Provocatoria e grave iniziativa di un gruppo di senatori fascisti e neofascisti (PDL e FLI) Vogliono cancellare dalla costituzione il divieto di ricostruzione del partito fascista Fini ci provò nel 1994. Ora non è d'accordo Nella sbornia di nazionalismo patriottardo e neofascismo, cui non si è sottratta la "sinistra" del regime, non poteva mancare l'ennesima provocazione lanciata da fascisti vecchi e nuovi per seppellire con una pietra tombale la Resistenza e la Liberazione dell'Italia dal mostro nazifascista. Difatti, un gruppo di senatori del PDL e FLI hanno proposto provocatoriamente la cancellazione del divieto di ricostituzione del partito fascista, scolpito nella ormai martoriata Costituzione nella XII disposizione transitoria e finale che fa espresso divieto, sotto qualsiasi forma, proprio di ricostituire il partito voluto dal duce Mussolini. A presentare il disegno di legge è stato Cristiano De Eccher (senatore PDL, ex responsabile per il Triveneto del gruppo nazifascista Avanguardia Nazionale, poi dirigente MSI a Bolzano, secondo il pubblico ministero dell'inchiesta sulla strage di Piazza Fontana, Guido Salvini, considerato il custode del timer della bomba che esplose alla Banca dell'Agricoltura nel 1969) che ha denominato la proposta "Abrogazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione" (atto del Senato n. 2651), depositandola a Palazzo Madama il 29 marzo con annuncio in aula il giorno seguente. A cofirmare il nero disegno di legge sono stati altri fascisti storici come il provocatore antiPMLI Achille Totaro (che si schierò contro l'intitolazione di una strada di Firenze al partigiano medaglia d'oro alla Resistenza Bruno Fanciullacci definito "un vigliacco assassino"), l'ex dirigente nazionale del FUAN Fabrizio De Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bornacin (tutti e quattro del PDL), Egidio Digiglio (FLI). La "proposta", inoltre, dovrebbe estendersi anche al secondo comma della disposizione che stabilisce per un massimo di cinque anni dall'entrata in vigore della Costituzione "limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista"; successivamente, sulla base del primo comma, il legislatore democratico-borghese nel 1952 approvò una normativa con la quale venne introdotto il reato di "apologia del fascismo". In sostanza questi fascisti vecchi e nuovi vorrebbero reintrodurre la possibilità di poter ricostituire il partito fascista e al contempo abolire tutti i reati di apologia del fascismo. Ipocritamente il presidente del Senato, il berlusconiano Renato Schifani, si è detto "sorpreso ed esterrefatto", mentre quello della Camera, il capo di FLI Gianfranco Fini (nonostante che nel 1994 avanzò una proposta simile), ha definito con un'impareggiabile faccia di bronzo il disegno di legge "una follia". Contro la modifica costituzionale l'ANPI che ha lanciato un appello per "una grande mobilitazione nazionale con coinvolgimento di tutte le forze antifasciste, dai partiti ai sindacati alla società civile". L'iniziativa dei fascisti vecchi e nuovi dimostra che costoro vogliono fare tabula rasa di ogni residuo di diritto "democratico", mentre riscrivono la storia con le penne nere di regime in chiave revisionista e di riabilitazione del fascismo. Occorre un nuovo 25 Aprile per abbattere il neoduce Berlusconi e il suo governo in orbace e insieme a loro spazzare via questo nero progetto. 13 aprile 2011 |