Elezioni amministrative del 13-14 maggio in Sicilia La diserzione dalle urne aumenta in 109 comuni su 156 e alla provincia di Ragusa La destra mantiene la maggioranza dei governi locali. La "sinistra" borghese non convince l'elettorato per l'azione antipopolare del governo Prodi. Le molte liste e la macchina clientelare frenano l'astensionismo a Palermo, Trapani, Agrigento, Gela In alcuni dei 21 comuni che andranno al ballottaggio apparentamenti ed alleanze tra casa del fascio e "sinistra" borghese. Continuiamo a combattere le illusioni elettorali e sviluppiamo il lavoro di radicamento del PMLI Dal nostro corrispondente della Sicilia Le elezioni amministrative del 13 e del 14 maggio in Sicilia hanno riguardato circa due milioni e duecentomila siciliani che dovevano eleggere i neopodestà e i consigli comunali di 156 comuni e il consiglio e il presidente della provincia di Ragusa. Il primo dato che vogliamo mettere in evidenza è che la diserzione delle urne tiene bene o cresce nei comuni di media grandezza e in quelli piccoli. In alcuni piccoli comuni il dato della diserzione fa registrare incrementi notevoli che arrivano alle punte del 13,5% di Arcara li Fusi (Messina), dove hanno disertato il 31,8% degli aventi diritto, e del 13,2% di Malfa (Messina), dove ha disertato il 40,7% del corpo elettorale. Il comune siciliano più astensionista risulta Acquaviva Platani (Caltanissetta) dove diserta le urne il 71% dei 3.092 aventi diritto, anche se in questo paese si ha un decremento di astensioni del 5,9%. In seconda posizione Santa Elisabetta (Agrigento) dove disertano le urne il 59,2% dei 4.773 aventi diritto, con un incremento dello 0,8%. Il dato dell'aumento della diserzione delle urne nei piccoli e medi comuni appare pressoché generalizzato. Si registrano maggiori tassi di diserzione nei comuni più poveri ed isolati delle province di Caltanissetta, Agrigento e Messina. Mentre l'astensionismo è diminuito laddove nei grandi centri è stata messa in moto dai partiti che siedono nelle istituzioni la macchina clientelare che garantisce la coercizione verso un elettorato facilmente ricattabile a causa della povertà o della mancanza di lavoro e servizi. Come è accaduto a Palermo, Trapani, Agrigento, Gela (Caltanissetta). La casa del fascio mantiene il governo nella stragrande maggioranza dei 121 comuni con meno di 10mila abitanti, dove si è votato con il sistema maggioritario e i sindaci sono stati eletti al primo turno. Il "centro-destra" si aggiudica al primo turno anche la provincia di Ragusa. Nei restanti 35 comuni, quelli con più di diecimila abitanti, si è invece votato con il proporzionale e al primo turno il "centro-destra" ha conquistato 11 sindaci, all'Unione ne sono andati 3. In uno di questi, Cefalù, il "centro-sinistra" vince appoggiando il candidato dell'UDC, Giuseppe Guercio. In 21 comuni si andrà al ballottaggio il 27 e 28 maggio. Andiamo ad una analisi più specifica per provincia: Nella provincia di Agrigento la diserzione dalle urne è aumentata in 12 dei 16 comuni mentre nel comune di Agrigento si registra una diminuzione. La pervasiva propaganda elettorale dei due maggiori candidati, insieme al proliferare delle liste, ha drenato la diserzione dalle urne al 23,8% dei 50.733 aventi diritto, con un decremento del 3,5%. Ma, data la posizione politica a destra di entrambi i maggiori "antagonisti", ossia Enzo Camilleri, esponente del Movimento per l'Autonomia, candidato della casa del fascio, e Marco Zambuto, ex-UDC e candidato del "centro-sinistra", è molto probabile che in questo grosso centro il saldo negativo della diserzione sia dato da un recupero di voti clientelari a destra. La pressione sull'elettorato non è tuttavia valsa la vittoria al primo turno di nessuno dei due destri candidati. Per un'analisi sul voto di Agrigento rimandiamo all'articolo di un simpatizzante agrigentino del PMLI. A Favara, grande comune della provincia, disertano le urne il 29,4% dei 33.112 aventi diritto, con un incremento dello 0,2%. Il sindaco uscente, il diessino Lorenzo Airò, andrà al ballottaggio con il candidato della casa del fascio, Domenico Russello. Nella provincia di Caltanissetta la diserzione è aumentata in 8 dei 12 paesi al voto. L'unico grande centro in cui essa diminuisce è Gela, dove su 63.736 aventi diritto si è astenuto il 24,5% con un decremento del 3,8%. In questo paese ha vinto al primo turno l'uscente Crocetta, PdCI, candidato del "centro-sinistra". A Niscemi non vanno alle urne il 28% dei 23.879 aventi diritto con un incremento dell'1,8% di diserzione. In questo comune si votava dopo due anni di gestione commissariale per infiltrazioni mafiose e certamente avrà influito la corruzione delle istituzioni nell'aumento della prima forma di astensionismo. Il "centro-sinistra" non convince con il candidato Giovanni Di Martino e andrà al ballottaggio con il candidato della destra Rossana Interlandi. Nella provincia di Catania la diserzione è aumentata in 13 paesi sui 18 in cui si è votato. A Belpasso, nonostante l'enorme pressione dei partiti borghesi sulle masse popolari e nonostante il tentativo di mettere in un angolo il PMLI, oscurando la nostra campagna elettorale, la diserzione è aumentata dello 0,6%. Hanno disertato le urne il 19,3% dei 19.414 aventi diritto, contro il 18,7 delle precedenti elezioni. Questo è un risultato dovuto certamente al fatto che il PMLI è conosciuto e apprezzato in paese grazie al compagno Francesco Campisi e agli altri compagni che lo affiancano e che hanno svolto un generoso lavoro in questa campagna elettorale. La "sinistra" borghese non convince le masse popolari e viene riconfermato il neofascista uscente Alfio Papale di Forza Italia. Il dato dell'aumento della diserzione poiché è molto piccolo non porta poi all'aumento totale dell'astensionismo in questo grosso comune della provincia di Catania. Per una analisi più specifica dei risultati di Belpasso rimandiamo all'articolo della Organizzazione locale del PMLI (sarà pubblicato su un altro numero de "Il Bolscevico", ndr). A Caltagirone dei 26.044 aventi diritto ha disertato il 23,71%, con un incremento di quasi 2 punti percentuali rispetto alle ultime amministrative. Qui è riconfermato il neopodestà uscente Francesco Pignataro, candidato del "centro-sinistra". A Paternò, l'altro grande comune della provincia, su 40.179 aventi diritto ha disertato le urne il 17,6%. C'è stato un incremento, seppur minimo, del primo tipo di astensione pari allo 0,1%. Nel comune si andrà al ballottaggio tra l'uscente fascista di AN Giuseppe Failla, candidato del "centro-destra" e il suo ex-collega di partito Filippo Condorelli, che dopo l'abbandono del partito di Fini ha raccolto l'appoggio dell'UDEUR e di otto liste civiche. Nella provincia di Enna su 7 paesi al voto in sei aumenta la diserzione dalle urne. La crescita della diserzione è più netta tanto da far prevedere un aumento dell'astensionismo totale. In particolare il maggiore incremento si registra a Centuripe, dove sui 6.335 aventi diritto diserta il 35,3% con un + 9% rispetto alle ultime elezioni. A Regalbuto diserta le urne il 42,1% degli 8.953 elettori con un incremento del 7,7%. In questo paese siamo certi che la popolazione si mostra aperta alla propaganda astensionista del PMLI, condotta dai generosi militanti e simpatizzanti della provincia di Enna guidati dal compagno Giuseppe Calabrese. Purtroppo l'annullamento, causato dal lutto cittadino, del comizio previsto l'11 maggio, in chiusura della campagna elettorale, ci ha certamente penalizzato nella nostra propaganda per raggiungere la parte più avanzata dell'elettorato astensionista di Regalbuto, ma ci sono le basi per insistere con un mirato lavoro politico. La diserzione delle urne aumenta anche a Nissoria del 7,3%, a Barrafranca dell'0,6% e a Sperlinga del 4,1%. Dato interessante è l'aumento della diserzione a Nicosia. Su 13.818 aventi diritto ha disertato le urne il 24,5%, +3,3%. Ci sarà ballottaggio. Tale dato deve essere tenuto in grande considerazione dai compagni della provincia di Enna che continuano la campagna astensionista e si apprestano a tenere proprio in questo paese il comizio di chiusura, preparato con grande impegno dal compagno Calabrese, con il sostegno del Centro e della Responsabile regionale. Per un'analisi più specifica dei dati della provincia di Enna rimandiamo all'articolo dell'Organizzazione di Troina (sarà pubblicato su un prossimo numero de "Il Bolscevico", ndr). Nella provincia di Messina la diserzione cresce in 37 comuni dei 48 al voto. Il maggiore comune in cui si votava, Barcellona Pozzo di Gotto, fa però registrare un decremento. Su 35.402 aventi diritto disertano il 20,4% con un -1,3%. Evidentemente AN ha messo sulla bilancia tutto il suo peso clientelare per portare sulla poltrona di neopodestà Candeloro Nania, cugino del boss senatore di AN. In un altro grande comune della provincia, Lipari, la prima forma di astensionismo cresce dell'1,4% rispetto alle ultime elezioni. Questo dato, insieme all'incremento del 13,2% degli astensionisti a Malfa, altro comune delle Eolie, mostra che nelle piccole isole siciliane cresce il malcontento verso le istituzioni borghesi che non sono in grado di garantire neanche i servizi vitali, come sanità e trasporti. Nella provincia di Palermo la diserzione è aumentata "solo" in 16 dei 34 Comuni al voto. Un dato in controtendenza che rivela come quella palermitana sia la provincia siciliana in cui maggiormente si concentra il potere clientelare dei partiti e delle istituzioni borghesi, in relazione con il fatto che quella di Palermo è la provincia siciliana dove girano più soldi pubblici. Tuttavia va detto che i dati ufficiali per quattro comuni della provincia in cui sarebbe "aumentato" il consenso alle istituzioni borghesi segnano incrementi che vanno dallo 0,01% allo 0,2% cioè valori praticamente tendenti allo zero. A Cefalù su 13.504 aventi diritto diserta il 24,8% con un incremento del 2%. L'astensionismo di sinistra, dovuto al fatto che il vincitore Giuseppe Guercio, UDC, fosse appoggiato dai DS, avrà certo pesato sull'aumento della diserzione. A Palermo città, l'astensionismo rimane il primo "partito", ma arretra. Il neopodestà uscente, il forzista Cammarata batte Orlando. I compagni palermitani si sono battuti fino all'ultimo giorno di campagna elettorale tenendo ferma la posizione astensionista del PMLI. Tuttavia si è trattato di una goccia nel mare della propaganda, se si pensa anche che i manifesti del Partito sono stati sopraffissi non appena venivano attaccati. Per un'analisi del voto su Palermo rimandiamo all'articolo del corrispondente da Palermo. Nella provincia di Ragusa in tutti e sei i comuni dove si votava aumenta la diserzione dalle urne. Qui colpisce il dato del grosso centro di Modica dove dei 45.096 aventi diritto ha disertato il 21,2% con un incremento di astensionisti di 2,6% rispetto alle ultime elezioni. Anche in questo caso l'astensionismo punisce il candidato della "sinistra" borghese, Antonello Buscema. Passa al primo turno Piero Torchi candidato del "centro-destra". Nell'altro grande centro della provincia, Pozzallo, sui 16.158 aventi diritto ha disertato il 25,55% con un incremento dello 0,25% rispetto alle scorse elezioni. Il candidato dell'MPA, Giuseppe Sulsenti, andrà al ballottaggio con Luigi Ammatuna sostenuto da Forza Italia, UDC e AN. Uno scontro tra esponenti di destra che potrebbe vedere alleanze sottobanco tra MPA e "centro-sinistra". Evidentemente in questi comuni non è servita da traino la votazione per il presidente della provincia. Il tasso della diserzione alle elezioni provinciali di Ragusa è diminuito dell'1,3%, attestandosi però sulla notevole cifra del 35,6%. Significativo del crollo generale del "centro-sinistra" in Sicilia è il fatto che nella provincia rossa di Ragusa ha stravinto Franco Antoci, UDC, candidato del "centro-destra" e presidente uscente dell'amministrazione provinciale, appoggiato da FI, UDC, AN, MPA. Resta al palo il maggiore candidato del "centro-sinistra" Uccio Barone, che raggiunge solo il 25,7% dei consensi. Nella provincia di Siracusa si ha una tendenza opposta rispetto alle altre. La diserzione è diminuita in sei degli otto comuni in cui si è votato. Ad Avola sui 26.934 aventi diritto ha disertato il 20,55% con un decremento di 2 punti percentuali rispetto alle ultime elezioni. In questo paese avrà contribuito all'aumento dell'affluenza la presenza di ben 6 candidati a neopodestà e la moltiplicazione delle liste. Che l'aumento dell'affluenza riguardi più l'elettorato di destra si potrebbe dedurre dal fatto che al ballottaggio sono andati il neopodestà uscente Albino di Giovanni di AN e Antonino Barbagallo destro sostenuto da varie liste civiche. Anche a Floridia diminuisce la diserzione. Su 19.112 aventi diritto diserta il 23,5% con un decremento dell'1,6%. Qui vince al primo turno l'UDC Arturo Spadaio. Il deputato regionale Ortisi, Margherita, non riesce ad arrivare al ballottaggio, punito dall'astensionismo di sinistra. Il comune in cui si ha un notevole incremento della diserzione, +6,02%, è Ferla. Dei 2.569 aventi diritto ha disertato il 21,8%. L'astensionismo punisce anche in questo caso il "centro-sinistra". Infatti vince Alfio Speranza a capo di liste di "centro-destra" e perde Michelangelo Giansiracusa, presidente del consiglio comunale uscente. Nella provincia di Trapani come in quella di Siracusa si rimane ancora in controtendenza rispetto al resto della Sicilia. La diserzione aumenta solo in 3 centri su 7. A Trapani ha disertato il 28,2% dei 60.597 elettori, con un decremento del 2,1%. Anche qui l'aumento del voto alle istituzioni borghesi premia il "centro-destra". Passa il forzista Girolamo Fazio con il 65,6% dei votanti. Crolla Mario Buscaino, Margherita, candidato del "centro-sinistra", il quale racimola il 21% dei voti e non arriva al ballottaggio e tanto meno alla vittoria, come invece prevedeva la sua coalizione. Buscaino dopo il clamoroso fallimento si è dimesso da portavoce regionale della Margherita. A Marsala, il comune più grande della provincia, sui 69.587 aventi diritto hanno disertato le urne il 23,2% con un incremento dello 0,5%. Si andrà al ballottaggio tra il forzista Renzo Carini e il diessino Leo Giacalone. MPA e UDC, che si aspettavano la vittoria al primo turno della loro candidata, Eleonora Lo Curto, invece trombata, potrebbero confluire sul "centro-sinistra". I principali compiti del PMLI Le Cellule e le Organizzazioni siciliane del PMLI hanno fatto un enorme lavoro e i compagni militanti e simpatizzanti attivi devono essere molto orgogliosi di tutti gli sforzi compiuti, anche dove l'astensionismo ha fatto un passo indietro, come a Palermo. Infatti noi abbiamo fatto il nostro dovere e dobbiamo guardare avanti e intensificare gli sforzi per propagandare la nostra linea elettorale sia che l'astensionismo avanzi sia che arretri momentaneamente. Dobbiamo continuare a combattere le illusioni elettorali e sviluppare il lavoro di radicamento del PMLI. I dati che abbiamo esposto dimostrano che l'astensionismo in Sicilia, soprattutto quello di sinistra, benché ancora sia di natura per lo più spontanea, ossia non indotto, o indotto in minima parte dalla nostra propaganda elettorale, ha un importante carattere di protesta. Ne discende che in Sicilia, come e forse più che in altre regioni d'Italia, dove sono più forti le illusioni elettorali, la battaglia elettorale astensionista apre più facilmente al PMLI delle possibilità di confronto diretto con le masse astensioniste e di successo elettorale. Un esempio per tutti è la bellissima lettera spontaneamente scritta dalle simpatizzanti di Troina del PMLI in cui si invitano i giovani di Regalbuto a partecipare al comizio del Partito e ad astenersi alle elezioni. Le masse popolari astensioniste siciliane hanno, per le particolari condizioni sociali e politiche dell'isola, un potenziale enorme di apertura al PMLI. Il nostro obiettivo deve essere soprattutto in questa fase quello di tentare di raggiungere con tutti i mezzi possibili, affissioni, diffusioni, ma anche lettere aperte, inviti ai comizi, ecc., la base dei partiti di Rifondazione e dei Comunisti italiani che, da vari segnali che arrivano proprio in questa campagna elettorale, è entrata in forte contestazione verso i propri vertici locali, regionali e nazionali. La battaglia elettorale non è conclusa e proprio le vicende degli apparentamenti ci daranno una mano in questo tentativo di avvicinamento ai compagni di base di PRC e PdCI. Le vicende che ruotano intorno ai ballottaggi devono essere utilizzate per aumentare per quanto ci sarà possibile il malcontento e la tendenza astensionista della base di Rifondazione e dei Comunisti italiani. Soprattutto bisogna informarsi e denunciare gli inciuci che si preparano in Sicilia tra "centro-destra" e "centro-sinistra". Poche ore dopo la chiusura dei seggi il governatore della regione, l'UDC Salvatore Cuffaro, affermava: "Questi diessini vincono solo se si alleano con noi". Era un messaggio chiaro. Un paio di giorni dopo dai vertici regionali dell'Unione parte l'invito ad una alleanza di governo trasversale denominata "Patto per la Sicilia". La proposta nasce dalla Margherita. Alcuni parlamentari nazionali della Margherita affermano: "Il risultato elettorale conferma che il centrosinistra nella regione è strutturalmente minoritario. Crediamo che si debba lavorare per la costruzione di un programma comune che saldi in un 'Patto per la Sicilia' le grandi tradizioni autonomiste e quelle forze del centro e del centrosinistra siciliano disponibili a lavorare per un governo del cambiamento e dello sviluppo della Sicilia". A livello nazionale arriva la benedizione di Papania, presidente della Margherita: "In Sicilia deve aprirsi un confronto serio ed approfondito tra l'Unione e il centro". Il principale obiettivo del "centro-sinistra" nell'immediato sono le alleanze per i ballottaggi sia con MPA che con UDC. Subito dopo queste dichiarazioni l'MPA di Lombardo dava per probabile un apparentamento con il "centro-sinistra" a Marsala (Trapani): "Ai ballottaggi abbiamo le mani libere e penso proprio che ci alleeremo con il centrosinistra". Intanto, domenica 20 maggio si sono chiusi gli apparentamenti in vista dei 21 ballottaggi e già alcune indiscrezioni cominciano a circolare. A Marsala Leo Giacalone, Margherita, avrebbe stretto un patto ufficiale con i piccoli partiti del "centro-sinistra" da un lato, mentre dall'altro spinge per un'alleanza con l'MPA. Anche i DS sono d'accordo: "Ho dato parere favorevole - afferma Antonio Russo - non possiamo lasciarci sfuggire una affermazione in un centro di grandi dimensioni come Marsala." A Pozzallo non ci sarà apparentamento ufficiale, ma è solido il legame tra ampi pezzi del "centro-sinistra" e l'MPA. A Castelvetrano FI, AN ed MPA potrebbero apparentarsi con il deputato dell'UDEUR Vito Li Causi contro il candidato dell'UDC Giovanni Pompeo. Lo scenario appare delineato a Lipari, dove il candidato dell'UDC, Marco Giorgianni, ha annunciato un accordo con il "centro-sinistra". Ad Agrigento Marco Zambuto, ex-segretario dell'UDC che corre al ballottaggio con una lista civica che fa capo ai DS e all'UDEUR avrebbe fatto entrare nella sua squadra di governo persino Calogero Micciché, "mito" degli elettori di sinistra siciliani al pari di Crocetta a Gela. Su Micciché era confluito il voto dell'elettorato di sinistra deluso dal patto DS-UDC. Tradendo questa enorme fiducia riposta in lui dall'elettorato, Micciché potrebbe entrare in giunta proprio con il candidato che i suoi elettori non hanno voluto votare. La scelta che appare più indegna tra quelle finora ventilate è quella che si verificherà a Corleone, grosso centro della provincia di Palermo, con una grande storia di sinistra. Qui il neopodestà uscente Rino Nicolosi dell'UDC, non certo amato dagli antimafiosi, si è ufficialmente apparentato con tre formazioni (Liberi e Democratici, Uniti per Corleone e Corleone Operosa) che comprendono esponenti della Margherita e di Rifondazione. Il Circolo locale del PRC è in rivolta e fa sapere contro la sua dirigenza che inviterà i militanti e gli elettori all'astensione. Ci sono tutti i presupposti perché lavorando bene e con fiducia il PMLI riesca a raccogliere ottimi risultati anche dai ballottaggi. 23 maggio 2007 |