Lettera aperta degli storici Casarrubea e Cereghino al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Si riaprano le indagini giudiziarie sulla strage di Portella della Ginestra I due storici Giuseppe Casarrubea e Mario Cereghino hanno indirizzato il 1° Maggio una lettera aperta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in cui gli chiedono di esercitare tutto il suo potere perché siano riaperte le indagini giudiziarie sulla strage di Portella della Ginestra, di cui quest'anno ricorre il 60° anniversario. La loro richiesta è giustificata dai nuovi documenti emersi dagli archivi recentemente desecretati e dalla corposa e ricchissima documentazione da loro raccolta e messa a disposizione delle Procure interessate, che potrebbe ulteriormente arricchirsi se solo il governo togliesse il segreto di Stato per gli archivi in possesso dei carabinieri e dei ministeri degli Interni, della Difesa e degli Esteri. Insomma la strage di Portella si conferma come l'inizio della strategia golpista che avrebbe insanguinato l'Italia nei decenni successivi e vede il bandito Giuliano agire come affiliato delle bande di matrice fascista secondo una strategia eversiva anticomunista dettata dagli Usa. Eccone il testo integrale. Signor Presidente, abbiamo commemorato quest'anno il 60° anniversario della strage di Portella della Ginestra (1° maggio 1947), un eccidio che ha pesantemente condizionato l'evoluzione democratica del nostro Paese. In occasione di questa ricorrenza abbiamo scritto un volume e un dossier. Il nostro lavoro è consistito nell'allargare l'ambito dei fatti stragistici del 1947 a un arco temporale che va dal 1946 (strage di Alia, 22 settembre) fino agli assassinii di Epifanio Li Puma, segretario della Camera del Lavoro di Petralia Soprana (2 marzo 1948), Placido Rizzotto, segretario della Camera del Lavoro di Corleone (10 marzo 1948) e Calogero Cangelosi, segretario della Camera del Lavoro di Camporeale (2 aprile 1948). Questi crimini sono unificati da un disegno eversivo teso a decapitare il processo democratico e partecipativo che inizia con la lotta di Resistenza delle forze antifasciste. La nostra indagine evidenzia come il governo degli Stati Uniti d'America, tramite il Comando militare e i Servizi segreti operanti in Italia, abbia determinato una serie di meccanismi golpisti per bloccare la costruzione della giovane democrazia italiana. I nuovi elementi di documentazione archivistica in nostro possesso sono tali da fare ritenere insufficienti i dati emersi nei processi penali seguiti alle stragi di Portella della Ginestra e di Partinico (assalti alle Camere del Lavoro della provincia di Palermo, 22 giugno 1947). Le chiediamo pertanto di voler esercitare il Suo potere di influenza e di impulso per: 1) la riapertura delle indagini giudiziarie su quei diciotto mesi della nostra storia. Alcuni dei mandanti e degli esecutori di quei delitti potrebbero essere ancora in vita e rispondere dei loro atti criminali; 2) la desecretazione degli atti ufficiali riguardanti le stragi e i delitti sopra citati, e in particolar modo quelli dell'Arma dei Carabinieri e dei ministeri dell'Interno, della Difesa e degli Affari Esteri; 3) ogni passo diplomatico nei confronti del governo degli Stati Uniti d'America onde valutare la gravità delle informazioni contenute nei dispacci dei Servizi di sicurezza britannici (desecretati nel gennaio 2006) in rapporto all'assistenza statunitense alle attività terroristiche del neofascismo in Italia negli anni 1946 e 1947. Solo attraverso la comprensione piena di quel periodo sarà possibile fare finalmente luce sui troppi misteri che hanno caratterizzato la storia italiana degli anni Quaranta e dei decenni successivi. Con deferenza, Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino Archivio Giuseppe Casarrubea 1° maggio 2007 |