Favoritismi, pressioni, clientelismo Lo scandalo della sanità pugliese Cinque arrestati, tra cui un uomo della scorta del governatore. La giunta del rinnegato Vendola nell'occhio del ciclone sul senatore PD Tedesco, ex assessore alla sanità, pende la richiesta di arresto Dal corrispondente dell'Organizzazione di Bari del PMLI "Un sistema di occupazione dei posti di alta amministrazione e successivo asservimento degli uomini-chiave per successivi fini privati e/o comunque certamente poco istituzionali...": così il Giudice per le indagini preliminari (Gip) del tribunale di Bari, Giuseppe de Benedictis, descrive in parte la sanitopoli pugliese nel provvedimento con cui è stata richiesta al Senato l'autorizzazione per l'arresto di Alberto Tedesco, senatore PD e all'epoca dei fatti assessore alla sanità pugliese nella prima giunta guidata da Vendola, dimessosi nel 2009 quando iniziò l'indagine. L'inchiesta ha portato all'arresto di 5 persone legate a vario titolo a questo mercato clientelare della sanità; ecco alcuni nomi: Guido Scoditti, direttore generale dell'Azienda sanitaria locale salentina, l'ex capo della segreteria politica di Tedesco, Mario Malcagni, e persino un uomo della scorta di Vendola, Paolo Albanese di Terlizzi (Bari). Quest'ultimo è accusato di concorso in concussione assieme a Alessandro Calasso, direttore sanitario dell'Asl barese, e Sigrisi (un consigliere comunale di Terlizzi del PD): insieme avrebbero, sotto l'egida di Mario Malcagni, capo della segreteria politica di Tedesco, indotto il direttore sanitario del piccolo paese della provincia barese a trasferire una parente del consigliere comunale Sigrisi, assegnandola al reparto di oculistica. Ancor più sconcertante risulta la grave anomalia della gestione della sanità pugliese, a fini di arricchimento individuale e clientelari, da quanto si legge ancora nel provvedimento del Gip de Benedictis: "... il sistema non risulta circoscritto a singoli esponenti della maggioranza di centro-sinistra ma assurge a logica di strategia politica al fine di acquisire consenso e rendere stabile la maggioranza di governo". Quindi se Tedesco, ex PSI, "suggeriva" una nomina e raccomandava una determinata persona alla direzione di una Asl, tale incarico veniva affidato per acquisire consenso e per rendere stabile la maggioranza di governo, senza tener in alcun conto le competenze personali o la verifica dei requisiti necessari. Oltre a ciò il Gip de Benedictis riporta un interessantissimo e stigmatizzante colloquio intercettato fra Tedesco e il trotzkista, neoliberale e presidenzialista Vendola: Tedesco: "... quello non ha i requisiti sta come direttore generale, quello che vuoi nominare!" Vendola: "O Madonna santa, porca miseria la legge non la possiamo modificare?". Il pupillo di tanta parte della "sinistra" borghese Vendola era quindi pronto a cambiare la legge regionale pur di avere, in qualità di direttore generale, un suo protetto e prescelto uomo di fiducia! Tutto questo squallido caso di raccomandazioni, pressioni politiche dall'alto e di nepotismo è quanto avviene nella "Puglia nuova" retta dal meschino politicante borghese Vendola la cui giunta viene colpita al cuore dalla sanitopoli pugliese, indipendentemente dal fatto che per ora egli è personalmente ufficialmente fuori dall'inchiesta: il suo governo e i suoi uomini non sono gli autori di un "nuovo umanesimo", per usare una delle sue solite ridicole e borghesi espressioni, ma sono dei politicanti borghesi che adoperano il potere per consolidare le loro amicizie e i loro circoli di favori e "cortesie". 2 marzo 2011 |