particolare riferimento a quelle situazioni che presentano criticità, ambiguità e carenze. Servono da parte di tutti la massima franchezza e disponibilità alla critica e all'autocritica se vogliamo davvero capire meglio i problemi, avanzare proposte e prendere misure concrete per avviarle a soluzione. 1. Il CC ha investito davvero molto destinando alla Redazione centrale Vladimiro, un compagno brillante e acuto che per la sua preparazione professionale e gli studi di diritto compiuti a livello universitario potrebbe assicurarci competenze e conoscenze in un settore che fin qui ha rappresentato per noi un fianco scoperto: nel campo del diritto pubblico, costituzionale e processuale, in particolare, della giurisprudenza, della legislazione e della organizzazione e dell'attività della magistratura. Pur consapevoli della difficile congiuntura familiare attraversata dal compagno, dobbiamo purtroppo prendere atto che sin qui il suo contributo alla Redazione è stato nullo, nonostante avessimo preso accordi perché si occupasse concretamente del recente congresso di Magistratura democratica, della sua linea e delle correnti che la attraversano e seguisse da vicino il percorso della controriforma Alfano del nuovo processo penale. Mi pare che in questa sede il compagno Vladimiro avrà modo di spiegare quali sono le ragioni di ciò, quali i suoi proponimenti e passi concreti che intende intraprendere nell'immediato. 2. Letteralmente un salto di qualità è stato compiuto sul tema del federalismo con l'ingresso di Massi in Redazione centrale. In pochissimi mesi egli ha dimostrato le sue grandi capacità, serietà e puntualità nel lavoro e un atteggiamento aperto e collaborativo. Ci ha garantito servizi giornalistici tempestivi e all'altezza delle nostre aspettative. Ora vogliamo aiutarlo a concentrarsi ancor di più nel lavoro giornalistico tagliando le numerose altre attività politiche come la partecipazione alle manifestazioni o riducendo il suo impiego nel lavoro locale solo alla partecipazione alle riunioni di Cellula e con i simpatizzanti. Il tempo e le energie che si libereranno potrà così destinarli ad approfondire la storia del federalismo in Italia dalla prima fase risorgimentale, alla seconda delle teorizzazioni di Miglio e Bossi, alla terza della elaborazione compiuta del nuovo federalismo nell'ambito della terza repubblica neofascista. Dovrà continuare a occuparsi dell'attualità e dell'operato della giunta lombarda prestando la massima attenzione a concordare con il compagno Angelo e la Redazione locale la suddivisione del lavoro e degli interventi riguardanti Milano. 3. La maggior parte dei nostri articoli spiegano, difendono, attualizzano e rendono viva la linea del Partito, raramente sono chiamati ad aggiornarla e svilupparla: in ogni caso devono sempre applicarla fedelmente partendo e ripartendo dai traguardi più avanzati della sua elaborazione per poter sperare di contribuire ad arricchirla. Più la conosceremo, la difenderemo e l'applicheremo e più l'aiuteremo a irrobustirsi e a crescere. Maggiormente in settori come il Mezzogiorno, dove scontiamo ben noti ritardi, quando finalmente la Responsabile nazionale sarà nelle condizioni professionali di dedicarvi il tempo e le energie necessarie. Ma anche in quei settori, come gli esteri, dove il suo Responsabile Ernesto è tuttora quasi interamente assorbito da altri fondamentali e importantissimi compiti. O come i mass media e la televisione, che Marco potrà studiare e trattare più sistematicamente, forte delle sue competenze tecniche e politiche. La nostra propaganda deve diventare sempre più efficace e mirata La Commissione centrale per il lavoro di Stampa e Propaganda uscita dal 5° Congresso presenta le stesse problematiche e composizione della precedente e a maggior ragione dovrà ripartire dal Bilancio presentato in sede congressuale per migliorare e sviluppare l'attività e la vita interna. Non starò dunque a soffermarmi sulla divisione degli incarichi che risulta confermata, tenendo sempre bene a mente che la metà dei suoi componenti sono interamente impegnati su un altro nevralgico fronte di lavoro e noi tutti gli siamo grati per tutti i sacrifici e le fatiche che compiono quotidianamente nonostante l'avanzare dell'età e seri problemi di salute. Nonostante ciò, nonostante i numerosi incarichi da noi accumulati e il lavoro ordinario che finisce per assorbire interamente le nostre giornate, dobbiamo riuscire a trovare il modo per fronteggiare meglio questa situazione aumentando il coinvolgimento e la responsabilità di ciascun componente della Commissione e ritagliandoci spazi e occasioni per cementare e migliorare quanto più è possibile il lavoro collettivo. Prima di passare a esaminare alcune questioni connesse al settore della multimedialità, mi preme sottolineare il ruolo sempre più maturo svolto da Edoardo che cura in modo prioritario e con passione e competenza il settore grafico, tanto che oggi possiamo dire di contare su una linea grafica efficace, chiara e facilmente distinguibile come la grafica dei marxisti-leninisti. La si può ancora migliorare quando riusciremo a correggere i nostri punti deboli e a servirci delle tante risorse presenti nel e intorno al Partito. E nel frattempo cominciamo col migliorare la macchina organizzativa per risultare più tempestivi nella stampa delle pubblicazioni di Partito programmate. Convinti come siamo che il mezzo audiovisivo risulta quanto mai efficace nel lavoro di proselitismo e per rapportarsi a nuovi interlocutori, specie se sono giovani, non ci siamo lasciati paralizzare dalla "povertà di mezzi e di risorse economiche" a nostra disposizione, cioè dalla mancanza di attrezzature di tipo professionale o quantomeno adeguate e di esperti e tecnici nel settore: è così che abbiamo realizzato i video su Mao, Engels, Stalin, su Lenin e la Rivoluzione d'Ottobre, sul Bolscevico e per il 30° anniversario del PMLI. In futuro aggiungeremo certamente nuovi titoli e potremmo arricchire la nostra produzione con una più ampia tipologia di audiovisivi con caratteri di maggiore immediatezza e attualità e che siano rapidi ed essenziali, da distribuire e diffondere anche attraverso il canale di internet. Interamente e magnificamente realizzati da Marco, dalle riprese al montaggio, i tre video del Rapporto di Scuderi appoggiati su YouTube e a cui si può accedere dal nostro sito sono solo un piccolo assaggio di ciò che saremo in grado di realizzare. Certo è che sentiamo l'urgenza prioritaria di completare appena possibile i video dedicati ai grandi Maestri del proletariato internazionale col doveroso omaggio a Marx, il gigante che ci ha dato i natali e, primo fra tutti ha indagato in profondità il sistema economico capitalistico fondando con Engels il socialismo scientifico. Dovremo pazientare ancora un po' finché non avremo completato e aggiornato entro dicembre la Storia del Bolscevico con l'ultimo decennio. In ogni caso credo che Marco sia entrato prepotentemente a far parte a tutti gli effetti del relativo gruppo di lavoro sin qui formato da Edo e dal sottoscritto. Se continuerà a lavorare con l'intelligenza, la passione e lo spirito collaborativo dimostrati sin qui potrà continuare a darci regali ancora più grandi e finalmente anche noi potremo avvalerci di un tecnico esperto rosso del settore audiovisivi. Il PMLI è stato tra i primi partiti nel nostro Paese a comprendere e utilizzare appieno le opportunità offerte da internet. Il nostro sito, essenziale e senza fronzoli, è cresciuto, si è arricchito di nuovi contenuti, rende di pubblico dominio con la massima tempestività i comunicati stampa, i documenti, i manifesti e i volantini del Partito nonché gli articoli settimanali più importanti de "Il Bolscevico", talvolta precedendone la pubblicazione cartacea, col risultato che è sempre più visitato persino dai nostri nemici di classe, consultato e apprezzato da militanti, simpatizzanti e amici e anche da nuovi interlocutori che, come confessano nelle loro mail, dopo averci scoperto e studiato a distanza, finiscono per uscire dall'anonimato e cercare un rapporto diretto col Centro e con le istanze locali. Abbiamo anche pubblicamente riconosciuto che il sito presenta numerosissimi limiti e deficienze che potrebbero essere corretti con più tempo a disposizione dell'amministratore e avrebbe potenzialità in grado di aumentarne l'interattività e di risultare, se sviluppate, utilissime nel nostro lavoro, tuttavia occorre fare i conti coll'oste. Per ora accontentiamoci di quel che abbiamo a disposizione, pronti a cogliere ogni nuova occasione e opportunità e a utilizzare le nuove energie e competenze che si rendessero disponibili con l'obiettivo di adeguarlo sempre più alle nostre esigenze politiche. Ringrazio Laura per l'opera preziosa che vi presta settimana dopo settimana e mi auguro in futuro possano crescere le sue responsabilità e noi possiamo dedicare più tempo ed energie alla cura e gestione del sito. Come ha ben spiegato Giovanni Scuderi nel Rapporto al 5° Congresso, per rendere il PMLI un Gigante Rosso anche nel corpo alla Redazione e alle Commissioni centrali spetta un ruolo fondamentale: "L'attuale linea politica e organizzativa del Partito - egli ha detto - è il nostro bene più grande che dobbiamo difendere con i denti. Mai a nessuno dobbiamo consentire nemmeno di scalfirla. Solo il Congresso può cambiare la linea del Partito. Il Comitato centrale e l'Ufficio politico, il Segretario generale hanno il compito di gestirla, aggiornarla, applicarla e farla applicare. Le Istanze intermedie e di base, nonché "Il Bolscevico", hanno il compito di applicarla nelle situazioni concrete in cui si trovano. Tutto il Partito concorre a stabilire la linea attraverso il Congresso nazionale. Chi ha compiti elaborativi deve prendere come base il punto in cui è arrivato il Partito su quel determinato argomento e quindi attualizzarlo e, se è necessario, aggiornarlo, ma sempre in coerenza con la linea generale del Partito. Le Tesi che ci orienteranno per lungo tempo, costituiscono una prima sistematizzazione della linea politica del PMLI". Non dobbiamo mai dimenticarle ma agire coerentemente con tali raccomandazioni. Ora spetta a voi e ai vostri interventi contribuire a discutere e così avviare concretamente a soluzione le tante questioni sin qui sollevate. Viva la Redazione centrale de "Il Bolscevico" e la Commissione centrale per il lavoro di Stampa e Propaganda elette dalla 1a Sessione plenaria del 5° Comitato centrale del PMLI. Con i Maestri e il PMLI vinceremo. 1 luglio 2009 |