Lo ha deciso l'Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati Fiom-Cgil Sciopero generale dei metalmeccanici e manifestazione a Roma il 12 dicembre Contro la politica economica e sociale del governo. Contro la "riforma" della Confindustria del modello contrattuale Epifani: "Fiom e Cgil sono la stessa cosa, staremo in campo con un disegno condiviso" "È proclamato lo sciopero generale dei metalmeccanici, con manifestazione nazionale a Roma, per la giornata di venerdì 12 dicembre" È con queste parole, scandite dal segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, accolte da un lunghissimo applauso, che si è conclusa l'Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati della federazione dei metalmeccanici Cgil, 5 mila i presenti provenienti da tutta Italia, tenutasi nel Padiglione della vecchia fiera di Roma il 31 ottobre scorso. Un'Assemblea combattiva annunciata con le seguenti parole d'ordine: Respingere l'attacco di Confindustria contro i contratti nazionali e la contrattazione aziendale che ha l'obiettivo di programmare una ulteriore riduzione dei salari. Respingere la scelta del governi di indebolire gli ammortizzatori sociali. Respingere l'attacco alla scuola, al lavoro e ai servizi pubblici. Sostenere i redditi delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso una riduzione dell'imposizione fiscale del lavoro dipendente e dei pensionati. Fermare la riduzione dello "Stato sociale" prevista dal "Libro Verde" e dai provvedimenti legislativi già presi dal governo. Ed è proprio attorno a questi temi che si è sviluppata la relazione introduttiva di Rinaldini, terminata tra gli applausi della platea. La profonda e ampia crisi finanziaria ed economica in atto, la recessione che avanza paurosamente, le conseguenze devastanti che già iniziano a farsi sentire con chiusure di aziende, licenziamenti, cassa integrazione, la critica alle ricette economiche e sociali del governo e della Confindustria, la denuncia della crescita intollerabile delle diseguaglianze sociali, come segnalato dall'Ocse di recente, la necessità di cambiamenti rapidi e profondi a sostegno dello sviluppo, dell'occupazione, dei redditi dei lavoratori e dei pensionati hanno rappresentato in buona sostanza il filo conduttore dell'intervento del segretario generale, conclusosi con la proposta della mobilitazione generale delle tute blu. Le rivendicazioni della Fiom "Ora che c'è la crisi - è scritto nel documento finale che annuncia lo sciopero generale - si parla di tornare all'intervento pubblico e alle regole, ma intanto i soldi servono per salvare le banche e i banchieri, mentre si tagliano i fondi per le scuole, per la sanità, per le pensioni, per la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali. Da anni i salari vanno indietro e la fatica aumenta con essa continuano i danni alla salute delle lavoratrici e dei lavoratori". "Bisogna fermare i licenziamenti e la chiusura delle aziende... Occorre una nuova politica industriale che punti alla difesa dell'occupazione, combatta la delocalizzazione, investa in ricerca e sulla qualità dei prodotti". "Bisogna cambiare le leggi che hanno fatto dilagare la precarietà del lavoro - è precisato nel documento - e che oggi rischiano di produrre centinaia di migliaia di disoccupati, tra i giovani soprattutto, ma anche tra gli anziani". Perciò va estesa in tutto il mondo del lavoro "la cassa integrazione al posto dei licenziamenti. Anche i precari devono avere diritto ad essa, i disoccupati devono avere una indennità di disoccupazione più alta e più estesa nel tempo". "Bisogna aumentare le retribuzioni dei lavoratori - si legge - a partire da quelle dei contratti nazionali. Per questo va respinto il documento della Confindustria che riduce il salario reale". "Bisogna ridurre le tasse sulle retribuzioni e sulle pensioni medio basse, detassare la tredicesima per tutti, detassare la cassa integrazione, eliminare definitivamente il drenaggio fiscale sui redditi fissi". "Occorre riprendere la lotta all'evasione fiscale, aumentare le tasse sulle grandi ricchezze, sulle grandi eredità, sulla finanza e sui grandi patrimoni immobiliari". "Diciamo no ai decreti del Governo che portano indietro la scuola pubblica di cinquant'anni. Va sviluppata la sanità pubblica e rafforzato il sistema pensionistico pubblico". Il documento si conclude con una ferma denuncia di governo e Confindustria che "vogliono limitare la libertà dei lavoratori". Con una legge fortemente lesiva del diritto di sciopero sia nei settori pubblici sia in quelli privati, con il tentativo della Confindustria di istituire sanzioni contro i sindacati e le rappresentanze dei lavoratori" che non rispettano le regole che vuole imporre alla contrattazione". "Nello stesso tempo riparte l'attacco sull'articolo 18 che tutela dai licenziamenti ingiusti e cresce l'autoritarismo in tutti i luoghi di lavoro". Le cose non cambieranno da sole, "per questo bisogna scendere in lotta". Operai e studenti uniti nella lotta Nel dibattito che ha fatto seguito alla relazione hanno portato il loro vivo e prezioso contributo, tra gli altri i delegati Luigi Bertolini della Eaton di Massa Carrara, Angela De Simone della St Microelectronics di Catania, Michele Giacché dei Cantieri navali di Ancona. Seguono quelli di Alhiba Abdellah della Diecast di Bologna e Pino Viola della Bertone di Torino, Adriana Geppert della Alcatel di Brianza, Karkouri Reduem della Fiamm di Verona e Antonio Santorelli dell'Avio di Napoli. Significativi inoltre gli interventi di Luca Trescato in rappresentanza degli studenti medi e di Vincenzo Bruno studente universitario in rappresentanza dell'"Onda", il quale ha affermato, tra l'altro, che: "La volontà degli studenti è stata sin dall'inizio chiara: non si vince se non si costruisce un'alleanza con il mondo del lavoro". E ancora: "Lo sciopero generale è necessario... perché solo nel vivo delle lotte si può costruire una reale unità tra studenti e lavoratori, solo praticando l'opposizione sociale si può costruire una reale alternativa a Berlusconi in questo Paese". Torna la sintonia Cgil e Fiom Da sottolineare la sintonia che, questa volta, si è verificata tra Epifani, presente all'Assemblea, e Rinaldini. Sembrano lontani i tempi quando il segretario della Cgil tentò di isolare e normalizzare il vertice della Fiom "reo" di aver criticato e votato contro il Protocollo Prodi sul welfare e la proposta unitaria Cgil, Cisl e Uil di "riforma" della contrattazione. Sarà perché il governo del neoduce Berlusconi, come fece nel 2001, opera per dividere i sindacati e così isolare, marginalizzare e piegare la Cgil, sarà perché sia Cisl che Uil si prestano a questa infame operazione governativa e confindustriale, com'è apparso chiaro nella firma separata del contratto del commercio, dell'ipotesi di nuovo modello del contratto proposto da Confindustria e del protocollo Brunetta per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, sarà perché Epifani si avvia a lasciare la Cgil per candidarsi, si dice, alle prossime elezioni europee per il PD. Sta di fatto che le posizioni della Fiom e quelle del segretario generale della Cgil si sono avvicinate. "La Fiom e la Cgil sono la stessa cosa - ha infatti detto Epifani - senza annullare la dialettica staremo in campo in un disegno condiviso". Su diversi punti c'è stata convergenza tra il segretario della Fiom e quello della Cgil. Ad esempio sull'analisi della crisi: Rinaldini l'ha definita grave e prolungata nel tempo che produrrà "una vera emergenza sociale", per Epifani "è la più grave crisi del dopoguerra e probabilmente di sempre". Gli effetti della crisi, hanno detto all'unisono, non devono essere scaricati sui lavoratori e sui precari. Occorrono misure eccezionali. In questo quadro è stata lanciata la rivendicazione di utilizzare gli 8,5 miliardi di euro di extra-gettito fiscale rastrellato nei primi sei mesi del 2008, per detassare le tredicesime. Sia Rinaldini che Epifani hanno anche denunciato il disegno del governo che "punta a ridefinire il ruolo del sindacato, programmando un'ulteriore riduzione delle retribuzioni insieme al peggioramento delle condizioni lavorative. E hanno espresso un netto "no grazie" al documento della Confindustria sulla contrattazione che di fatto peggiora le condizioni salariali e normative oggi in vigore, con l'esplicito obiettivo di sterilizzare l'azione sindacale attraverso gli enti bilaterali. Da rilevare, in ultimo, l'importante presa di posizione del segretario generale della funzione pubblica della Cgil, espressa a margine dell'Assemblea Fiom, che ha annunciato lo sciopero generale del pubblico impiego da effettuare insieme alle tute blu il 12 dicembre prossimo. 12 novembre 2008 |