Al 1° turno l'astensionismo si conferma al 34% Un terzo dell'elettorato milanese delegittima le istituzioni borghesi cittadine Nella corsa a neopodestà il vendoliano Pisapia, appoggiato ufficialmente da una parte della borghesia milanese, prevale grazie al tracollo della Moratti, punita per le sue malefatte. Invece del "plebiscito" Berlusconi subisce la mazzata del dimezzamento delle preferenze Attiva propaganda astensionista del PMLI Redazione di Milano Alle amministrative del 15 e 16 maggio per l'elezione diretta del neopodestà, del consiglio comunale e dei consigli circoscrizionali di Milano, l'astensionismo (diserzione delle urne, voto nullo e bianco) non ha ceduto terreno confermando il 34% del 2006; un elettore milanese su 3 ha così dimostrato che non si sente per niente rappresentato nell'istituzione borghese "più vicina ai cittadini" delegittimandola assieme ai suoi partiti. L'ormai incontenibile e generalizzata insofferenza di una sempre più crescente fetta delle masse proletarie, lavoratrici, popolari, femminili e giovanili che vive e lavora a Milano (solo parzialmente rientranti nell'elettorato), ma anche di buona parte della piccola borghesia di strato superiore del cosiddetto "ceto-medio", che si è accumulata contro la giunta neofascista Moratti-De Corato, per i suoi 5 anni di misfatti commessi sulla loro pelle, ha fatto registrare un clamoroso crollo della neopodestà uscente, meno 80.009 voti, che raccoglie appena il 27,4% di consensi dell'elettorato e con il 41,59% dei voti validi, ben al di sotto delle aspettative trionfalistiche di chi esprimeva sicumera di confermarsi alla guida di Palazzo Marino già al 1° turno. È stato un duro colpo anche per il neoduce Berlusconi che, volendo trasformare il voto a Milano in un referendum sul suo operato e presentandosi come capolista del PDL, ha raccolto appena 27.972 preferenze, molto meno delle 53 mila di cinque anni fa che aveva indicato come l'obiettivo minimo. Se il nuovo Mussolini voleva un referendum lo ha avuto ricevendo un chiaro segnale di dissenso, se non di delegittimazione, del suo nero governo. False e pretestuose le motivazioni avanzate da PDL e Lega Nord per giustificare l'inglorioso tracollo: pur di non ammettere l'evidenza di aver raccolto i frutti amari dello sfacelo in cui hanno ridotto la città hanno preferito "ammettere" di aver utilizzato durante la campagna elettorale toni troppo aggressivi che non hanno pagato. Grazie alla debacle della Moratti ha vinto il 1° turno il candidato neopodestà della "sinistra" borghese, il vendoliano Giuliano Pisapia, col 48,05% dei voti validi, circa il 30% del totale aventi diritto, raccogliendo qualche voto in meno rispetto al candidato del "centro-sinistra" alle comunali 2006, Ferrante, ma guadagnando un punto percentuale rispetto a quest'ultimo. I consensi in entrata arrivano essenzialmente da destra prevalentemente da ex elettori del "centro-destra" e soprattutto dell'UDC. Del resto Pisapia, che è tutt'altro che un rappresentante degli interessi dei lavoratori, è stato apertamente sostenuto da banchieri del calibro di Alessandro Profumo, già amministratore delegato del colosso bancario Unicredit e da buona parte della borghesia milanese associatasi nel "Gruppo di Iniziativa per il 51%" (GI51) con lo scopo di farlo eleggere neopodestà come loro rappresentante e quindi finanziargli massicciamente la campagna elettorale al fine di farlo vincere al 1° turno. Del GI51 - guidato dal primo presidente democristiano della regione Lombardia e magnate capitalista del tessile Piero Bassetti - fanno parte, tra gli altri, Valerio Onida, già candidato alle primarie del "centro-sinistra", e suo fratello Fabrizio Onida, docente di Economia alla Bocconi di Milano e soprattutto presidente del Comitato scientifico dell'Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE); Piero Schlesinger, barone universitario di diritto privato della Cattolica, che nel tempo ha ricoperto ruoli dirigenziali in vari istituti bancari; Mario Artali, vicepresidente della Banca Popolare di Milano; l'ex commissario della CONSOB Salvatore Bragantini; l'economista e asset manager Marco Vitale; Filippo Ranci, presidente dell'Autorità per l'Energia e il Gas; Umberto Voltolina, presidente della Fondazione "Pertini"; il sociologo urbano Guido Martinotti; Stefano Rolando, professore di comunicazione politica allo Iulm ed ex direttore generale della presidenza del Consiglio continuativamente nei governi Craxi, Fanfani, Goria, De Mita, Andreotti, Amato, Ciampi, Berlusconi e Dini ed ex direttore generale del Consiglio della regione Lombardia formigoniana. Checché ne dicano le invenzioni propagandistiche del suo comitato elettorale, Pisapia ha fallito nei suoi intenti di riportare tutti gli astensionisti di sinistra alle urne, mentre ha motivato chi lo ha votato più sulla speranza di "cambiare il vento" e sul "voto utile" contro la riconferma della sempre più odiata Moratti che sulle tante vaghe promesse, rivolte soprattutto ai giovani lavoratori precari ed agli anziani pensionati emarginati. Abbandonano il "centro-sinistra", e Pisapia, più di 20mila voti di potenziali astensionisti di sinistra che vengono però trattenuti nell'elettoralismo borghese dai grillini del Movimento 5 Stelle che ha candidato a "primo cittadino" il ventenne Mattia Calise il quale, dopo aver ottenuto abbastanza voti per sedere in Consiglio comunale, ha fatto inversione a U dando indicazione - a chi lo ha creduto come "l'alternativa credibile ai comitati d'affari della casta gerontocratica rappresentata anche da Pisapia" - di votare Pisapia al 2° turno. Il proliferare di ben 31 liste (che hanno intaccato parzialmente l'astensionismo ma hanno invece ridotto i voti "grigi" espressi esclusivamente ai candidati neopodestà) e la mutata conformazione partitica dal 2006 rendono assai complesso visualizzare nitidamente i flussi elettorali; ciò premesso si nota un evidente spostamento di voti in uscita dal PDL verso la Lega Nord che ha attirato voti di destra con le sue demagogie xenofobe e islamofobiche contro immigrati e rom. Altri 25 mila ex votanti del PDL invece passano al Nuovo Polo neofascista di FLI e al suo candidato Manfredi Palmieri, quest'ultimo sostenuto anche dall'UDC che però perde 3mila voti che migrano verso il PD e Pisapia. La Federazione dei partiti falso-comunisti a confronto coi consensi ottenuti da PRC e PdCI nel 2006 perde 16 mila voti che vanno a comporre la base elettorale di SEL che arriva a quota 28.016 pescando migliaia di voti ai Verdi. Il partito di Pisapia e Nichi Vendola (che ha partecipato personalmente alla campagna elettorale milanese) ha attratto a sé la base dei partiti falso-comunisti, trattenendoli dall'astenersi, con tanta sfacciata retorica e alimentando infondate aspettative su un non meglio chiarito "progresso politico e sociale" che porterebbe una giunta Pisapia. Militanti e simpatizzanti della Cellula "Mao" di Milano del PMLI hanno fatto il possibile per diffondere l'astensionismo tattico marxista-leninista tramite l'affissione dei manifesti del Partito nei quartieri limitrofi alla Sede milanese del PMLI (purtroppo in buona parte sopraffissi dagli attacchini di tutti i partiti borghesi che se ne infischiano delle norme democratico-borghesi sull'assegnazione degli spazi elettorali consci dell'impunità che solitamente il regime neofascista gli garantisce con la sanatoria), con banchini in Piazza Costantino, col volantinaggio del Documento dell'UP del PMLI "Astieniti. Per delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi", con la diffusione (soprattutto nelle manifestazioni del 25 Aprile e del 1°Maggio) de Il Bolscevico n.16 riportante il Documento del Comitato lombardo del PMLI che denuncia i misfatti della giunta Moratti, smaschera il programma di Pisapia e rilancia l'astensionismo a Milano con specifiche rivendicazioni di lotta. Tra chi si è intrattenuto in conversazione coi nostri compagni c'è chi ha condiviso la nostra linea in quanto già astensionista ed altri che hanno dichiarato che voteranno Pisapia non perché convinti dalle sue proposte ma perché "è l'unico modo per mandare a casa la Moratti"; di questi ultimi (fra cui si segnalano addirittura diffusori di volantini pro-Pisapia) molti hanno dichiarato di comprendere la coerenza della nostra posizione astensionista nei confronti di istituzioni che non sono nemmeno compatibili col rappresentare democraticamente i bisogni e la volontà popolare. Pur consci che il terreno elettorale non potrà mai essere il principale e privilegiato terreno di scontro di classe dobbiamo continuare a lavorare per convincere quegli elettori di sinistra che scelgono volta per volta di astenersi spontaneamente, e che continuano a votare per la "sinistra" borghese, PRC, PdCI e SEL innanzitutto, a esprimere non solo un costante voto di sfiducia ai governi, ai partiti e alle istituzioni borghesi, oggi neofasciste, ma a dare un aperto voto di fiducia al socialismo e al PMLI disertando le urne, votando nullo o bianco (anche al ballottaggio imminente) e dando vita alle istituzioni rappresentative delle masse per combattere, tramite la lotta di classe, quelle borghesi e continuare la battaglia per far crescere la coscienza che ci vuole un nuovo 25 Aprile per abbattere il nuovo Mussolini e marciare verso l'Italia unita, rossa e socialista. 25 maggio 2011 |