Saluto di Pietro Vinci al dibattito elettorale del PMLI a Bari Gli interessi delle classe operaia e delle masse popolari baresi continuano ad essere calpestati dalle amministrazioni della "sinistra" borghese Care compagne e compagni, amici, sono onorato davvero di parlare in questa occasione in cui rimarcare con decisione e spirito rivoluzionario e proletario i motivi validissimi della lotta astensionista del nostro Partito al fianco delle masse oppresse per la totale delegittimazione dei partiti e delle istituzioni borghesi. Un saluto in particolare al caro compagno delegato come oratore dal Partito, che ancor meglio di me vi esporrà il motivo di questa scelta di rottura con gli inganni perpetrati a scapito della classe operaia e delle masse popolari. Aspetto significativo, in via generale, di queste elezioni e di quelle che da sempre ci hanno visto in prima linea per formare un forte fronte astensionista, è la vera e propria faccia di bronzo che caratterizza il modo in cui questi politicanti della peggior specie, in lotta come cani affamati, si presentano alla vigilia del voto per dimostrare la loro rettitudine e lealtà. Ma è legittimo chiedersi: di chi, da sempre, hanno materialmente dimostrato di fare i favori e da chi sono stati realmente guidati nella loro azione di governo? Dal proletariato no di certo, ma bensì dalla classe dominante, dalla borghesia capitalista, i cui interessi sono ben altri rispetto a quelli delle masse, prontamente ingannate da promesse allettanti e positive, sempre disilluse. Se vediamo nello stesso ambito pugliese e barese la cosa è ancor più chiara e grave, dato che al potere non c'è stata la destra padronale e neofascista, bensì una fantomatica "sinistra" che diceva apertamente di voler essere di rottura rispetto al triste passato di soggiogamento che ha caratterizzato questa nostra regione. Alla regione il falso comunista e pupillo di Bertinotti, Nichi Vendola, si è comportato da vero e proprio lacché della borghesia e non ha assolutamente messo mano alla realizzazione delle aspettative delle masse. A ciò c'è da aggiungere che cavalcando l'onda di malessere generale seguita agli svariati anni di gestione da parte della destra, diede anima e corpo per presentarsi come l'uomo che avrebbe esaudito i desideri dei lavoratori. Mai un inganno poteva essere così bieco da parte di un falso comunista ormai conclamato! Basta dare un'occhiata allo stesso bilancio di morti sul lavoro che non si è né interrotto né ha subito un calo a seguito del suo governo nell'industria e nell'agricoltura. L'Italsider tarantina continua coi ricatti padronali e capitalistici ad uccidere e a versare non solo il sangue operaio con il silenzio assordante dei vertici regionali, ma a intossicare e infettare la salute degli abitanti di Taranto. Se rivolgiamo uno sguardo ancora a Taranto, non è da dimenticare la grave crisi idrica che la caratterizzò qualche estate fa: l'acqua c'era eccome, ma allagava i sotterranei di palazzi mai restaurati e resi a norma, un bel regalo conseguente alla privatizzazione dell'acquedotto pugliese. Il triste bilancio dei morti sul lavoro è poi tragicamente salito quando, inizio marzo scorso, 5 lavoratori a Molfetta sono morti mentre erano intenti a pulire delle cisterne: tutto ciò senza nessuna precauzione, senza che vi fossero stati accertamenti fattuali e specifici. Guardando al governo e all'amministrazione della nostra città, Bari, il quadro non cambia: al potere c'è un altro capofila del riformismo e del nuovo PD anticomunista e antiproletario, Michele Emiliano. Anche lui si è presentato nella veste di "homo novus" con l'intenzione, falsa, di voler rettificare ciò che la destra neofascista aveva reso inutilizzabile e in mano alla corruzione, alla decadenza e alle mafie. Non è stato per niente così e questo malsano bilancio è stato ancora marcato da una morte dovuta alle orribili condizioni in cui il capitalismo relega i suoi sfruttati, i suoi emarginati. Resterà indelebile nella nostra memoria la povera bambina morta di stenti nel gennaio 2005 ad Enziteto, il quartiere-ghetto, in cui la famiglia "viveva" in un box per auto! E ancora nel 2005, in ottobre, l'inondazione della Cava di Maso, con relativi disagi della popolazione del quartiere attiguo, imprudentemente trasformata in zona a detta loro ricreativa: quell'inondazione ha persino provocato la rottura del collegamento ferroviario Bari-Taranto; un vero e proprio disastro dovuto non solo alla fame di appalti e guadagni facili che avrà contrassegnato la questione ma soprattutto l'abbandono delle periferie suburbane e dei campi agricoli circostanti la città. È ampiamente dimostrato che non è possibile migliorare con i guanti di seta il capitalismo: è un'illusione questa che è sempre stata usata dalla classe dominante borghese (gli Emiliano e Vendola di oggi) per bloccare la lotta di classe delle masse oppresse per una società veramente più giusta nella realtà di tutti i giorni. Il nostro Partito crede giustamente che il modo migliore per indebolire le istituzioni e i partiti della borghesia è quello di delegittimarli, anteponendogli le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo fondate sulla democrazia diretta. Lottiamo per abbattere il potere politico della borghesia! Nessun sostegno alla destra neofascista e alla "sinistra" borghese ingannatrice e serva dei padroni! Uniti per il trionfo del proletariato! 9 Aprile 2008 |