Finmeccanica al centro di un'inchiesta su un giro di mazzette per 568 milioni per ottenere commesse in Brasile e Panama L'ex ministro PDL Scajola indagato per "corruzione internazionale" Arrestato il manager Pozzessere. Coinvolti i parlamentari PDL Nicolucci e Caselli. Un filone dell'inchiesta riguarda la Russia e Putin Alla luce degli ultimi sviluppi investigativi, Finmeccanica, più che il "fiore all'occhiello" dell'impresa pubblica italiana, rischia di rivelarsi un autentico vaso di Pandora delle tangenti distribuite a piene mani dai massimi vertici politici e aziendali per aggiudicarsi commesse miliardarie in giro per il mondo. A poche ore dalla raffica di avvisi di garanzia emessi dalla procura di Busto Arsizio che indaga per competenza territoriale sulla maxi tangente da 51 milioni di euro inerente la vendita di elicotteri Agusta in India; il 23 ottobre, la procura di Napoli, che si occupa delle indagini sul filone principale dell'inchiesta, ha ordinato l'arresto con l'identica accusa di corruzione internazionale di Paolo Pozzessere, ex direttore commerciale e attuale senior advisor in Russia di Finmeccanica. Il Giudice per le indagini preliminari (Gip) Dario Gallo non ha avuto esitazioni nel disporre la custodia cautelare in carcere, visto che Pozzessere aveva in tasca un biglietto di sola andata per Mosca. La richiesta è stata avanzata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e i Pm Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli che indagano su alcune commesse a dir poco sospette avvenute con l'estero da parte del gruppo aerospaziale e in particolare per la fornitura di mezzi a Panama e Brasile. La procura ha disposto anche una serie di perquisizioni in casa e negli uffici del presidente degli industriali napoletani Paolo Graziano e ha formulato nuove accuse per Valter Lavitola (in carcere da mesi per i finanziamenti all'editoria e gli appalti per le carceri modulari a Panama), ma soprattutto ha iscritto nel registro degli indagati l'ex ministro berlusconiano dello Sviluppo economico Claudio Scajola e l'onorevole Massimo Nicolucci (PDL). Scajola, ritenuto molto vicino al ministero della Difesa brasiliano, risulta secondo le carte dell'inchiesta il famigerato "canale privilegiato" che avrebbe consentito a Fincantieri e all'imprenditore Graziano di concludere affari con il Paese sudamericano. Le indagini riguardano, in particolare, le forniture effettuate da tre società della holding italiana: Telespazio Argentina, AgustaWestland e Selex sistemi integrati, al governo di Panama, nell'ambito di accordi stipulati con lo Stato italiano. Si parla di una tangente di 18 milioni di euro quale corrispettivo per le forniture Finmeccanica a Panama che sarebbero state promesse al presidente della Repubblica di Panama, Ricardo Martinelli. L'ammontare della commessa è di circa 180 milioni di euro per la fornitura del sistema di vigilanza costiera, cartografie del territorio e sei elicotteri Agusta Westland. Nel mirino degli inquirenti c'è anche una commessa per il Brasile per la fornitura di un lotto di navi fregate del valore di 5 miliardi di euro. Nell'ambito di questo filone è indagato Graziano, in qualità di amministratore delegato della Magnaghi; mentre Scajola sarebbe il mediatore di tutto l'affare. Per occultare la maxi tangente sarebbe stata creata la società Agafia, soggetto economico di diritto panamense sulla carta amministrato da una prestanome ma di fatto gestito da Lavitola. L'ipotesi investigativa si basa sulle dichiarazioni rese ai magistrati il 10 novembre 2011 da Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica. Borgogni ha raccontato che per agevolare la trattativa con l'allora ministro della Difesa brasiliano Jobin sarebbe stato trovato un "canale privilegiato" dall'imprenditore Graziano. Borgogni ha fatto i nomi dell'ex ministro Scajola e dell'onorevole Nicolucci e ha raccontato di aver saputo che in cambio delle agevolazioni era stato pattuito un ritorno che avrebbe dovuto pagare la stessa Fincantieri come contratto di agenzia dell'ammontare dell'11% dell'affare complessivo. Ossia una maxi tangente da 550 milioni di euro che poi secondo Borgogni "doveva essere parzialmente divisa tra Scajola e Nicolucci da una parte e Jobin dall'altra". Ma non è tutto, perché stando agli ultimi sviluppi, pare che nella scandalosa vicenda delle tangenti Finmeccanica è coinvolto anche il senatore PDL Esteban Caselli, originario dell'Argentina ed eletto nella circoscrizione estero, presentato a Pozzessere dal neoduce Berlusconi il cui nome è già comparso diverse volte nelle carte dei Pm e in particolare in riferimento alle losche attività di Lavitola. Secondo i primi accertamenti Berlusconi avrebbe raccomandato il senatore argentino per un ulteriore affare in Indonesia. E per il suo "disturbo" il politico sudamericano avrebbe poi presentato il conto chiedendo "provvigioni" a Finmeccanica come compenso dell'intermediazione. I magistrati napoletani puntano inoltre ad allargare il fronte investigativo verso Mosca. Si parte dalle attività di Pozzessere in quanto senior advisor per i rapporti di Finmeccanica in Russia e da un cambio di atteggiamento, captato da conversazioni intercettate e deciso da vertici del gruppo dopo che il nome di Pozzessere era stato associato all'inchiesta su Lavitola e i suoi affari a Panama. Gli inquirenti ipotizzano che alla base del cambio di strategia ci sia stata "l'esigenza di tenere riservati gli affari di Finmeccanica con Putin e la Russia". Questo nuovo filone investigativo nasce da alcune intercettazioni telefoniche tra Marco Acca, responsabile vendite del settore militare di AgustaWestland e l'amministratore delegato Bruno Spagnolini. Quest'ultimo, in particolare, raccomanda all'interlocutore, in una conversazione del 16 aprile scorso a proposito di elicotteri: "Se dovete dire che ci volano vari Capi di Stato così, non menzionate Putin perché... Siccome me l'ha detto il presidente cioè e loro gliel'avevano fatto vedere... Lei può dire ci volano una miriade di Capi di Stato... ma senza che nessuno dica Putin o che ne so...". Il Gip ricorda che si fa riferimento a elicotteri Agusta e alla loro vendita in favore di vari capi di Stato stranieri. "Lo stesso Spagnolini aggiunge che ciò è voluto dal presidente (evidente il riferimento a Orsi Giuseppe, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica)". Dal momento che lo stesso Orsi aveva già parlato dell'acquisto di un elicottero da parte di Putin in un'intervista al Sole 24 ore, questo "cambio di atteggiamento - spiega il giudice - è secondo i pubblici ministeri da ravvisare nell'esigenza di tenere riservati gli affari di Finmeccanica con Putin e la Russia in generale". 31 ottobre 2012 |