Per schiacciare nel sangue la rivolta popolare L'esercito saudita interviene in Bahrein Una colonna di blindati della Guardia Nazionale saudita è entrata il 14 marzo in Bahrein, con un migliaio di soldati delle truppe scelte a sostegno della monarchia dei Khalifa messa in difficoltà dalle proteste della maggioranza della popolazione di confessione sciita e che hanno il loro centro in Piazza della Perla, nella capitale Manama, seguendo l'esempio della rivolta egiziana di Piazza Tahrir al Cairo. Saranno seguiti da circa 500 poliziotti inviati dagli Emirati arabi uniti, per l'intervento deciso dal Consiglio di cooperazione del Golfo su richiesta dei Khalifa per schiacciare la rivolta nel paese. Una inaccettabile decisione, bocciata dall'opposizione che con un comunicato ha denunciato di "considerare l'arrivo di soldati o di veicoli militari nel territorio nazionale una palese occupazione del regno del Bahrein e una cospirazione contro il popolo". Le proteste per ottenere maggiore democrazia da parte della maggioranza sciita erano iniziate lo scorso 14 febbraio e erano continuate fino alle manifestazioni del 13 marzo con migliaia di dimostranti che si erano radunati davanti alla serie di palazzi del Financial Harbour, nel distretto finanziario della capitale, considerati il simbolo della corruzione del Paese. Il governo di Manama chiedeva il sostegno degli alleati sunniti del Golfo, a partire dal re saudita Abdullah. Una richiesta accolta dal Consiglio di Cooperazione del Golfo, l'organismo composto da Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar, Oman e Bahrein. Che dava il via libera all'intervento della "Peninsula shield force", il contingente militare di pronto intervento del Consiglio. Stando a un portavoce saudita, lo scopo ufficiale della missione sarebbe quello di proteggere "le infrastrutture strategiche, come impianti petroliferi, centrali idriche ed elettriche, oltre a istituti bancari e finanziari". I soldati di Riyadh erano intervenuti nel piccolo regno, ma importante piazza finanziaria, già nel 1994 quando migliaia di soldati sauditi soffocarono sul nascere una rivolta sciita. E questo è di nuovo il loro compito. Con l'avallo dell'imperialismo americano, interessato a sostenere l'alleato re Hamad che ospita una strategica base navale della Flotta americana. 16 marzo 2011 |