Il presidente francese espone la propria politica estera agli ambasciatori di Francia Il destro Sarkozy ricerca l'egemonia in Europa e nel mondo Nel discorso tenuto il 27 agosto a Parigi davanti agli ambasciatori riuniti per la loro conferenza annuale il presidente francese Nicolas Sarkozy ha tenuto il suo primo discorso di politica estera da quando è succeduto a Jacques Chirac e ha messo subito in chiaro che la Francia vuole contare di più in Europa e nel mondo. Il primo impegno riguarda la ricerca dell'egemonia in Europa. "Non c'è una Francia forte senza l'Europa, non c'è un'Europa forte senza la Francia" ha esordito il presidente francese che ha sottolineato i propri meriti per aver riaperto il processo d'integrazione, bloccato dalla bocciatura referendaria della Costituzione in Francia e Olanda, grazie al "trattato semplificato". E ha promesso che la Francia sarà uno dei primi Paesi a ratificare il documento che deve entrare in vigore "prima delle elezioni europee del 2009". La costruzione europea rimane "una priorità assoluta" della Francia che si impegnerà in particolare anche nella definizione della "nuova strategia europea di sicurezza", leggi sviluppo della politica militare imperialista dell'Unione europea "complementare" e "non in competizione" con la Nato, che potrebbe essere "approvata durante la presidenza di turno francese dell'Unione" nel secondo semestre del 2008. Sarkozy ha rilanciato il ruolo guida dell'asse franco-britannico nella cooperazione militare, una acooperazione da estendere in primo luogo alla Germania e a tutti gli altri paesi che vorranno "partecipare a questo sforzo comune". Riguardo alle crisi o ai contenziosi in corso Sarkozy ha tra l'altro elencato i diktat dell'imperialismo francese all'Iran: "un Iran dotato dell'arma atomica è per me inaccettabile"; al legittimo governo palestinese di Hamas: che dovrebbe piegarsi alla road map messa in pratica dal Quartetto e dal suo nuovo capo, Tony Blair. Ha voluto "ribadire la grande amicizia che da due secoli unisce la Francia e gli Usa e la nostra alleanza per difendere l'ordine mondiale" prima di ricordare che sull'Iraq la Francia "rimane ostile a questa guerra" e chiede un calendario per il " ritiro delle truppe straniere". Nel frattempo però, con la recente visita a sorpresa del ministro degli esteri Bernard Kouchner a Baghdad, la Francia punta a mettere i piedi nel paese per addestrare la polizia irachena. Ha bacchettato Putin denunciando che "ha imposto il suo ritorno sulla scena mondiale giocando con una certa brutalità le sue carte, in particolare nel settore del gas e del petrolio, mentre il mondo, e l'Europa in particolare, si aspettano da lei un contributo importante e positivo ai problemi del nostro tempo". Ha rimarcato l'invadenza della Cina e in particolare la sua penetrazione nei paesi ricchi di materie prime a partire da quelli africani. In un'Africa considerata una specie di "cortile di casa" della Francia per l'espansione della vecchia dominazione coloniale Sarkozy intende riprendere l'iniziativa politica a partire dal Darfur. E ha indetto una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu a livello dei capi di Stato e di governo per il prossimo 25 settembre a New York, da lui presieduta, con lo scopo di "mobilitare ancor di più la comunità internazionale di fronte alle sfide della pace e della sicurezza in Africa". Riguardo all'Onu ne ha ribadito il ruolo di "gendarme del mondo" e ha sostenuto la necessità di "proseguire la riforma" dell'organizzazione avviata nel 2005; in particolare ha chiesto di porre fine ai negoziati e di allargare il numero dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza alla Germania, al Giappone, all'India e al Brasile, e di garantire "una giusta rappresentazione" nel suo seno dell'Africa. A chiudere non ha dimenticato di sostenere l'ingresso nel direttorio imperialista del G8 di Cina, India, Messico, Sudafrica e Brasile. 5 settembre 2007 |