Forti dei risultati della raccolta firme per la legge d'iniziativa popolare e della sempre maggiore partecipazione e consapevolezza I Comitati al governatore toscano Rossi: mai più inceneritori, avanti verso "rifiuti zero" Chiesta attraverso una petizione la modifica del piano regionale dei rifiuti Dal corrispondente dell'Organizzazione di Rufina del PMLI In Toscana, come del resto in tutta Italia, da tempo le masse si stanno organizzando in maniera sempre più decisa e determinata per contrastare la costruzione di nuovi inceneritori e per rilanciare una gestione diversa e virtuosa dei rifiuti. Le realtà locali sono sempre più legate al movimento Zero Waste per quanto riguarda la proposta delle alternative di gestione; ad oggi tale movimento in Italia, che più in generale ha dimensioni globali, è composto da circa duecentocinquanta organizzazioni in diciotto regioni su venti, da un centinaio di amministrazioni comunali facenti parte dell'Associazione Comuni Virtuosi e da altro associazionismo fra cui Attac, Re:Common ed altre Reti, Coordinamenti regionali e Comitati locali. L'obiettivo dichiarato è quello di raggiungere la soglia di "Rifiuti Zero" nel 2020, sulla base anche della risoluzione del Parlamento europeo del maggio 2012 che prevede la cessazione del ricorso a inceneritori e discariche in Europa entro tale data. Rifiuti Zero (o Zero Waste) è nata negli USA oltre quindici anni fa e ha trovato adesioni in tutto il mondo, affermandosi come unica vera alternativa ad un sistema di gestione dei rifiuti che ha prodotto, oltre che a smisurati guadagni per le società di gestione, soltanto enormi danni all'ambiente e alla salute pubblica. In Italia la legge nazionale vigente, seppur inviti alla raccolta differenziata, al riciclo e al recupero di materiali, non vieta l'uso di inceneritori e discariche che vanno esattamente nella direzione opposta, ovvero in quella della distruzione della materia e dell'innalzamento delle soglie di profitto a danno della spesa pubblica con tutto ciò che ne consegue. Proprio per questa voluta quanto evidente contraddizione, la normativa stessa è largamente disattesa in tutta Italia, ed in particolare in buona parte del Meridione, dove i risultati della raccolta differenziata spesso non superano il 15% a fronte del 65% entro il 2012 previsto da tale legge. A beneficiare di questo sistema criminale di sprechi e di inquinamento sono innanzitutto le lobby che gestiscono da decenni appalti per centinaia di milioni di euro. La proposta di legge "Rifiuti Zero" Da qualche mese la Rete Rifiuti Zero Italia ha promosso una raccolta firme per la proposta di legge d'iniziativa popolare che ha per fine la messa al bando di discariche e inceneritori, l'introduzione dell'obbligatorietà di adozione del sistema "porta a porta" e l'introduzione di una tariffa puntuale in base alla quale si pagherà ciascuno per la quota di indifferenziato prodotto. Unitariamente la proposta di legge prevede un più ampio programma di riconversione industriale nel quale si renda economicamente favorevole l'industria "pulita" ad impatto zero e l'avvio di un programma di bonifica dei terreni inquinati e degli impianti esistenti (a quel punto chiusi) attraverso una diffusa campagna di prevenzione e di profilassi sanitaria. Degna di particolare evidenza è l'introduzione del reato di "inquinamento ambientale" per combattere efficacemente la criminalità organizzata che rappresenta una costante nello smaltimento dei rifiuti, in particolare di quelli speciali e pericolosi. A tutto va unito un programma di riduzione a monte della produzione dei rifiuti ed in particolare degli imballaggi del 20% entro il 2020 e di ben il 50% entro il 2050 rispetto alla produzione del 2000. In pratica sempre più beni e imballaggi dovranno essere prodotti con materiali riciclabili. Una proposta condivisibile in quanto migliorativa della situazione sia dal punto di vista sanitario-ambientale, sia per il considerevole aumento occupazionale necessario per far fronte alla raccolta differenziata spinta a discapito di una riduzione dei costi degli impianti. Importante nella proposta di legge anche la forte richiesta per cui dev'essere finalmente recepito e applicato il risultato referendario del giugno 2011 (cosiddetto Acqua e nucleare) sull'affidamento della gestione dei servizi pubblici locali che devono tornare nelle mani delle amministrazioni pubbliche con un controllo diretto delle popolazioni. Attualmente la campagna di raccolta firme in tutta Italia è già oltre la soglia delle 50 mila adesioni necessarie ma proseguirà fino all'ottobre prossimo. La petizione a Rossi e Bramerini In Toscana, con la preannunciata approvazione del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti (PRR) prevista nel prossimo luglio, i movimenti stanno promuovendo una gran quantità di iniziative pubbliche e di piazza e ad esse si affianca una recente petizione on-line ad esclusivo indirizzo del governatore della Toscana Enrico Rossi (PD) e ad Anna Rita Bramerini (PD), assessore regionale all'Ambiente, nella quale attraverso una lettera dai toni determinati, la popolazione chiede di ripensare completamente al piano eliminando tutti gli inceneritori previsti. Nella petizione si legge: "In questo momento la Regione Toscana, con l'approvazione del nuovo PRR, ha l'opportunità di fermare per sempre i pericolosi, dannosi ed inutili inceneritori (...) nessun piano sarà un buon piano se non fermerà gli impianti attivi e contestualmente non bloccherà la costruzione di nuovi". Poi, riferendosi ad alcune recenti aperture di Rossi: "Nessuna mediazione e nessun compromesso può essere accettato dalla Rete dei Comitati e delle Associazioni nel percorso di innovazione". Questo fa emergere e conferma la compattezza e la determinazione popolare dimostrate in molte occasioni in oltre dieci anni di attività. Le iniziative promosse dalla Rete Rifiuti Zero, compresa la raccolta firme alla quale i compagni di Rufina del PMLI hanno partecipato all'interno dei comitati della Valdisieve e la petizione ai massimi amministratori regionali, pur muovendosi all'interno del sistema capitalista e istituzionale, fanno comunque parte di una nuova strategia di gestione che, se applicata, migliora di certo le condizioni di vita della popolazione. Rifiuti Zero annulla le emissioni di inquinanti derivanti dai rifiuti, compresa la diossina ritenuta la sostanza più tossica in assoluto la cui emissione è in larghissima parte proveniente dalla combustione degli inceneritori; non impatta quindi con la salute pubblica né con l'ambiente, recupera materia e conseguentemente denaro e risorse creando potenziali nuove filiere economiche, riduce le spese per la costruzione e per la manutenzione degli impianti necessari andando a sostituire i costosissimi inceneritori e le altrettanto antieconomiche discariche con impianti di compostaggio e di ulteriore selezione del piccolo residuo indifferenziato a freddo. In ultimo, ma non certo per importanza, si avrà una riduzione delle bollette e anche il grandissimo pregio di favorire l'occupazione. Si pensi che per le sole province di Prato, Pistoia e Firenze sono previsti duemila nuovi posti di lavoro, secondo "Alterpiano". La posizione del PMLI Il PMLI ha da sempre appoggiato la lotta contro gli inceneritori e sostenuto attivamente le battaglie dei comitati locali in Toscana come altrove. Dal nostro punto di vista è però essenziale ricordare che se il movimento di opposizione agli inceneritori si è radicato sul territorio, è esclusivo merito dell'attività diretta di una parte sensibile di popolazione che ha trovato la forza di organizzarsi al di fuori delle istituzioni che, salvo in casi eccezionali ed anch'essi dettati da altre dinamiche economiche più che da buoni propositi come il recente caso di Greve in Chianti, si sono sempre mostrate sorde a certe rivendicazioni, forti proprio del loro potere istituzionale. È un paradosso infatti che in Valdisieve, un territorio nel quale i Comitati sono molto attivi e il PMLI con essi, le neocostituite associazioni renziane stiano cavalcando la posizione antinceneritori quando esse hanno come riferimento uno dei più accaniti sostenitori dell'incenerimento quale il neopodestà di Firenze, artefice fra l'altro dello scorso Piano Interprovinciale dei Rifiuti dell'ATO ora denominato "Toscana Centro", basato sulla costruzione di nuovi inceneritori. Non stupisce neanche che alla testa di queste associazioni vi siano elementi del PD tutt'ora presenti nelle stesse giunte che da sempre hanno fatto della volontà assoluta di costruire il nuovo mega inceneritore di Selvapiana a Rufina, una vera e propria crociata politica. Si tratta chiaramente di un tentativo di recupero di consensi da parte di un PD diviso e contestualmente di mostrarsi come "area" predominante all'interno di tale partito in vista delle elezioni amministrative previste in Valdisieve per la prossima primavera. I partiti borghesi, in caduta libera, sanno benissimo che sulla questione rifiuti si giocherà una buona fetta di consensi per arrivare alle poltrone da occupare; tuttavia consapevole è la popolazione che sicuramente non si farà ingannare da certi buffoni opportunisti! Come sostenemmo già nel 2011 durante la grande mobilitazione per i referendum su acqua e nucleare, è con la lotta e conservando l'autonomia da qualsiasi tentativo di recupero istituzionale che si può efficacemente combattere il malgoverno riuscendo a strappare al potere centrale e locale opere, misure e provvedimenti che migliorino le condizioni di vita delle masse popolari. Vorremmo rivedere quanto prima, magari su più ampia scala, quanto visto a Pontassieve lo scorso 13 aprile quando oltre duemila manifestanti sono scesi uniti in piazza per gridare un forte NO alla costruzione del nuovo inceneritore di Selvapiana e a tutti gli altri impianti di incenerimento, per un futuro sistema di gestione "verso Rifiuti Zero". 19 giugno 2013 |