Intervista al "Sole 24 Ore" del neopodestà fiorentino Renzi (PD) sta con Marchionne Redazione di Firenze Fulminato sulla via di Arcore Matteo Renzi il neopodestà piddino di Firenze è sceso in campo alla vigilia del referendum a Mirafiori per dare tutto il suo appoggio a Marchionne e al suo modello neocorporativo mussoliniano di relazioni industriali. Lo ha fatto rilasciando un'intervista al quotidiano di Confindustria, Sole 24 Ore, del 31 dicembre: "Io sto dalla parte di chi scommette sul lavoro, della FIAT, di Marchionne. È la prima volta che il Lingotto non chiede soldi agli italiani ma investe in Italia in un progetto industriale. È una rivoluzione. E che accade? Che di fronte a una sfida globale in Usa, Brasile, Europa c'è la FIOM che vuole sganciare l'Italia da una locomotiva. E il PD tentenna, si preoccupa di sintonizzarsi con la CGIL. Una follia. Oggi il lavoro si difende con un riequilibrio imprescindibile che passa dalla produttività: chiedere al lavoratore uno sforzo in cambio di occupazione e investimenti. La FIAT oggi è il motore di questa innovazione: qui non si tratta di stare dalla parte di un uomo, si tratta di credere o no in un futuro industriale". Questa la sparata padronale di Renzi, condita dei più triti luoghi comuni capitalistici: è la scarsa produttività degli operai che non fa crescere l'economia, non il modello di produzione capitalistico, non i manager superpagati che hanno scialacquato miliardi di soldi pubblici senza riuscire a rilanciare le aziende, panacea di tutti i mali azzerare i diritti dei lavoratori e inasprire lo sfruttamento; oltretutto infarcita di falsità grossolane, una per tutte quella che la FIAT "investe in Italia", mentre a tuttora nessun piano industriale è stato presentato da Marchionne accanto al suo accordo separato. Continua Renzi, ormai senza freni: "o vogliamo che i nostri figli facciano i cassintegrati o i badanti dei cinesi?". Come suo solito pronuncia facili battute e pesca pure in un repertorio razzista e xenofobo. "Oggi il PD è in preda a una schizofrenia: sul piano tattico politico rincorre a destra Fini e Casini; sul piano economico va a sinistra verso la FIOM. Chiedo a una parte del PD di smettere di inseguire tesi sconfitte dai fatti: nel partito c'è una generazione che è pronta a sfidare il cambiamento di Mirafiori e Pomigliano". E qui il "rottamatore" della "vecchia" dirigenza PD scopre i suoi desideri: farsi incoronare leader di un PD "rinnovato" tagliando gli ultimi legami con la FIOM, la CGIL e mettendo completamente a tacere quella sinistra interna che si è dissociata dall'appoggio dato da tanti esponenti di spicco, come Fassino, Chiamparino, Veltroni e D'Alema, all'accordo separato di Marchionne; in Toscana la sua contesa è con il governatore Enrico Rossi, sempre PD, che in questa occasione, come per la decisione di tenere aperti i negozi il 1° Maggio e il 25 Aprile, lo ha criticato da sinistra. 12 gennaio 2011 |