Il magnate De Benedetti manda avanti Ezio Mauro "La Repubblica" detta la linea al PD Ormai più che il portavoce non ufficiale del PD "La Repubblica" sta diventando il suo suggeritore ufficiale, quello che gli detta la linea e gli dice quale direzione prendere e quale non prendere ad ogni crocevia politico importante. Prendiamo per esempio le elezioni amministrative del 15-16 maggio: si erano appena confermati il sorpasso al primo turno della Moratti da parte di Pisapia a Milano e l'inaspettato successo di De Magistris a Napoli, che subito il suo direttore Ezio Mauro interveniva prima in un'intervista video sul "TgLa7" la sera del 17, e il giorno dopo per scritto con un editoriale dello stesso tenore, per raccomandare al PD di non fare, per carità, passi falsi, arrivando a dire senza tanti complimenti a Bersani e soci che cosa devono fare e cosa invece non devono fare per non sciupare tutto ai ballottaggi con la loro inettitudine e litigiosità. Che cosa deve fare il PD? "Deve appoggiare a corpo morto Pisapia a Milano perché l'occasione è storica, e deve sostenere De Magistris a Napoli", ha sentenziato Mauro al tg di Mentana. E cosa non deve fare? "Non deve dividersi dando spazio a quello spirito cannibale che porta al suo interno, e non deve credere alle profezie come quelle che lo avevano cancellato troppo rapidamente dalla mappa politica del Nord", ha aggiunto. Nell'editoriale su "La Repubblica" del 18 ha sviluppato ulteriormente questi "consigli" assai perentori, spronando da una parte il PD a scrollarsi di dosso lo spirito da perdente col ricordargli che "oggi pesa quanto il PDL a Milano, ha riconfermato con Fassino il suo primato a Torino, ha rieletto il sindaco a Bologna, porta la destra al ballottaggio a Trieste". E dall'altra spronandolo ad approfittare della crisi del "centro-destra" per andare a cercare voti e alleanze nella sua stessa area politica: "A costo zero, con solo l'impiego di un po' di generosità e di preveggenza - suggerisce infatti Mauro - un PD saggio oggi completerebbe l'opera nominando Sergio Chiamparino (autore di un piccolo miracolo torinese) coordinatore delle politiche per il Nord, utilizzando al meglio un'esperienza importante e riconosciuta. Sarebbe un interlocutore sul campo - d'intesa col leader del partito - per i leghisti in libera uscita e i moderati in cerca d'autore: che oggi trovano nel Terzo Polo una forza autonoma dal berlusconismo, e in grado di reggere al gioco al massacro scatenato contro Fini". Cavalcare insomma le illusioni elettorali suscitate da candidati "indipendenti" come Pisapia e De Magistris, ma intanto mandare avanti destri come Chiamparino per agganciare leghisti e terzopolisti: questa la strategia suggerita da Mauro. Dal che si vede anche che il magnate De Benedetti non è soltanto il primo sponsor, storico e attuale, del PD liberale, ma tramite il quotidiano che possiede e gli uomini che lo dirigono tende sempre più a prendere direttamente la guida del disastrato e confuso partito di Bersani, dettandogli la linea politica, le strategie, le alleanze e quant'altro. In ciò comportandosi non molto diversamente da quanto, in forma più sfacciata, fa da sempre il neoduce Berlusconi col PDL. 25 maggio 2011 |