Smascheramento tra falsi comunisti Rizzo: Diliberto è amico dei piduisti Immediata l'espulsione dal PdCI dell'ex "Lotta continua" Quali sono i rapporti di Diliberto con la massoneria? Perché frequenta un noto piduista come Giancarlo Elia Valori? Questi pesanti interrogativi sono stati avanzati dall'interno stesso del partito di cui Diliberto è stato riconfermato segretario, e segnatamente da colui che fino ad ieri era considerato il numero due del PdCI, anche se da tempo su posizioni critiche nei suoi confronti, e cioè l'ex "Lotta continua" ed ex parlamentare europeo Marco Rizzo. Oggi ormai ex anche di questo partito, visto che ne è stato espulso e sta pensando di fondare un nuovo raggruppamento trotzkista, per continuare a imbrogliare gli elettori di sinistra. La vicenda è venuta alla luce dopo le recenti elezioni europee, quando Rizzo è stato convocato a mezzo telegramma davanti alla Commissione nazionale di garanzia dei Comunisti italiani con l'accusa di "comportamenti ostili al partito tenuti nell'ultima campagna elettorale". In pratica era accusato di aver invitato a votare per altre formazioni politiche, tra cui quella di Di Pietro, ed è stato espulso seduta stante dal partito. Per tutta risposta, con un'intervista al "Corriere della Sera" del 23 giugno e con una conferenza stampa alla Camera il giorno successivo, l'espulso ha accusato Diliberto di averlo fatto fuori perché "non vuole pagare il conto di due imbarazzanti sconfitte nel giro di poco più di un anno", e come ritorsione per avergli fatto notare "che diverse iniziative pubbliche locali da lui svolte nel tempo lo vedevano sempre 'accompagnato' a un volto noto della P2 di Licio Gelli: Giancarlo Elia Valori". "Dal 2003 al 2007 il segretario ha partecipato a ben otto avvenimenti con quest'uomo. Gli ho chiesto chiarimenti in forma privata per non nuocere all'immagine del partito né alla campagna elettorale. Non ho ricevuto risposte plausibili, solo una procedura di espulsione", accusa Rizzo rivelando che Diliberto lo ha anche querelato. Ed ha poi aggiunto questo inquietante e sibillino interrogativo: "Io non so se Diliberto sia iscritto ad associazioni segrete né mi interessa saperlo (sic). Però ho i documenti che provano le sue frequentazioni imbarazzanti, perciò ne chiedo le dimissioni immediate: può un segretario comunista interloquire così a lungo con un'espressione di quei poteri che a parole dice da sempre di voler contrastare?" L'accusa di Rizzo è delle più pesanti, perché il super manager Elia Valori viene indicato non solo come uno dei massimi esponenti della loggia di Gelli, anche se ne fu espulso per contrasti col "venerabile", ma addirittura come l'attuale capo di una "nuova" loggia P2. A imbattersi in questo personaggio fu anche l'ex magistrato De Magistris nell'inchiesta "Why not", che ai giudici di Salerno raccontò che con tale inchiesta si stava ricostruendo "l'influenza dei poteri occulti" e in particolare "i contatti intrattenuti da Giancarlo Elia Valori, Luigi Bisignani, Franco Bonferroni ed altri e la loro influenza sul mondo bancario ed economico finanziario. Elia Valori pareva risultare, dagli accertamenti preliminari che stavamo svolgendo con la massima riservatezza, ai vertici della massoneria 'contemporanea'". De Magistris aggiungeva inoltre che Valori si occupa spesso di appalti pubblici e che ai tempi del governo D'Alema "aveva trovato anche una sponda rilevante a sinistra", i particolare in Marco Minniti. Sul suo sito internet Rizzo ha anche pubblicato una lista degli incontri pubblici tra Diliberto e Valori, tra cui inviti a dibattiti in occasioni di feste nazionali di "Rinascita" e interventi del segretario PdCI a presentazioni di libri scritti dall'esponente piduista. Se non ci sorprendono poi più di tanto queste rivelazioni sulle frequentazioni del revisionista Diliberto, dati anche certi suoi equivoci trascorsi precedenti, come l'amicizia con l'imprenditore sardo Grauso, viene piuttosto da chiederci come mai Rizzo abbia aspettato fino ad oggi a parlare di questa grave vicenda, dal momento che andava avanti almeno dal 2003. Eppure in tutti questi anni non se ne stava certo confinato in qualche oscuro e misconosciuto angolino nel partito, visto che fino al 2004 ne ricopriva la carica di coordinatore della segreteria nazionale, che dal 2001 al 2004 era presidente del gruppo parlamentare dei Comunisti italiani e che dal 2004 fino ad oggi è stato parlamentare europeo eletto nelle liste del PdCI, né risulta che ne abbia fatto cenno nel suo ultimo libro uscito proprio nel 2007. Neanche lui, insomma, esce molto pulito da questa maleodorante vicenda, sì che la sua più che una denuncia sembra uno smascheramento tra falsi comunisti che ora si accusano a vicenda dopo aver imbrogliato insieme per tutti questi anni. 1 luglio 2009 |