La Repubblica popolare di Corea ha pieno diritto di sperimentare missili a lunga gittata Obama: Isolare e punire Pyongyang Il 13 aprile il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha condannato la Corea del Nord per il lancio di un missile il 5 aprile perché avrebbe violato la risoluzione Onu 1718 del 2006 che le vietava il lancio di missili balistici e chiesto al governo di Pyongyang di astenersi da nuovi lanci. Su pressione in particolare degli Usa l'Onu ha inoltre deciso di ampliare le sanzioni contro la Corea del nord già adottate nel 2006 dopo un analogo lancio di un missile e chiesto al gruppo dei 6 (Cina, Corea del Nord, Corea del Sud, Giappone, Russia ed Usa) di riprendere rapidamente i negoziati per "una denuclearizzazione verificabile e pacifica della penisola coreana ed il mantenimento della pace e della stabilità nella regione". Il governo di Pyongyang ha risposto annunciando il suo ritiro dai negoziati a 6 e affermato che "la Repubblica democratica popolare di Corea, svilupperà la sua propria forza di dissuasione nucleare". Il lancio di un missile a lunga gittata il 5 aprile da parte Pyongyang era stato definito "una provocazione" dal governo americano e Obama aveva chiesto di isolare e punire la Corea del Nord. Con parole identiche a quelle usate dal predecessore Bush nel 2006. Appoggiato da Giappone e Corea del Sud aveva chiesto l'immediata condanna da parte dell'Onu ma in prima battuta era stato stoppato da Cina e Russia che ricordavano come Pyongyang sia un firmatario del Trattato sullo spazio profondo (Outer Space Treaty) e ha quindi il diritto di adoperarlo per usi pacifici, come lanciare satelliti per telecomunicazioni. Procedura rispettata da Pyongyang che per tempo aveva annunciato il lancio del missile come test per la messa in orbita di un satellite geostazionario. Giappone e Corea del Sud sostenevano invece che il test era per un missile a lunga gittata, il Taepodong-2, capace di montare una testata nucleare e di trasportarla fino all'Alaska e alle Hawaii. Il premier nipponico Taro Aso minacciava addirittura l'abbattimento del missile nordcoreano. L'ambasciatore della Corea del Nord in Gran Bretagna, il 27 marzo ribadiva il carattere pacifico dell'esplorazione spaziale alla base del test missilistico: "quello che ci prepariamo a mandare in orbita è un satellite per l'esplorazione pacifica dello spazio e non vi è alcuna risoluzione dell'Onu che possa vietare a un paese povero di esplorare lo spazio". Il 4 aprile Obama da Strasburgo ribatteva che "se la Corea del Nord decide questo atto, collaboreremo con tutti i nostri partner nella comunità internazionale e faremo passi adeguati perché il governo nordcoreano sappia che non può minacciare impunemente la sicurezza e la stabilità di altri paesi". Ingerenza ignorata da Pyongyang che il 5 aprile lanciava il missile nell'Oceano Pacifico che terminava la sua corsa a 1.200 chilometri di distanza dalla costa nipponica. 15 aprile 2009 |