300mila in tre cortei a Roma Lavoratori e studenti uniti contro la 133 e la legge Gelmini sull'università La delegazione nazionale del PMLI diretta da Giovanna Vitrano sfila col corteo dei lavoratori. L'Onda assedia Palazzo Chigi al grido di: "sciopero generale subito!" Dalla nostra inviata speciale Il 14 novembre, a distanza di appena 2 settimane dalla storica e grandiosa manifestazione del 30 ottobre, i lavoratori e il movimento degli studenti medi e universitari, che da diverse settimane si battono coraggiosamente contro la nera politica economica e scolastica del governo, sono tornati a invadere le piazze del Nord, Centro e Sud Italia nell'ambito dello sciopero generale dell'Università, Ricerca e Afam (Alta formazione artistica e musicale) promosso da Cgil e Uil. Alla protesta, indetta contro la legge Gelmini e la 133, i tagli della Finanziaria all'Università e ricerca, la trasformazione degli Atenei pubblici in fondazioni private e le norme Brunetta sul precariato e il pubblico impiego, non hanno aderito i crumiri di Ugl e Cisl. Un voltafaccia che non è stato per niente condiviso dalla base come dimostra il fatto che moltissimi iscritti alla Cisl hanno ugualmente preso parte alla protesta. L'Onda della protesta sommerge Roma La manifestazione nazionale si è svolta a Roma dove oltre 300 mila studenti, precari, ricercatori e professori, a cui si sono uniti, in segno di solidarietà, folte delegazioni di lavoratori dell'industria, pubblico impiego e di Alitalia, hanno dato vita a tre imponenti e combattivi cortei che hanno paralizzato la capitale per tutta la giornata. Secondo quanto riferito in un comunicato diffuso al termine della protesta dall'Unione degli studenti (Uds) i manifestanti dei tre cortei sarebbero stati circa 500.000. Nonostante le nottate trascorse nei sacchi a pelo all'interno delle facoltà e degli istituti occupati, la grande fatica accumulata in queste settimane per organizzare le varie iniziative di lotta a carattere locale, assemblee e dibattiti per tenere alta l'attenzione e ravvivare la protesta e nonostante le estenuanti ore di viaggio affrontate per raggiungere Roma; fin dalle prime ore del mattino decine di migliaia di manifestanti provenienti da ogni angolo della Penisola a bordo di pullman, treni speciali, navi, traghetti e auto private cominciano ad affluire in piazza Bocca della verità dove ha luogo il concentramento del corteo sindacale diretto a piazza Navona; in simultanea, da piazzale Aldo Moro, concentramento del secondo corteo, gli universitari e i ricercatori de La Sapienza marciano su piazza della Repubblica e si uniscono agli studenti medi che già da diverse ore affollano la piazza per raggiungere tutti uniti piazza Madonna di Loreto; analogamente da piazzale Dei Partigiani, davanti piazzale Ostiense nei pressi della Piramide, prende avvio il terzo corteo composto in gran parte dagli studenti dell'Università Roma 3 che va ad ingrossare il fronte dell'Onda all'altezza di via dei Fori Imperiali Il corteo dei lavoratori Un muro di palloni colorati con la scritta "FLC Cgil, NO 133" accoglie i circa 100 mila manifestanti a piazza Bocca della Verità. In mezzo a un folto sventolìo di bandiere rosse e colorate con le sigle delle organizzazioni sindacali, si aprono gli striscioni, fra cui spicca quello dei lavoratori delle Università e dell'Afam della Calabria. In testa c'è lo striscione che apre la manifestazione "Insieme per il futuro del Paese", firmato Flc-Cgil, Uil-Pa, Ur-Afam. Segue quello dei precari degli enti pubblici di ricerca. Dietro tutti gli altri. Nel frattempo centinaia di pullman e treni speciali provenienti da Firenze, dall'Emilia-Romagna, dalla Calabria, dalla Puglia, Sicilia, Marche e Napoli continuano a riversare sulla capitale decine di migliaia di manifestanti. Sono presenti molte associazioni di insegnanti, Legambiente e Enti locali. Sfila il gonfalone del comune di Terni. Grande accoglienza per il nutrito gruppo di lavoratori di Alitalia che porta la solidarietà e il sostegno dei colleghi alla manifestazione. Tantissime sono le delegazioni provenienti dalle accademie e dai conservatori, dagli atenei e dagli enti di ricerca di tutta Italia. Presenti in gran numero gli iscritti e i simpatizzanti della FLC del Lazio che sfilano con tre striscioni e centinaia di bandiere distribuite ai lavoratori che si accodano al corteo. Diversi manifestanti indossano delle bellissime magliette rosse con la scritta "Giù le mani dalla scuola, dall'università e dalla ricerca". Molti i cartelli spiritosi. Su uno di essi si legge: "Berlusconi se c'hai i capelli è solo grazie alla ricerca". Sfila la delegazione di lavoratori della FLC Basilicata. Segue Venezia che sottolinea: "abbiamo viaggiato tutta la notte per difendere il futuro dei giovani". Poi lo spezzone dei ricercatori e lavoratori precari del CNR e INAF di Bologna che ritengono insufficiente il DL180 e indossano una maglia bianca con scritto sul davanti: "Precari della ricerca" e sul retro "La ricerca poggia sulle nostre spalle". Nei loro enti il 40% sono precari, in particolare 250 al CNR e 405 all'INAF. Quindi i lavoratori dell'INGV di Catania seguiti dai loro colleghi dell'IRSA-CNR di Bari con uno striscione che dice: "Precari IRSA-CNR... Sull'orlo di una crisi di nervi". Fra di loro oltre il 50% precari, da mesi sono senza stipendio e ora anche senza alcuna certezza per rinnovo contrattuale. Tantissimi anche gli slogan urlati a squarciagola e scritti su striscioni e cartelli. Fra i tanti, quello dei precari rivolto al governo: "Lo senti il terremoto? sono i precari in moto". Contro il neoduce: Berlusconi e il suo tirapiedi Brunetta. Particolarmente bersagliata anche la gerarca di Viale Trastevere: "Gelmini, Brescia si vergogna di te". All'altezza di Palazzo Vidoni, (dove ha sede il ministero della Pubblica amministrazione) si alza forte il coro "Fannullone, fannullone" e "vergogna, vergogna" all'indirizzo del ministro berlusconiano Brunetta a cui i manifestanti indirizzano anche una "Comunicazione urgente per il ministro Brunetta: restituisca immediatamente i soldi presi sulle assenze per malattia dei lavoratori". Mentre gli studenti di Fisica, parafrasando il terzo principio della dinamica, promettono: "Ora la diamo noi la lezione, ad ogni azione corrisponde una rivoluzione uguale e contraria". Accanto ai lavoratori del CNR di Firenze che gridano "Chiediamo cultura ci danno spazzatura". Al termine del comizio conclusivo a piazza Navona i vertici sindacali promettono: "Da questa piazza andremo avanti insieme: studenti, lavoratori e sindacati, tutti. Solo insieme potremo ottenere risultati. Siamo pronti a discutere con il Governo, ma questo prima ritiri i decreti con i tagli". L'Onda studentesca e universitaria Dalla stazione Termini, piazza dei Cinquecento e piazza Della Repubblica, avanza compatta verso via Cavour con la forza di un vero e proprio tzunami l'Onda degli studenti in lotta alimentata da una fiumana interminabile di medi e universitari che fin dalle prime ore del mattino si riversa nelle piazze principali e fino a sera occupa tutto il centro storico. Alla Gelmini che, commentando le proteste dei giorni scorsi, aveva parlato di sparute minoranze, tutta la piazza stracolma di studenti risponde a squarcia gola: "Evviva la sparuta minoranza, Gelmini contaci tutti". Oltre 200 mila manifestanti armati di striscioni, cartelli, fischietti, tamburi, vignette e caricature di carta pesta, accompagnati da canti, balli, suoni e soprattutto slogan contro il governo del nuovo Mussolini Berlusconi e i suoi gerarchi Tremonti, Brunetta e Gelmini sfilano uniti, convinti e determinati da piazza della Repubblica a via Cavour, da Largo Argentina a piazza Navona, al Panhteon, piazza di Pietra, via del Corso e piazza del Collegio Romano. Presenti tutte le Università italiane con decine di striscioni delle facoltà occupate. Uno striscione con la scritta "Roma Tre, l'Onda sale verso lo sciopero generale", apre il corteo che parte dalla Piramide per congiungersi con gli altri due tronconi di corteo. In piazza della Repubblica, poco prima della partenza, viene affisso anche uno striscione che denuncia le provocazioni dei fascisti appartenenti al "Blocco Studentesco". La scritta richiama il logo della polizia di stato con i colori bianchi e azzurri e recita "il Blocco studentesco odia gli studenti" seguito dallo slogan: "il Blocco amico della polizia" lanciato dagli altoparlanti del camion alla testa del corteo. Apre il corteo lo striscione delle studentesse e degli studenti delle precarie e dei precari de La Sapienza che recita: "Questa è l'Onda che non si cavalca. Sciopero generale subito". Al seguito i manifestanti sventolano strisce di plastica blu intorno a un lungo telone azzurro a simboleggiare l'Onda che avanza e travolge tutto accompagnata dallo slogan "Siamo tutti antifascisti" rilanciato a più riprese da tutta la piazza. In camice i futuri medici de La Sapienza espongono striscioni con su scritto "Medicina fuori dal coma, contro la 133". Un gruppo di studenti dell'Orientale di Napoli porta al collo dei cartelli (come quelli delle agenzie immobiliari) con su scritto "Vendesi studente a 133 euro, rivolgersi a Mary Star Gelmini". Poco più in là su un enorme toro di cartapesta si legge "Non siamo carne da macello". In molti indossano magliette contro la legge 133, personalizzate a seconda delle varie facoltà: "Facciamo i conti" per Matematica, "Cervello in fuga" per Fisica e "Legge 133 la riscrivo io" per Lettere. Si fanno notare anche le folte delegazioni studentesche delle Università di Napoli, Brescia, Bologna, Torino, Gorizia, Senigallia, Ancona, Macerata e Falconara. A seguire l'interminabile coro di slogan fra cui: "Noi la crisi non la paghiamo", "La riforma fatela davvero, fateci studiare a costo zero". "Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città". "Se l'università è a terra, noi assaltiamo il cielo". Molti gli striscioni contro la Gelmini: "l'Onda non si arresta il sapere non si acquista"', "'tutta l'università contro la Gelmini"', "Rilanciamo la scuola, tagliamo la Gelmini", ma anche contro Berlusconi e il ministro dell'Economia fra cui il gettonatissimo: "Tremonti e Berlusconi fate il gioco dei baroni". E ancora "Non faremo mai economia del nostro sapere. Firmato Torino", "Facoltà di dissentire. Scienze internazionali e diplomatiche". In mezzo al corteo anche due fantocci: uno con le sembianze di Tremonti (raffigurato con un paio di forbici in mano) con a fianco la Gelmini "perchè - spiegano gli studenti - i responsabili di questo sfacelo sono entrambi". Poco più avanti gli studenti dell'istituto Anco Marzio di Ostia sfilano con una bara con la scritta Pubblica istruzione "per celebrarne il funerale". L'assedio a Montecitorio Una marea incontenibile di studentesse e studenti che alla fine travolge tutto e scavalca a sinistra perfino i vertici sindacali; sfida coraggiosamente il cordone poliziesco e a metà corteo, invece di confluire a piazza Navona sotto il palco dei sindacati, devia dal percorso prestabilito e decide di portare l'assedio fin sotto le finestre di Montecitorio e palazzo Chigi chiedendo a gran voce: "Sciopero generale subito!". I ragazzi che già in via Cavour avevano indirizzato un "applauso" di sfida agli agenti del V reparto mobile di Roma (i massacratori della Diaz durante il G8 di Genova assolti dalla sentenza da tribunale fascista emessa appena 24 ore prima dai giudici del capoluogo ligure) urlano a più riprese "Noi la Diaz non la scordiamo...", ritmano "vergogna - vergogna" intervallato dal ritornello "chi non salta Berlusconi è". Ai cori di protesta partecipa tutta piazza Montecitorio gremita di manifestanti che invitano i parlamentari ad andare "a lavorare" e ripetono "Noi la crisi non la paghiamo", "se ci toccano il futuro noi blocchiamo la città", "Ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città, è questa la risposta dell'università". E infine rivolto a parlamentari e celerini: "Siete tutti pregiudicati". È quasi buio quando la testa del corteo di ritorno da Montecitorio e piazza Navona si muove verso il rientro a La Sapienza blocca di nuovo il traffico a piazza Venezia passando per via Labicana in direzione Castro Pretorio. Alcuni manifestanti si fermano a Termini in attesa di tornare a casa con i treni, molti altri decidono invece di restare a Roma per prendere parte all'Assemblea nazionale del 15 e 16 novembre a La Sapienza. Insomma, un'altra grande vittoria del movimento che, senza fornire il minimo pretesto che prestasse il fianco alla repressione, ha inferto un altro duro colpo al governo. Uno smacco per la destra neofascista che ha fatto schiumare di rabbia la stampa di regime con alla testa "Il Giornale" berlusconiano che, il 15 novembre nell'editoriale di prima pagina a firma di Vittorio Macione, attacca violentemente il movimento studentesco e, sulla scia della provocatoria strategia repressiva suggerita nei giorni scorsi dal capo dei gladiatori Cossiga, si rammarica perché non c'è stata un'altra "macelleria messicana" stile G8 di Genova. Al corteo sindacale ha preso parte una Delegazione nazionale del PMLI composta da militanti e simpatizzanti del Lazio, della provincia di Bergamo e di Palermo diretta dalla compagna Giovanna Vitrano. Particolarmente bravi i giovanissimi compagni simpatizzanti romani che hanno diffuso centinaia di volantini ad hoc e diverse copie de "Il Bolscevico" n.42. La presenza e il lavoro di propaganda dei marxisti-leninisti, tra l'altro situati quasi in testa al corteo e poi sotto il palco degli oratori, sono stati ben accolti dai manifestanti, filmati e super fotografati e le insegne del Partito, bandiere e cartello, hanno fatto capolino in diversi Tg nazionali. Mentre la stampa di regime come al solito ha evitato accuratamente di dare notizia della nostra partecipazione. Se si eccettua il fogliaccio fascista "Il Secolo" che si è allarmato alla vista di uno dei giovanissimi diffusori de "Il Bolscevico" e dei marxisti-leninisti integrati in sintonia con i manifestanti. Ai membri della Delegazione i dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi hanno rivolto un caloroso ringraziamento e fatto i "complimenti per essere riusciti a centrare la missione, che era quella di portare sotto il palco della manifestazione nazionale le bandiere del PMLI e il cartello con le parole d'ordine del Partito". "Un grosso applauso" è stato rivolto anche "alle studentesse e agli studenti militanti e simpatizzanti del Partito che stanno dando tutti se stessi, nelle rispettive scuole e università e nelle manifestazioni locali e nazionali, per il trionfo della giusta causa del movimento studentesco, applicando con coraggio e intelligenza tattica la linea del Partito". 19 novembre 2008 |