Scandalo della sanità in Piemonte Arrestata l'assessore Pdl di Cota con 7 leghisti L'inchiesta sullo scandalo della sanità in Piemonte si allarga a macchia d'olio e coinvolge direttamente la giunta regionale del fascio-leghista Roberto Cota; il 15 giugno scorso è finita agli arresti domiciliari anche l'assessore regionale alla sanità, la pidiellina Caterina Ferrero accusata di turbativa d'asta e già indagata nell'ambito della stessa inchiesta. Nell'ordinanza di custodia cautelare il Giudice per le indagini preliminari (Gip) Cristiano Trevisan sottolinea come "L'indagata ha dimostrato come, in un breve arco di tempo (era assessore da meno di un anno, ndr), abbia pervicacemente strumentalizzato la propria posizione in seno alla Regione per perseguire... interessi particolari rappresentati dalla necessità di consolidare il consenso elettorale per sé e per la sua coalizione". Il ruolo della Ferrero nel mercimonio in salsa leghista riguarda l'appalto per la fornitura di pannoloni per incontinenti per oltre 64 milioni di euro bandita il 2 settembre e revocato dalla Ferrero appena 21 giorni dopo. Una decisione che, secondo i Pubblici ministeri (Pm) Stefano Demontis e Paolo Toso, è stata assunta appositamente dalla Ferrero per favorire l'affidamento a trattativa privata del lotto di gran lunga più importante a Federfarma Piemonte. Dalle indagini è emerso che la gara fu revocata "per esigenze di riorganizzazione del servizio" (poi risultate inesistenti), con una delibera di cui era relatrice proprio l'assessore Ferrero. Lo stesso giorno ci fu invece un accordo tra Piero Gambarino, consigliere della Società di committenza regionale (Scr) per le forniture sanitarie, diventato in meno di un anno il braccio destro della Ferrero, e Federfarma, con l'obiettivo di affidare alle farmacie la fornitura, per un prezzo più alto di quello a base d'asta. L'inchiesta è esplosa il 27 maggio scorso con cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere e due ai domiciliari e una sequela di accuse gravi e infamanti che, a vario titolo, parlano di corruzione, concussione, turbativa d'asta e "turbata libertà del procedimento di scelta del contraente". A finire in carcere, uno dopo l'altro, sono figure di rilievo della sanità piemontese. Insieme a Gambarino sono stati ammanettati Pier Francesco Camerlengo, figlio del re delle cliniche private piemontesi. A ruota Franco Sampò, sindaco di "centro-destra" a Cavagnolo, Vito Plastino che è commissario straordinario dell'Asl 5 del capoluogo, e infine l'affermato dentista Marco Mozzati, titolare della Dental School. Ai domiciliari sono finiti invece Marco Cossolo, presidente di Federfarma Torino e sindaco di Carignano, e Luciano Platter che guida Federfarma Piemonte. 20 luglio 2011 |