Contro l'infame piano industriale che prevede la chiusura di due cantieri e il taglio di 2.551 posti di lavoro Il governo risponde coi manganelli alla rivolta degli operai Fincantieri A Castellammare occupati il municipio e la statale sorrentina. A Genova cortei e proteste assediano la prefettura. Bloccato il casello autostradale di Sestri Levante Indire subito lo sciopero generale di 8 ore Migliaia di operai Fincantieri sono scesi in piazza dando vita a una sacrosanta e coraggiosa protesta contro l'infame piano industriale presentato il 23 maggio dall'azienda statale che prevede la chiusura degli stabilimenti di Castellammare di Stabia (Napoli) e di Sestri Ponente (Genova); impone un forte ridimensionamento di quello a Riva Trigoso (Genova) e getta sul lastrico circa 2.551 famiglie, più tutto l'indotto, su un totale di circa 8.500 lavoratori in organico. A Castellammare di Stabia appena appresa la notizia centinaia di lavoratori, che fin dalla mattina del 23 maggio avevano organizzato un presidio all'interno dei cantieri, in serata hanno letteralmente assaltato il municipio e costretto il sindaco PDL Luigi Bobbio, il suo vice, i capigruppo e alcuni consiglieri comunali ad asserragliarsi nei loro uffici. L'occupazione è proseguita per tutta la notte per denunciare il mancato sostegno dell'amministrazione comunale alla lotta dei lavoratori. Durante la protesta alcuni manifestanti, esasperati dalla grave situazione che si trovano a fronteggiare, hanno gravemente danneggiato alcune sale del Municipio. Distrutte alcune scrivanie, computer e fotocopiatrici; mentre alcuni banchi dell'aula consiliare sono stati divelti. Sui muri sono apparse scritte contro il sindaco: "Bobbio fascista infame", "Antifa, Castellammare libera, Stabiesi mai arresi". Fra occupati diretti e indotto, la chiusura del sito di Castellammare costerà il posto di lavoro a circa 1.800 persone. La protesta è proseguita il giorno seguente con i manifestanti che per diverse ore hanno attuato anche un blocco stradale lungo la statale sorrentina all'altezza di Pozzallo paralizzando per diverse ore tutto il traffico intorno alla penisola sorrentina. Nonostante i disagi provocati, i manifestanti hanno ricevuto solidarietà e sostegno da parte di tutta la popolazione: su alcune serrande abbassate sono apparse locandine e scritte a favore degli operai in lotta. Il 24 maggio sono scesi in lotta anche i lavoratori Fincantieri liguri che hanno dato vita a un combattivo corteo da Sestri Ponente a Genova. In testa alla manifestazione lo striscione "non chiudete il cantiere". Tanti gli slogan lanciati contro l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, e il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. Molti anche i rappresentanti sindacali e le delegazioni di operai delle altre fabbriche della zona che si sono uniti al corteo in segno di solidarietà. Momenti di tensione si sono avuti davanti alla prefettura, quando i manifestanti hanno cercato di sfondare il cordone di poliziotti per portare la loro protesta fin dentro il palazzo del governo. Alcuni lavoratori hanno rovesciato dei cassonetti della spazzatura e lanciato l'immondizia contro i muri della prefettura che rappresenta il governo che in questo caso rappresenta anche la controparte in quanto Fincantieri, la società dell'industria navale controllata da Fintecna, è a sua volta emanazione del ministero dell'Economia. Immediate e selvagge le cariche delle "forze dell'ordine" in tenuta antisommossa del fascio-leghista Maroni che hanno manganellato alla cieca i manifestanti e provocato due feriti, entrambi operai, colpiti alla testa. "Abbiamo ricevuto l'attenzione dello Stato" hanno commentato ironicamente alcuni dei manifestanti che hanno preso parte alla protesta. Proteste anche a Riva Trigoso: dopo un'accesa assemblea, circa 800 operai hanno lasciato lo stabilimento e si sono diretti in corteo fino al casello autostradale di Sestri Levante bloccando sia l'ingresso sia l'uscita dall'autostrada. In piazza anche i lavoratori Fincantieri di Ancona, per il momento non toccati dai tagli dell'azienda. Dopo un'assemblea, circa 150 dipendenti sono usciti dal porto e in corteo hanno sfilato per corso Stamira, diretti prima verso il municipio, poi in Prefettura. Il piano Fincantieri è stato subito bollato come "inaccettabile" anche dai sindacati dei metalmeccanici che al termine dell'incontro avuto a Roma coi vertici dell'azienda hanno annunciato "un primo pacchetto di 8 ore di sciopero, da affettuare entro il 6 giugno, realizzando - già a partire dalla giornata del 24 maggio - assemblee ed iniziative esterne nei territori". Intanto si apprende che per il 3 giugno è stato convocato un incontro tra il ministro dello Sviluppo economico Romani e le parti sociali per discutere del piano industriale di Fincantieri. La data del vertice è stata comunicata dal prefetto di Genova, Antonio Musolino, al termine di un lungo colloquio telefonico con il ministro Romani. Il PMLI solidarizza con le lavoratrici e i lavoratori di Fincantieri e chiede ai sindacati di indire subito uno sciopero generale di 8 ore e mobilitare il più ampio fronte di lavoratori per respingere questo piano devastante di drastico ridimensionamento della cantieristica e di licenziamenti di massa. 25 maggio 2011 |