Per la morte di due ragazzi investiti da un'auto della polizia Rivolta delle periferie di Parigi Usate anche armi. Partecipano persino bambini e mamme Solo una massiccia presenza della polizia ha garantito una precaria calma nel dipartimento della Val d'Oise dopo la rivolta durata due giorni in seguito alla morte di due ragazzi investiti da un'auto della polizia a Villiers-le-Bel, comune di 27 mila abitanti a una ventina di chilometri a nord di Parigi. Una nuova rivolta nelle periferie della capitale che oramai si ripetono con una certa frequenza. L'ultima rivolta che era durata tre settimane e aveva coinvolto tutta la periferia parigina era scoppiata nel 2005 dopo che a Clichy due ragazzini erano morti fulminati in una centralina elettrica dove si erano nascosti credendosi inseguiti dalla polizia. Il governo di cui Sarkozy allora era ministro degli Interni aveva risposto con la repressione e con la promessa di interventi di carattere sociale per migliorare le condizioni di vita e le possibilità di lavoro in particolare dei giovani disoccupati. Ma nulla è cambiato. Quando l'auto della polizia il 25 novembre ha investito la moto su cui viaggiavano i due ragazzi di famiglie immigrate provenienti da Marocco e Senegal molte persone, soprattutto giovani, sono accorse sulla rue Louise-Michel di Villiers-le-Bel dove è avvenuto l'incidente e hanno protestato contro gli agenti che hanno risposto in maniera arrogante. Si dice anche che i soccorsi sono stati chiamati in ritardo. È stato il preludio di una protesta di massa nella cittadina cui hanno partecipato anche bambini e mamme. Il bilancio della giornata di scontri nella cittadina è stato di 25 poliziotti feriti, auto bruciate, il commissariato assaltato e distrutto, la stazione ferroviaria sfasciata. La rivolta si è allargata alle zone vicine nel corso della notte; ad Arnouville-lès-Gonesse un gruppo di manifestanti è entrato nella sede della polizia saccheggiandola. La rivolta è continuata nel giorno e soprattuto nella notte successiva, allargandosi a varie localita del dipartimento della Val d'Oise e in altre zone della periferia parigina. In alcuni casi i manifestanti hanno usato anche le armi contro i poliziotti. Il 28 novembre almeno un migliaio di agenti in assetto di guerra presidiavano il centro della rivolta, sorvolato per tutta la notte da due elicotteri, per impedire nuove manifestazioni. In applicazione del principio "tolleranza zero nelle banlieue" richiesto dal presidente Nicolas Sarkozy e dalla ministra degli interni, Michèle Alliot-Marie. Sarkozy ha inoltre promesso ai poliziotti più armi "non letali", la pistola elettrica Taser e "mezzi aerei leggeri" quali i droni. Secondo Sarkozy l'unico problema sarebbe quello di mantenere "l'ordine pubblico" e non un problema di carattere sociale. Come se i giovani protagonisti della rivolta, la seconda o terza generazione di immigrati che hanno la cittadinanza francese, fossero semplicemente "teppisti" da tenere a bada. Le banlieue, le periferie parigine, in tanti casi sono divenute dei veri e propri ghetti dove domina la discriminazione etnica, accentuata dal comportamento arrogante della polizia, e magggiori sono le difficoltà economiche e sociali segnate tra l'altro da una disoccupazione giovanile al 40% e dal precariato. Secondo un recente rapporto dell'Osservatorio nazionale sulle zone urbane sensibili (Onzus) dal 2005 a oggi nulla è cambiato nelle banlieue nonostante le promesse del governo. La disoccupazione resta il doppio della media francese, la delinquenza più elevata. Nel 2003 era stato approvato un piano di ricostruzione di 250 mila alloggi popolari e di ristrutturazione di altri 400 mila, finanziato con 35 miliardi di euro. Anche Villiers-le-Bel è interessato a questa iniziativa ma i lavori sono in ritardo. L'unico intervento rapido è quello repressivo della polizia. 5 dicembre 2007 |