Alziamo la bandiera del 1° Maggio Per l'emancipazione dei lavoratori, per abbattere il governo del neoduce Berlusconi e la terza repubblica, per l'Italia unita, rossa e socialista di Emanuele Sala* "Compagni! fin dal secolo scorso gli operai di tutti i paesi decisero di festeggiare ogni anno questo giorno, il giorno del Primo Maggio". Così iniziava un celebre scritto di Stalin dell'aprile 1912 e che aveva come titolo "Evviva il Primo Maggio". "Ogni classe ha le sue feste preferite. I nobili - aggiungeva - istituirono le loro feste, in cui proclamavano il loro 'diritto' di spogliare i contadini. I borghesi hanno le loro, in cui 'giustificano' il 'diritto' di sfruttare gli operai! Anche i preti hanno le loro feste, ed esaltano in esse gli ordinamenti esistenti, per cui i lavoratori muoiono nella miseria e i fannulloni sguazzano nel lusso. Anche gli operai - concludeva - devono avere la loro festa e in essa devono proclamare: lavoro per tutti, libertà per tutti, eguaglianza per tutti gli uomini. Questa è la festa del 1° Maggio". Noi marxisti-leninisti italiani siamo perfettamente d'accordo con Stalin, le sue parole mantengono una validità totale anche oggi. Il 1° Maggio non è una festa interclassista, che interessa al contempo operai e padroni, proletari e borghesi, essa è eminentemente una ricorrenza storica di classe pagata col sangue, le cui origini affondano e prendono linfa vitale nella storia della lotta di emancipazione sociale del movimento operaio internazionale e dunque anche italiano. Riaffermare ciò con forza non è inutile, ma anzi doveroso per trasmettere questa coscienza alle nuove generazioni operaie, lavoratrici e popolari, contrastare energicamente le offensive ideologiche di parte borghese, dei neofascisti, dei revisionisti e dei rinnegati comunque mascherati tendenti ad annacquare il significato del 1° Maggio, a marginalizzarlo, a renderlo inoffensivo , quando non abolirlo come fece Mussolini nel ventennio. Le origini storiche di classe Le radici del 1° Maggio si trovano nella lotta internazionale di tutti lavoratori per combattere il bestiale sfruttamento capitalistico esistente a quel tempo e conquistare migliori condizioni di lavoro e di vita. Si trovano nella lotta per ottenere, per legge, la giornata lavorativa di otto ore. "Otto ore di lavoro, otto di svago e otto per dormire", fu lo slogan iniziale assunto dal movimento sindacale organizzato. Tre le date fondamentali che portarono alla decisione di celebrare ogni anno in tutto il mondo il 1° Maggio. Il 1886 è la prima. Nel 1° Maggio di quell'anno il sindacato americano organizzò una grande manifestazione a Chicago proprio per rivendicare "otto ore di lavoro come limite legale della giornata lavorativa". La repressione governativa e padronale fu brutale e selvaggia, l'esercito fece fuoco sulla folla dei manifestanti. Morti e feriti a decine. Centinaia gli arresti. Gli organizzatori del movimento, processati sommariamente e condannati alla pena capitale per impiccagione. Il 1889 è la seconda. Nel luglio di quell'anno a Parigi la Seconda Internazionale dei partiti operai di cui Engels era il capo riconosciuto, proprio in ricordo dell'eccidio degli operai di Chicago e per proseguire la lotta per ridurre legalmente a otto ore la giornata lavorativa, propose che, per l'anno venturo si svolgesse in tutti i paesi una "manifestazione internazionale del Primo Maggio". Il 1890 è la terza. Come aveva raccomandato la Seconda Internazionale in molti paesi i lavoratori il 1° Maggio scesero in piazza con un successo di partecipazione straordinaria, nonostante la repressione scatenata dai governi reazionari, compreso quello di Crispi in Italia. Il 1° Maggio è una bandiera rossa del proletariato. Rinverdirne la memoria storica, rilanciarne lo spirito proletario rivoluzionario e anticapitalista è il modo migliore per aiutare il proletariato a recuperare la coscienza di sé e del compito che la storia gli ha assegnato: abbattere la vecchia società capitalista ed edificare sulle sue macerie la società socialista e poi quella comunista, dove non esisteranno lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo né le classi né lo Stato. È il modo migliore per aiutarlo a riorganizzare le sue file attraverso il PMLI, il solo in grado di guidarlo vittoriosamente verso quegli obiettivi. È, nell'immediato, il modo giusto per affrontare con la dovuta preparazione ideologica e politica il momento presente e le lotte odierne. In questo 1° Maggio un pensiero particolare di solidarietà militante va alla popolazione abruzzese, soprattutto della provincia de L'Aquila, colpita da un devastante terremoto, da un'immane tragedia, con morti, feriti e distruzioni, che poteva essere in larga parte evitata, che richiama colpe gravissime da accertare e colpire su costruttori criminali, su chi doveva controllare e non l'ha fatto, su chi doveva fare prevenzione e non l'ha fatta, su chi ha ignorato gli allarmi che si sono susseguiti per mesi: ovvero i governi nazionale, abruzzese e locali nonché la protezione civile. Ricostruire subito, bene, con i dovuti criteri anti-sismici, a totale carico dello Stato e con la gestione dei terremotati è l'imperativo che si deve affermare. Altro che Ponte sullo stretto di Messina! Prendere coscienza del momento presente C'è in tutto questo un gran bisogno che la classe operaia e le larghe masse popolari prendano coscienza della situazione che stiamo vivendo per fare le scelte che si impongono. Una coscienza che in parte è emersa nella grandiosa manifestazione promossa dalla Cgil, svoltasi a Roma il 4 aprile cui hanno preso parte 2.700.000 manifestanti, ma che deve essere sviluppata e portata fino in fondo. La crisi finanziaria, economica e sociale mondiale in atto, la più grave degli ultimi 60 anni è crisi dell'imperialismo e del capitalismo le cui conseguenze si vogliono far pagare alle masse attraverso un forte peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, la perdita di milioni di posti di lavoro, un pauroso impoverimento economico, una sistematica cancellazione dei diritti sociali e sindacali acquisiti. Nell'Italia capitalistica, forse con una intensità maggiore che negli altri paesi europei, sta accadendo questo. Responsabile principale, il governo del neoduce Berlusconi il quale, cinicamente sfrutta la crisi per regalare milioni di euro alle banche e ai padroni mentre per i lavoratori e i ceti meno abbienti c'è poco o nulla, la strumentalizza per imporre a colpi di provvedimenti fascisti la terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista. Ciò con la collaborazione della Confindustria della Marcegaglia e la complicità di Cisl, Uil e dell'ex sindacato fascista Ugl che, con il governo e contro la volontà della Cgil, hanno varato un nuovo modello contrattuale che trasforma le relazioni sindacali e il sindacato in senso neocorporativo e neofascista, cancella il contratto nazionale, taglia i salari e limita il diritto di sciopero. Va nella stessa direzione il decreto sulla sicurezza sul lavoro che liberalizza gli "omicidi bianchi" approvato di recente in consiglio dei ministri. Ciò anche grazie all'opposizione di burro del PD di Franceschini, che al pari del Pdl è una colonna (quella di "sinistra") della terza repubblica. Per non dire dei partiti falsi comunisti (PRC e PdCI) che dopo la batosta elettorale delle ultime politiche sono ancora impegnati a "leccarsi le ferite". Il fronte unito anti-berlusconiano Abbattere il nuovo Mussolini e la terza repubblica per arrestare la macelleria sociale e i provvedimenti fascisti del neoduce Berlusconi e per lottare per l'Italia unita rossa e socialista, sono le parole d'ordine lanciate nel documento dell'Ufficio politico del PMLI del 24 marzo diffuso nella manifestazione nazionale a Roma che rimangono centrali e da ribadire in occasione del 1° Maggio. Nel dare pieno sostegno alle giuste e sacrosante rivendicazioni dei lavoratori, dei precari, dei pensionati, dei disoccupati, delle masse popolari in campo occupazionale, salariale, fiscale, Mezzogiorno, scuola, università, ricerca, sanità, previdenza, servizi pubblici, energia e salvaguardia dell'ambiente. Nell'incitare la Cgil a tenere duro nella battaglia contro la "riforma" padronale e corporativa del modello contrattuale, nell'invitarla a proclamare lo sciopero generale di 8 ore con manifestazione sotto Palazzo Chigi, il nostro Partito ha posto alla classe operaia, agli studenti e alle larghe masse popolari, alla Cgil e ai sindacati non confederali, a tutte le forze politiche, sociali culturali e religiose democratiche e antifasciste l'esigenza prioritaria di condurre una grande battaglia unitaria per buttare giù attraverso la lotta di piazza il governo del neoduce Berlusconi, e così sconfiggere il suo progetto neofascista che è quello della P2 di Gelli. Le questioni del partito politico e del socialismo Nell'attuale contingenza, la celebrazione del 1° Maggio è l'occasione buona per riproporre al proletariato italiano la questione del socialismo e del partito politico in cui riunirsi, riorganizzarsi. È innaturale e contro i loro interessi immediati e generali che operai e lavoratori dipendenti, pensionati e giovani di estrazione popolare militino o votino partiti della destra borghese come la Lega razzista e xenofoba di Bossi o il nuovo partito fascista, il Pdl berlusconiano. Lo stesso discorso vale per quei partiti una volta sedicenti operai che hanno poi fatto il salto del fosso passando dalla parte del capitalismo. È un'anomalia dovuta alla deideologizzazione e alla decomunistizzazione compiuta negli anni dai falsi comunisti che sarà risanata con lo sviluppo della lotta di classe e del PMLI. Di fronte all'innegabile sfacelo del capitalismo non solo economico e politico ma anche morale, accecato com'è dal massimo profitto da ottenere sopra ogni cosa, immerso com'è nella corruzione e nel malaffare, davanti alle tremende ingiustizie da esso prodotte, alla sua incapacità a risolvere i problemi economici, sociali e ambientali e a garantire pace e libertà nel mondo, alla sua impossibilità a dare benessere ai popoli, non può non tornare all'ordine del giorno la rivendicazione di una nuova società, il socialismo. L'obiettivo che il PMLI, sin dalla nascita, ha messo in cima al suo programma politico e che ha sintetizzato nella parola d'ordine, per l'Italia unita, rossa e socialista, ribadita al 5° Congresso nazionale celebrato nel dicembre 2008. Di fronte alla totale trasformazione dell'ex PCI revisionista, poi PDS, DS e ora PD come un partito liberale e borghese e colonna del sistema capitalistico, e al sempre più evidente smascheramento dei falsi partiti comunisti, come partiti trotzkisti, neorevisionisti, riformisti, parlamentaristi e, all'occasione ruota di scorta di governi della "sinistra" borghese, gli operai e i lavoratori di ambo i sessi più avanzati e combattivi, gli intellettuali e i giovani rivoluzionari, i fautori del socialismo in genere, vincendo remore e pregiudizi dannosi e paralizzanti, non facendosi abbindolare da menzogne sparse dalla propaganda reazionaria e anticomunista, non possono non confrontarsi liberamente col PMLI, non possono non prenderlo in considerazione per verificare se possiede le caratteristiche strategiche, politiche e organizzative tipiche del partito del proletariato e del socialismo. Confrontarsi e organizzarsi nel PMLI Questo concetto il nostro Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, lo ha scritto a chiare lettere nel suo editoriale per il 32° anniversario del PMLI là dove afferma che tutte le compagne e i compagni che "si ritengono comunisti e vogliono piantare bandiere rosse e non bandiere bianche dovranno a un certo punto osare confrontarsi col PMLI. Noi siamo pronti, e da sempre, senza pregiudizi e condizioni... Prima avverrà e meglio sarà per tutti, per la chiara e netta demarcazione del campo dei veri comunisti da quello dei falsi comunisti. In vista delle elezioni europee e amministrative, Potremmo non intenderci - prosegue Scuderi - sull'astensionismo, ma se siamo d'accordo sull'assoluta necessità di cambiare la società borghese col socialismo, non possiamo non stare insieme". Questo è vero in primo luogo per le operaie e gli operai avanzati che devono, quanto prima possibile, organizzarsi nel PMLI per prendere in esso il posto che spetta loro, per farlo diventare un Gigante Rosso anche nel corpo, oltre che nella testa, per avanzare più speditamente sulla strada per l'Italia unita, rossa e socialista! Viva il 1° Maggio! Viva la classe operaia! Viva il socialismo! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! * Responsabile della Commissione per il lavoro di massa del CC del PMLI 22 aprile 2009 |