Dopo l'esito delle primarie a Firenze La destra esulta per Matteo Renzi candidato sindaco del PD Redazione di Firenze Il "berluschino" Matteo Renzi è il candidato sindaco del PD per Firenze. Ha vinto le "americane" primarie con 15.104 voti, 196 in più del quorum richiesto, quindi niente ballottaggio. Un risultato che ha fatto esultare la destra: Razzanelli (il demagogo UdC promotore del referendum sulla tramvia) ha rivendicato il merito di questa vittoria, poiché elettori del "centro-destra" avrebbero partecipato alle primarie per avere, nel caso di una vittoria PD alle amministrative di giugno, un sindaco comunque gradito. Renzi, presidente in carica della provincia di Firenze, ha avuto vita facile nel gruppo di candidati alle primarie presentandosi come l'uomo di rottura con l'attuale amministrazione. Dopo il tormentato ritiro di Graziano Cioni implicato nell'inchiesta su Castello, sono rimasti Daniela Lastri, Lapo Pistelli, Eros Cruccolini e Michele Ventura (sponsorizzato da Bersani), da decenni a Palazzo Vecchio e/o in parlamento. Da queste primarie esce in primo luogo una sonora bocciatura per il neopodestà Leonardo Domenici e la sua squadra. Da rilevare che i 37 mila partecipanti al voto sono ben al di sotto dei 50 mila a cui puntavano i vertici del PD dopo la guerra per bande che aveva imperversato in autunno. Renzi, trentaquattrenne rampante, ha avuto un certo gioco presentandosi, come giovane di "svolta" e ha goduto di potenti appoggi trasversali. Fra i suoi sponsor Paolo Fresco, l'uomo della Fiat il cui nome a un certo punto è circolato come possibile candidato del "centro-destra" e addirittura il presidente della Confindustria fiorentina, il fascistissimo Giovanni Gentile, omonimo, nipote e sostenitore del filosofo del regime mussoliniano, si è speso in un giro di telefonate a suo favore. Fra i sostenitori di Renzi i fratelli Fratini, industriali dei grandi alberghi, il rettore dell'Università Augusto Marinelli e il "superpoliziotto" Pier Luigi Vigna. Fra gli esponenti politici "renziani" Ermete Realacci, Erasmo De Angelis, Andrea Marcucci, Stefania Saccardi, Lucia De Siervo, Silvano Gori. Fra le prime a complimentarsi per la candidatura Wanda Ferragamo e Bona Frescobaldi, due grandi vecchie dell'imprenditoria e dell'alta borgesia fiorentina, Francesco Rutelli, Giuseppe Fioroni e Linda Lanzillotta. Ha ricevuto anche le felicitazioni della comunità ebraica, grata per la bandiera di Israele sciorinata da Renzi nei giorni della protesta contro il massacro della popolazione palestinese a Gaza. Il "Time", addirittura, l'ha definito "l'Obama italiano". Chi è il nuovo pupillo della borghesia Renzi è un politico da terza repubblica dalla testa ai piedi che di "nuovo" ha poco davvero. Imprenditore, cattolicissimo, formato nell'ambiente democristiano della Gioventù studentesca del Liceo Dante, ex PPI ed ex Margherita, con un filo diretto con "Comunione e Liberazione" e i focolarini, tiene sulla scrivania la foto del suo baciamano al papa nero Ratzinger e ama i ritiri spirituali all'Alpe di Poti con i gesuiti. Si è astenuto al referendum sulla fecondazione assistita; è un campione di arroganza, decisionismo e protagonismo personale. Ha scritto un libro che lo riassume: "Tra De Gasperi e gli U2". Fra i politici cita Andreotti e ammira Obama che vorrebbe portare a Firenze. Ottenuta la presidenza della provincia nel 2004 grazie alla rigorosa spartizione del potere che, accanto a un sindaco e a un governatore regionale allora DS, prevedeva un allora Margherita, nel 2005 ha subito sfoggiato il suo decisionismo licenziando due assessori: Marzia Monciatti, PD, colpevole di aver incluso associazioni gay e lesbiche fra quelle a cui le scuole si potevano rivolgere per ampliare l'offerta formativa e Mauro Romanelli (Verdi), poco malleabile sull'inceneritore. Sempre riguardo all'inceneritore Renzi ha dichiarato: c'è stato un referendum sull'inceneritore ma io vado avanti. Il suo atto più recente aver sottoscritto insieme a Domenici il 28 ottobre scorso l'accordo con le Ferrovie dello Stato per prevedere il sottoattraversamento della Tav e la cementificazione della città. Fra le iniziative di punta della provincia il ciclo di iniziative culturali intitolate al "genio fiorentino", uno scimmiottamento della politica culturale fascista che negli anni Trenta lanciò a Firenze, su iniziativa di Pavolini, il recupero delle "tradizioni fiorentine" con la riedizione del "Calcio storico" e la prima edizione del Maggio musicale fiorentino. Riguardo al neoduce di Arcore ha dichiarato: "Non considero Berlusconi il nemico: voglio sfidarlo e batterlo sulle cose concrete". Il suo sito per le primarie lo rappresenta bene: un caotico affastellarsi di collegamenti (a facebook, a youtube, alle sue canzoni preferite, alla sua "frase del giorno"), fra i quali si trovano a stento i "cento punti per i primi cento giorni" (proprio così, alla Berlusconi) che rappresentano il suo programma personale. Infatti Renzi ha già fatto capire che non si sente vincolato dal programma di coalizione sottoscritto per le primarie e che intende "svecchiare" Palazzo Vecchio sia non riportando in giunta chi ha già svolto due mandati e sia rivedendo i cda delle società partecipate. Ciò significa che i colonnelli di Domenici potrebbero andare tutti a casa, così aprendo anche quelle brecce necessarie al "centro-destra" per minare il sistema di potere politico-economico consolidato all'ombra del PCI-PDS-DS fiorentino e toscano. Nella campagna per le primarie Renzi ha messo insieme un gruppo di ben 500 attivisti e non ha badato a spese. I suoi conti sono già nel mirino dell'apposito comitato di garanti PD. I pranzi nei migliori ristoranti della città per circa 30 mila euro sarebbero stati pagati, secondo una denuncia, insieme con mazzi di fiori e viaggi, con soldi della provincia. Attoniti per l'esito non da loro previsto delle primarie i vertici del PD hanno già cominciato a sbracciarsi perché la coalizione rimanga compatta con Renzi. "Niente strappi a sinistra", ha ammonito Domenici. I "cento punti" di Renzi sono un concentrato di sparate demagogiche ("niente più vigilini a fare multe"), mischiate alla sua voglia di riorganizzare tutti i centri di potere ("riduzione delle attuali quattro aziende per i servizi alla persona a una sola. La macchina amministrativa comunale subirà una immediata riorganizzazione entro i primi cento giorni, in nome dell'efficienza e del merito" (Brunetta docet?), "Firenze Holding spa. Un'unica struttura per le aziende partecipate, senza doppioni inutili e con vantaggi fiscali e di mobilità dei dipendenti") e di dare un'immagine efficientista ("sostituire le paline presenti alla fermata dell'Ataf con strutture innovative e tecnologiche sul modello di Parigi"), più quelle opere di cementificazione che stanno a cuore ai capitalisti fiorentini (potenziamento dell'aeroporto di Peretola, realizzazione della bretella Barberino-Incisa, della Tav, della Cittadella Viola) e per finire citiamo il suo omaggio agli amici sionisti con un apposito punto per l'"illuminazione pubblica e innovativa di tutta l'area della Sinagoga di Via Farini in funzione di sicurezza ma soprattutto per consentire il godimento anche da lontano del luogo di culto". 25 febbraio 2009 |