La denuncia del coordinatore nazionale de "La CGIL che vogliamo" "Il governo Monti vuole totale libertà di licenziamento" "La CGIL non ha il mandato per trattare sull'art. 18" In una nota del 15 marzo, il coordinatore de "La CGIL che vogliamo", Gianni Rinaldini, critica esplicitamente lo svolgimento della trattativa sul "mercato del lavoro", che con elementi di equivoca segretezza, taglia fuori i diretti interessati, le lavoratrici e i lavoratori, i giovani precari. "Assistiamo così a una degenerazione della vita democratica delle organizzazioni sindacali - è scritto - mentre un negoziato sul mercato del lavoro in una recessione di questa natura, con l'esplosione senza precedenti di disoccupazione e precarietà richiederebbe, al contrario, coinvolgimento e mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori". Gli obiettivi del governo Monti perseguiti nella trattativa sono chiari, aggiunge Rinaldini: "dare seguito alle richieste della Banca Centrale Europea di 'superare le rigidità del mercato del lavoro', cioè non modificare le molteplici forme di lavoro precario, affermare la libertà di licenziamento riducendo ruolo, entità e durata della cassa integrazione straordinaria, cancellare l'indennità di mobilità e operare ristrutturazioni e manutenzioni sull'art. 18, come dire che in questo Paese si afferma la totale libertà di licenziamento. La CGIL - conclude la nota - non ha alcun mandato per trattare queste condizioni e tanto meno per modificare l'art. 18. In caso contrario, la CGIL accetterebbe oggi quello che respinse esattamente 10 anni fa con la grande manifestazione del 23 marzo 2002". 28 marzo 2012 |