I tentacoli di CL, come Simone e Daccò, derubano i fondi pubblici destinati a finanziare il servizio sanitario regionale La sanitopoli lombarda svela il marcio del modello sanitario formigoniano Basta soldi agli istituti ospedalieri privati! Sanità pubblica, universale, gratuita, gestita dalle masse, interamente finanziata tramite la fiscalità generale! Dal nostro corrispondente della Lombardia Dopo il crac finanziario dell'istituto ospedaliero privato San Raffaele, fondato dal prete-imprenditore clerico-fascista don Luigi Verzé, esplode il nuovo scandalo della Sanità lombarda. Sei ordini di cattura sono stati spiccati il 12 aprile dalla procura di Milano per Antonio Simone, boss di Comunione e liberazione ed ex assessore alla Sanità della Regione Lombardia (con la Dc nei primi anni Novanta); Piero Daccò, molto vicino al governatore Roberto Formigoni con il quale condivide l'affiliazione alla lobby politico-affaristica di Comunione e Liberazione (CL); Costantino Passerino (direttore amministrativo della Fondazione Maugeri); Gianfranco Mozzali (legale rappresentante di una società collegata alla Maugeri); Claudio Massimo (commercialista e consulente della Maugeri) e Umberto Maugeri, presidente della Fondazione, ai domiciliari in virtù dell'età avanzata. Tutti accusati a vario titolo di appropriazioni indebite, riciclaggi, frodi, attribuzioni fittizie di beni e illeciti guadagni ricavati dalle mediazioni colossali anche dalla Fondazione Salvatore Maugeri (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), per un ammontare di circa 50 milioni di euro. Tra gli amici più stretti di Roberto Formigoni c'è un club di fedelissimi ciellini che sono diventati in pochi anni milionari: svariate sono le proprietà e imprese in Italia, gestite in gran parte tramite società anonime e conti esteri. E sono molto bravi a fare affari soprattutto nel settore più assistito dai finanziamenti pubblici gestiti dalla Regione Lombardia: la sanità privata. Il tutto in quanto aiutati dal fatto che la lobby di CL si è ormai stanziata nei gangli vitali della Regione Lombardia (vero centro del potere finanziario lombardo) e da qui riesce ad intessere relazioni, muovere appalti, estorcere denaro da gestire poi in maniera assolutamente impropria, mandando al macello ospedali importanti come quello, appunto, del San Raffaele. Da sempre nel cerchio d'oro ciellino di Formigoni, Piero Daccò e Antonio Simone sono entrambi raggiunti dagli ordini di cattura della magistratura che contesta un'associazione per delinquere a sei zeri. Il primo è già in carcere dal 15 novembre per lo scandalo dei fondi neri del San Raffaele, l'ospedale privato travolto da una bancarotta da oltre un miliardo e mezzo di euro. Daccò è imputato di essersi impadronito di circa 8 milioni e di averne fatti sprecare altri 35 alla fondazione religiosa cattolica che ha controllato quell'impero sanitario fino alla scomparsa del suo dominus don Luigi Verzè, morto alla fine del 2011. Simone invece è finito nell'indagine per un suo nutrito bonifico di 510 mila euro: soldi che Daccò gli aveva girato su un conto di Praga, attraverso un fiduciario svizzero che nel frattempo ha vuotato il sacco. Entrambi si proclamano innocenti. Ma ora la procura, dopo avere chiuso il capitolo iniziale dell'inchiesta sul San Raffaele apre un nuovo clamoroso filone, sui fondi neri utilizzati dalla Fondazione Maugeri, un ente ospedaliero con decine di cliniche in tutta Italia, ordinando l'arresto dei due. Molti i legami emersi con altri personaggi del sistema di potere ciellino, come loro vicinissimi al boss reazionario Formigoni, grazie ai quali Daccò e Simone fanno affari d'oro, insieme, da più di dieci anni. Durante il ventennio del potere di Roberto Formigoni, Simone e Daccò si sono divisi più di 30 milioni di euro, ma la cifra totale, compresi gli investimenti tuttora in corso, potrebbe superare (e di molto) quota 50 milioni (strano che al ducetto Formigoni non avrebbero riservato niente...). Nel grande giro lombardo i due ciellini millantavano consulenze e mediazioni con almeno tre grandi gruppi della sanità privata, tutti accreditati (e quindi rimborsati con fondi pubblici!) dalla Regione Lombardia: San Raffaele, Fondazione Salvatore Maugeri e Ordine dei Fatebenefratelli. È ora di dire basta! Basta alla mafia di CL in Lombardia, una mafia subdola che usa lo specchio del Crocifisso cristiano soltanto per accaparrare e rubare denaro pubblico! È ora di cacciare a pedate Roberto Formigoni e tutti i reggicoda che gli ruotano attorno. È bene che i soldi raccolti dal popolo, ritornino al popolo! Nessun pagamento con fondi pubblici alle cliniche private, ma finanziamento agli ospedali pubblici con conseguente aumento dei loro servizi! Cancellazione di ogni ticket sanitario! Basta con l'inefficiente e corrotto modello sanitario formigoniano, d'"eccellenza" solo per chi ha i soldi per permetterselo! Il Comitato lombardo del PMLI continuerà a lottare fino in fondo al fianco dei lavoratori lombardi rivendicando una sanità pubblica, universale, gratuita, gestita con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle masse popolari, che disponga di strutture capillari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione che sia interamente finanziata tramite la fiscalità generale! 18 aprile 2012 |