I salari scesi ai livelli del 1979 Il 15% degli insegnanti è precario Potere d'acquisto ai minimi dal 1995 Nel corso del 2012 il potere d'acquisto delle famiglie italiane è crollato del 4,8%, un calo annuale che non si era mai verificato nel corso degli ultimi 17 anni, a partire dal 1995, inizio delle serie storiche di rilevamento. A certificarlo sono gli esperti che hanno curato l'indagine Istat sul reddito e risparmio delle famiglie. Secondo i dati elaborati dall'Istituto nazionale di statistica la spesa delle famiglie italiane per consumi finali è scesa dell'1,6% nel 2012; mentre nel quarto trimestre il calo è del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2011 e dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Negativi anche gli indicatori sul reddito disponibile (-2,1%) e propensione al risparmio (-0,5%). Non solo. L'istat certifica anche che, mentre disoccupazione e precarietà si impennano, le retribuzioni sono ferme. Quasi 5 milioni e mezzo di lavoratori attendono da diversi anni il rinnovo del contratto e tra questi ci sono quasi tre milioni di dipendenti pubblici che hanno saltato interi periodi contrattuali e hanno pagato molto caro i feroci tagli operati dai governi Berlusconi e Monti. Basti pensare che il loro numero si è ridotto di circa 230 mila unità nel quinquennio per effetto dello stop al turn over (2006-2011, da 3,6 a 3,4 milioni). Secondo l'Aran, le mancate nuove assunzioni a seguito dei pensionamenti, unite al blocco delle retribuzioni, hanno ridotto la spesa per gli stipendi degli statali (pari a 170 miliardi, l'11% del Pil) dell' 1,6% nel 2011 sul 2010. È il primo calo dal 1979 e sarà seguito da altri nel 2012 (previsto un -2,3%) e nel 2013. A causa delle controriforme attuate in rapida successione dai governi Prodi, Berlusconi e Monti i dipendenti pubblici sono diminuiti di oltre il 26% negli ultimi 5 anni. Il 15% degli insegnanti è precario. Il risparmio sugli stipendi è notevole: nel 2011 la spesa è stata di 170 miliardi (-1,6% sul 2010). Nel 2012 è calata a 165,36 miliardi (-2,3%). Anche nelle retribuzioni lo Stato italiano viaggia a ritroso nel tempo. Oggi è tornato al 1979. E, purtroppo, non si fermerà. I settori dove i tagli si sono fatti sentire di più sono: scuola e sanità, e poi gli enti locali e i ministeri. Il processo è iniziato con l'ultimo governo Prodi; è proseguito con Tremonti al ministero dell'Economia, spalleggiato da Brunetta alla Funzione Pubblica e dalla Gelmini all'Istruzione ed è stato portato alle estreme conseguenze dalla Fornero. Una situazione economica drammatica che giustifica l'impennata del "junk food" (cibo spazzatura) sulle tavole degli italiani (+7% nel 2012 come stima la Confederazione Italiana Agricoltori). Mentre il Codacons calcola che, proprio a causa della diminuzione del potere d'acquisto dei salari, una famiglia di tre persone ha perso 1.678 euro nel 2012; una famiglia di due componenti ne ha persi invece circa 1.380 e una di quattro si ritrova con 1.848 euro in meno. Ma non finisce certo qui. Perché il cosiddetto "rapporto Giarda" sulla terza tranche della "spending review" ottempera nuovi tagli da 135,6 miliardi di euro sui beni e i servizi, 122,1 miliardi di retribuzioni nel pubblico, e un altro 5,2% a scuola e università che dal 2009 hanno già perso quasi 10 miliardi di euro. Sono previsti tagli del 33,1% alla spesa sanitaria, oltre a un'altra sforbiciata del 24,1% agli enti locali, già taglieggiati dal patto di stabilità interno. 24 aprile 2013 |