La "riforma" della scuola superiore è un ritorno a quella di Gentile, aggiornata alle nuove esigenze del capitalismo Con i licei ai figli dei borghesi e dei ricchi l'istruzione di serie A, con gli istituti tecnici e professionali ai figli dei lavoratori e dei poveri quella di serie B. Abolito il primo biennio unitario. Abbassato l'obbligo di istruzione di un anno. Forte riduzione degli orari e taglio di 17 mila cattedre Berlusconi: "Così avremo scuole di livello europeo e adeguate alle richieste delle aziende" Con l'approvazione dei regolamenti per la scuola secondaria di secondo grado, il 4 febbraio il Consiglio dei ministri in camicia nera presieduto dal neoduce Berlusconi ha dato il via libera definitivo alla controriforma scolastica della gerarca di viale Trastevere Mariastella Gelmini che entrerà in vigore con l'avvio del prossimo anno scolastico 2010-2011. Controriforma di regime Si tratta di una controriforma antistudentesca, invisa alla stragrande maggioranza dei genitori, docenti, precari e personale Ata, mai discussa in Parlamento e imposta a colpi di decreti legge, circolari e ordinanze ministeriali che di fatto segna la morte dell'istruzione pubblica in Italia difesa a spada tratta dal movimento dell'Onda; una controriforma che cancella, anche formalmente, il sistema nazionale d'istruzione, il diritto all'apprendimento e alle "pari opportunità" a prescindere dalle condizioni economiche e sociali e geografiche e trasforma le scuole e le università in fondazioni private gestite da un apposito consiglio di amministrazione; che riduce di un anno il già ridotto obbligo formativo, cancella il biennio unico e impone pesanti tagli agli organici e al miserabile budget degli istituti pubblici per destinare sempre più risorse ai privati; che spalanca i portoni dei licei ai rampolli della classe dominante borghese, codifica una netta separazione fra istruzione liceale e formazione tecnica e professionale e condanna i figli degli operai e delle masse popolari più povere all'istruzione tecnica e professionale dove le Regioni e le borghesie locali la faranno da padrone; che riduce gli orari curricolari e amplia fino al 40% la quota di flessibilità degli insegnamenti aggiuntivi per "adattare l'offerta formativa ai bisogni di tuo figlio/a, in collegamento con il territorio e il mercato del lavoro". Proprio come ha ribadito il neoduce Berlusconi secondo cui: "Dal prossimo anno scolastico avremo delle scuole che possono essere comparate a quelle degli altri paesi europei perché, secondo quanto ci dichiarano tutte le imprese e le associazioni, la scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro". Le responsabilità dell'"opposizione" parlamentare Una controriforma portata a termine grazie anche alla compiacente e fattiva collaborazione della "sinistra" del regime neofascista con alla testa gli ex ministri Berlinguer e De Mauro, che gli hanno spianato la strada con le leggi sull'autonomia delle istituzioni scolastiche (n.59 del 15/3/97 articolo 21 legge Bassanini e successivi regolamenti), la legge sulla parità fra scuola pubblica e privata (n.62 del marzo 2000), l'introduzione dell'obbligo formativo al posto dell'obbligo scolastico sancito dall'articolo 68 della legge 17 maggio 1999, n. 144 e la legge n.30 del 10 febbraio 2000 che ha istituito per la prima volta in Italia una netta separazione fra istruzione e formazione professionale e ha introdotto l'automatismo della legge delega in materia di istruzione scolastica ampiamente utilizzata da Fioroni che, invece di "smontare la legge delega n.53/2003 della Moratti", come promesso, ha innalzato il numero degli alunni per classe, abolito le graduatorie provinciali permanenti dei precari, disposto tagli per oltre 20 mila cattedre e 7 mila Ata, ha controriformato l'esame di maturità legittimando gli "esamifici" delle private e ha dato il via all'odiosa separazione classista tra istruzione liceale e formazione professionale e alla trasformazione delle scuole pubbliche in Fondazioni private. Una linea a cui si è accodata la vergognosa arrendevolezza dei vertici sindacali collaborazionisti che, non solo non hanno avuto il coraggio di chiedere le dimissioni della Gelmini, ma, di fronte al dilagare delle proteste, invece di alzare il livello dello scontro per sbarrare la strada al governo del neoduce Berlusconi, hanno isolato e lasciato da solo il movimento dell'Onda studentesca. Altro che "riforma epocale e senza alcuna impronta ideologica", come ha esclamato esultante la Gelmini al termine del consiglio dei ministri! La scuola della terza repubblica neofascista Si tratta di una controriforma che completa l'instaurazione della scuola classista, aziendalista, meritocratica e clericale, di stampo mussoliniano e funzionale alle nuove esigenze del capitalismo italiano e alla terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista, interventista, razzista e xenofoba. Da una parte ci sono i licei, riservati ai figli dei ricchi, che impartiranno un'istruzione di serie A e saranno potenziati e attrezzati nel migliore dei modi per formare i futuri manager, quadri, burocrati, intellettuali del capitalismo e delle sue istituzioni; dall'altra ci sono i tecnici e i professionali, che subiranno un drastico ridimensionamento con pesanti tagli alle risorse e all'orario di insegnamento che passa dalle attuali 36 ore di 50 minuti alle 32 ore da 60 minuti nei tecnici e dalle 36 alle 32 ore nei professionali con conseguente riduzione di circa 17 mila cattedre. Qui saranno confinati i figli delle masse popolari, costretti a seguire insegnamenti di serie B, addestrati a imparare un mestiere attraverso il potenziamento degli stage e i tirocini nelle aziende che saranno affidati a degli "esperti esterni" e sostituiranno di fatto le lezioni in laboratorio. In questo modo le aziende avranno a disposizione un grande bacino di mano d'opera giovane e gratis a cui attingere e tra cui selezionare e plasmare, magari attraverso il "voto di condotta", i futuri operai e tecnici da sfruttare. Non a caso in un recente documento, Confindustria individua proprio nei nuovi istituti tecnici uno dei "quattro strumenti dell'innovazione" indispensabili per formare figure professionali utili alle imprese per uscire dalla crisi e per meglio sostenere il capitalismo italiano nella competizione globale e nella corsa alle privatizzazioni nei servizi (finanza, istruzione, sanità, comunicazioni, consulenza, ricerca, innovazione e altri) e al grande business rappresentato da questi settori che costituiscono circa il 70 per cento del prodotto interno lordo. Non solo, la controriforma non prevede nessun tipo di "passerella" da un sistema all'altro in quanto è stato abolito anche il cosiddetto biennio unitario. Per cui la scelta del percorso di studi che lo studente compie a 13 anni diventa definitiva specie se si pensa alla grande differenza di programmi, orari, contenuti e insegnamenti che separa i licei dall'istruzione tecnica e professionale. La situazione ideale per favorire ancora di più la dispersione scolastica e l'avviamento precoce al lavoro. Tant'è vero che anche l'obbligo formativo è stato abbassato di un anno, per cui un ragazzo già a 15 anni è fuori dall'obbligo e abile al lavoro. Il liceo Dura 5 anni, è suddiviso in due bienni e in un quinto anno durante i quali gli studenti "acquisiscono una formazione di base ampia, utile ad acquisire le conoscenze, le abilità e le competenze adeguate a leggere e interpretare la realtà con atteggiamento critico, razionale, ma anche creativo e progettuale". Al termine del quinquennio gli studenti sostengono l'esame di Stato e conseguono il diploma di Istruzione Liceale. Sono previste 27 ore settimanali nel primo biennio (ad eccezione dei licei Artistico 34 ore e Musicale Coreutico 32 ore) che aumentano a seconda degli indirizzi negli anni successivi. Le materie comuni a tutti i licei sono: italiano, storia e geografia, filosofia (dal terzo anno), storia dell'arte, scienze naturali, matematica, fisica, scienze motorie e sportive, religione o attività alternative. La lingua straniera è studiata per tutti e 5 gli anni. All'ultimo anno, si introduce l'insegnamento in una lingua straniera di una materia non linguistica. Gli studenti possono scegliere tra 6 diversi percorsi liceali: il classico, lo scientifico (con l'opzione di scienze applicate che non prevede il latino ed è caratterizzato da un più alto numero di ore dedicate a biologia, chimica e scienze della terra, e prevede inoltre lo studio dell'informatica), il Linguistico, il Musicale e Coreutico, le Scienze Umane (con l'opzione economico-sociale che prevede antropologia, metodologia della ricerca, psicologia e sociologia, una seconda lingua straniera in sostituzione del latino, diritto ed economia politica) e il liceo artistico, che a sua volta si suddivide in sei indirizzi: arti figurative, architettura e ambiente, design, audiovisivo e multimediale, grafica, scenografia. L'istituto tecnico "Fornisce - è scritto nei regolamenti Gelmini - la formazione tecnica e scientifica di base necessaria a un inserimento altamente qualificato nel mondo del lavoro e delle professioni". Il corso di studi dura 5 anni ed è suddiviso in due bienni e un quinto anno, al termine del quale gli studenti sostengono l'esame di Stato e conseguono il diploma di Istruzione Tecnica. Sono previste 1056 ore annuali pari a una media di 32 ore settimanali. Le materie comuni agli indirizzi sono: italiano, inglese, storia, matematica, diritto ed economia, scienze integrate, scienze motorie e sportive, religione o attività alternativa. All'ultimo anno, si introduce l'insegnamento di una disciplina tecnico-professionale in una lingua straniera. Il laboratorio è centrale nel processo di apprendimento; sono previsti stage, tirocini e percorsi di alternanza scuola-lavoro per apprendere in contesti applicativi. È suddiviso in 2 settori: economico e tecnologico, a sua volta divisi in 11 indirizzi e 21 articolazioni. L'Istituto professionale Fornisce agli studenti "L'istruzione generale e tecnico - professionale necessaria per ruoli tecnici nei settori produttivi e dei servizi di rilevanza nazionale". Comprende sei indirizzi professionali divisi in 2 settori: industria e artigianato e settore dei servizi. La durata è di 5 anni suddivisi in due bienni e un quinto anno al termine del quale si sostiene l'esame di Stato per il conseguimento del diploma di Istruzione Professionale. Sono previste 1056 ore annuali pari a una media di 32 ore settimanali. Sono previsti "più laboratori, stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro per apprendere, specie nel secondo biennio e nel quinto anno, attraverso un'esperienza diretta" inoltre "Gli Istituti professionali possono continuare ad organizzare percorsi triennali per il conseguimento di qualifiche professionali sulla base della programmazione delle Regioni" ed è previsto che "Per adempiere all'obbligo di istruzione, gli studenti possono scegliere anche i percorsi di istruzione e formazione professionale previsti dalla programmazione delle Regioni, per il conseguimento di una qualifica professionale triennale riconosciuta a livello nazionale". 24 febbraio 2010 |