Corruzione e clientelismo sullo sfondo del "numero programmato" Ennesimo scandalo nelle università di tutta Italia Gli studenti in rivolta contro i corsi "blindati". L'Udu manifesta davanti al ministero dell'Università. A Bari il PMLI presente al presidio studentesco Dal corrispondente dell'Organizzazione di Bari del PMLI Per l'ennesima volta l'Università barese è stata lo scenario dove si è consumata la solita e ripugnante storia caratterizzata dal clientelismo, dai favori e dalle laute bustarelle intascate da un gruppo di corrotti che hanno approfittato dell'esistenza dell'iniquo sistema degli "accessi programmati" per poter intascare lauti compensi. Sono adesso inclusi fra gli indagati e gli accusati: il consigliere barese di An, docente in Ostetricia e Ginecologia, Giuseppe Verraccio Garofalo (il cui figlio partecipava ai test d'ammissione a medicina), il medico in pensione Marcantonio Pollice, assieme al figlio Giulio e la moglie Paola Favaretto. Costoro avevano costituito delle "centrali informative" e una rete precisa e controllata tramite cui era possibile favorire e aiutare in modo sostanziale 50 studenti a superare il test del "numero programmato" a Medicina. I reati sono molteplici e gravi: associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato e corruzione; senza dir nulla poi dei lauti guadagni che hanno caratterizzato quest'organizzazione: difatti si parla di alcune migliaia di euro a testa per "partecipare al corso" (così era mascherata tutta l'operazione) con l'aggiunta di 30 o 40mila a esame svolto e superato. I metodi usati da questi corrotti erano sostanzialmente due: uno di stampo "tecnologico" che prevedeva l'uso di piccolissimi cellulari o palmari, in grado di ricevere e-mail, che potevano essere nascosti negli abiti - persino negli indumenti intimi - dei partecipanti: un altro escamotage prevedeva tramite un sistema di "staffette" di consegnare la totalità delle domande del test a un esterno che poi mandava il tutto ad una delle "centrali" (di cui una posizionata persino nello studio stesso del medico implicato) in cui si svolgeva la soluzione dei quesiti. Si dice anche sia stato utilizzato un sistema "bluetooth" che ha permesso la comunicazione per ben 2 ore con l'esterno. Tutto è stato scoperto grazie ad un'indagine della Guardia di Finanza che è riuscita persino ad infiltrare dei propri uomini fra i partecipanti al test, e soprattutto a seguito di un esposto anonimo dettagliato riguardante i test 2002-2006. Anche le Fiamme Gialle si sono dotate di sistemi molto avanzati per intercettare, registrare e captare tutti i messaggi inviati dai 50 ultraraccomandati alle 2 "centrali operative". Il ministro dell'Università e della Ricerca Mussi aveva dichiarato di pensare all'ipotesi di bloccare per quest'anno il concorso, però ora sembra che le sue ultime indicazioni siano di escludere dalle graduatorie solo gli studenti che la Procura della Repubblica riterrà colpevoli di aver commesso brogli durante la prova di ingresso. Una tale soluzione sarebbe improponibile perché è evidente che la corruzione ed i favoritismi sono stati commessi in maniera diffusa in molti atenei nazionali non solo a Bari. Mussi non può pensare di risolvere il problema mettendo una toppa. In ogni caso non è chiaro se finirà o no nella spazzatura, come merita, il sistema del "numero programmato" Oltre a ciò si deve aggiungere il fatto che 2 domande nel test per Medicina erano persino errate: in moltissimi hanno fatto ricorso al Tar facendo presente questa grave irregolarità (che pare non sia solo presente nel test di Medicina...) e anche alla Corte Costituzionale impugnando la causa per l'anticostituzionalità del sistema, dato che così si preclude a priori l'ingresso ad un ciclo di studi che dovrebbe essere parimenti garantito a tutti. Ma lo scandalo barese è solo una piccola parte di qualcosa che va molto in profondità: diventa ogni giorno più lungo l'elenco di irregolarità come l'apertura anticipata dei plichi in tutta Italia, passando per Catanzaro e anche Ancona. A Messina dei venti studenti che hanno realizzano la medie più alte ben diciassette hanno svolto il test nella stessa aula. L'indignazione, che già era molto profonda e radicata negli studenti già prima di iniziare i concorsi per l'accesso alle facoltà con "numero programmato", giudicando giustamente e precisamente questo come un sistema anticostituzionale, assurdo e antistudentesco, è cresciuta a seguito di questo scandalo: cosa sarebbe successo se non fosse saltato evidente agli occhi di tutti questo ennesimo scandalo? Tutto avrebbe avuto il suo corso: i raccomandatissimi di ferro sarebbero passati senza problemi, mentre molti altri che hanno sacrificato ogni cosa per potersi preparare ad un test, che con 80 domande avrebbe pregiudicato persino una loro scelta professionale (!!!), sarebbero stati bloccati e rigettati. È proprio a seguito di questo grave avvenimento che si è arrivati finalmente a parlare a proposito del "numero programmato", mettendo in questione la sua stessa esistenza. Gli studenti si mobilitano contro il "numero chiuso" Il 18 settembre l'Udu ha tenuto un sit-in davani al ministero dell'Università. In una nota dell'organizzazione studentesca si legge "Chiediamo l'aumento dei finanziamenti per la didattica, ricerca e diritto allo studio e un nuovo patto per l'accesso e la legalità negli atenei". L'Unione degli Studenti Universitari (UDU) sta promuovendo una campagna decisa e mirata non solo a continuare il ricorso collettivo al Tar sulla base dell'errore nel test di Medicina ma anche contro l'inaccettabile numero chiuso che blinda facoltà importantissime e nevralgiche. Non per niente lo stesso sottosegretario alla Salute Antonio Gaglione, medico chirurgo e docente a Foggia, ha dichiarato che "[...] non sia più rinviabile l'abolizione del numero chiuso per l'accesso alle professioni sanitarie"; e sottolineando la necessità di nuovi medici e infermieri continua: "L'emergenza è ormai su scala nazionale. [...] Abbiamo da una parte gli ospedali che non possono ricoprire i posti vacanti, dall'altra c'è gente che vuole avviarsi a queste professioni e non può per via del numero chiuso. Un incredibile paradosso. L'emergenza ora riguarda anche il personale infermieristico e tra 5 anni sarà lo stesso per il personale medico. Non si riuscirà a sostituire chi va in pensione per mancanza di laureati." E a proposito della selezione che deve riguardare gli studenti ribadisce che essa non deve avvenire aprioristicamente ma durante il corso di studi; conclude poi dicendo che questa è una vera e propria battaglia che continuerà chiedendo anche un incontro al ministro Mussi. Non è possibile credere che per sopperire ad una cronica e lacerante mancanza non solo strutturale (aule, laboratori, studi, ecc...) ma anche di personale adeguato numericamente e qualitativamente - dato che sono da anni chiusi i concorsi per nuovi docenti - si debba infierire sulle masse studentesche che chiedono di essere ammesse per poter accedere a professioni importantissime che diventano sempre più di nicchia e "nobiliari". Basta vedere la realtà e i fatti: come si può giudicare con una specie di quiz la futura professionalità di un infermiere, di un medico o di altre professioni tramite il nozionismo più aberrante presente nei quesiti? Come è possibile fornire un servizio pubblico, che dovrebbe essere buono e libero ugualmente per tutti, se le barriere sono presenti all'entrata? Nella sostanza ci troviamo di fronte a qualcosa che va distrutto, cancellato, eliminato una volta per tutte: infatti da sempre il PMLI ha condannato categoricamente questa norma assurda e di matrice borghese e fascista e sarà sempre presente nella lotta per costruire un'università pubblica, gratuita, aperta a tutti e gestita e controllata da studentesse e studenti contro ogni prevaricazione governativa e padronale. Il sistema d'istruzione borghese dell'Italia capitalista ha così ancora dimostrato che a ricevere meriti e gratifiche non è chi vale e si adopera costantemente ma solo chi ha gli agganci più forti e determinanti, grazie ai quali riesce con sicurezza a oltrepassare le barriere antipopolari stabilite dai partiti di regime. 19 settembre 2007 |