Riva finanziava Bersani e Forza Italia 245mila euro al partito di Berlusconi e 98mila al leader del PD Un assegno di ben 245mila euro per Forza Italia e 98mila euro a Bersani, allora deputato dei DS ed oggi leader del PD: sono queste le cifre delle mazzette ai partiti politici borghesi, pagate tra il 2006 e il 2007 dal gruppo Riva, guidato dal padrone dell'Ilva Emilio. Una pioggia di centinaia di migliaia di euro in contanti, devoluti per calcolo a seconda di quale ministro della destra o della "sinistra" borghese sedeva sullo scranno che più interessava il settore della siderurgia, ossia quello dello sviluppo economico, ricoperto dal maggio 2006 al maggio 2008 proprio da Bersani, su incarico del governo Prodi. Probabilmente tutto legale, secondo le leggi borghesi, ma secondo la logica del do ut des del capitalismo un tale obolo in soldoni non può che prevedere in cambio una controparte altrettanto pesante: che si tratti di corruzione? E se sì, cosa avrà chiesto in cambio Riva? Potremmo ipotizzare, senza sforzo, la chiusura di un occhio dei governi, se non di entrambi gli occhi sul disastro ambientale a Taranto. Finanziamenti in cambio di protezione politica. Si può ricordare l'episodio del falso salvataggio di Alitalia con una cordata che comprendeva anche l'anziano capo del gruppo Emilio per venire incontro alle smanie del neoduce Berlusconi, quando Riva mise sul piatto ben 120milioni di euro per la compagnia di bandiera. Proprio nel periodo di questa operazione il ministro Prestigiacomo tentava strenuamente di contestare il nuovo monitoraggio delle diossine svolto a Taranto. Uno scambio ben concreto, dunque, quello tra Riva e i politicanti delle massime istituzioni borghesi, non disdegnato neanche dalla "sinistra" borghese, e specificamente dalla persona di Bersani, soprattutto nella prospettiva che costui occupasse il dicastero più congeniale agli affari dei Riva. Con il ministro dell'Industria Corrado Passera, Riva ritrova un vecchio amico, colui che in qualità di banchiere a capo di Intesa si attivò in prima persona per il salvataggio dell'Alitalia. Noi auspichiamo che l'inchiesta sull'Ilva di Taranto, con l'ipotizzato reato di corruzione e concussione in atti giudiziari, faccia piena luce sulla rete di protezioni che sembra emergere in questa terribile vicenda ai danni degli operai e delle masse popolari della cittadina pugliese. 5 settembre 2012 |